bandi per startup

Bandi per startup: ecco le opportunità da non perdere

Vuoi partecipare a bandi per startup o a finanziamenti per startup a fondo perduto? Qui tutto ciò che ti occorre sapere sulle prossime e imminenti opportunità.

Continuano i nostri aggiornamenti sul mondo startup e in particolare relativi alle call o ai bandi per startup. Sono molti i lettori che ci hanno chiesto dettagli sui prossimi contest e applications a cui potersi iscrivere.

Come trovare investitori

Come trovare investitori: 2 soluzioni

Come trovare investitori? È una domanda che ricorre spesso fra gli startupper. Purtroppo, ci tocca ricordare come è proprio la mancanza di fondi a condannare tante start up al fallimento (tasso che in Italia si attesta fino al 90%). In questo articolo, quindi, andiamo a suggerire due soluzioni che potranno aiutarti a cercare e convincere finanziatori:

regolamento consob crowdfunding

Regolamento consob crowdfunding: scarica il pdf

Il regolamento Consob Crowdfunding indica il punto di riferimento normativo per la raccolta di capitali online.

Ma perché è importante informarsi sul come fare crowdfunding al giorno d’oggi?

Ci siamo concentrati più volte su vari aspetti della raccolta fondi per startup perché le campagne di crowdfunding sono il modo ideale per finanziare nuove idee di business. Al giorno d’oggi infatti, con la crescente difficoltà nel reperire finanziamenti rivolgendosi alle banche, il crowdfunding rappresenta uno strumento essenziale per raggiungere il successo.

Certo, fra dire e il fare, c’è di mezzo il mare. Per questo, è fondamentale essere consci di come va impostata una corretta campagna di raccolta fondi e quali sono gli errori tipici da evitare.

Quando si parla di raccolta fondi rivolta a una platea di potenziali investitori ci si riferisce sempre di più all’equity crowdfunding. Tramite la pubblicazione di campagne di raccolta fondi online, si possono infatti reperire le risorse essenziali per far progredire un progetto d’impresa e affrontare subito da protagonisti il mercato di riferimento.

Come dicevamo, l’equity crowdfunding consente agli investitori di finanziare startup e imprese innovative tramite portali online accreditati. Ciò permette agli investitori di ottenere vari tipi di “reward”, come l’ottenimento di quote societarie di una startup promettente, e consente a chi ha ideato la startup di attingere ai fondi necessari per lo sviluppo d’impresa.

Per questo, si sono rese necessarie nel tempo procedure chiare e standardizzate, per effettuare questo processo nel più trasparente e corretto dei modi.

Le normative sul crowdfunding in Italia

L’Italia è il primo Paese in Europa ad aver adottato una normativa specifica e organica sul crowdfunding. L’obiettivo di quest’iniziativa, è quello di facilitare lo sviluppo di finanziamenti per startup (e non solo) alternativi al sistema bancario.

La normativa in questione è riferita alla negoziazione delle partecipazioni sociali (equity crowdfunding) ed è stata introdotta per la prima volta nel 2012 tramite il c.d. “Decreto crescita 2.0”, recante “Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese” e reso successivamente operativo per mezzo di regolamenti emanati dalla Consob.

Nel corso del tempo inoltre, con il D.L. n. 3 del 24 gennaio 2015  (“Decreto Investment Impact”), è stato consentito l’accesso al crowdfunding anche alle aziende qualificate come PMI innovative. Inoltre, il decreto ha aperto la possibilità anche a organismi d’investimento collettivo del risparmio (OICR) e alle società che investono prevalentemente in start-up/PMI innovative di collocare online – tramite quindi l’equity crowdfunding – i propri capitali.

Con la Legge di Bilancio 2017 è stata concessa invece la quotazione tramite portali di crowdfunding anche alle PMI non innovative costituite nella forma di società per azioni (S.p.A.). Infine, il Decreto Legge n. 50 del 24 aprile 2017 ha, definitivamente, esteso la possibilità di ricorrere all’equity crowdfunding a tutte le PMI.

Il regolamento consob crowdfunding

Il regolamento Consob crowdfunding, è stato adottato con delibera n. 18592 del 26 giugno 2013 e modificato negli anni con varie delibere. Recentemente una nuova delibera, la 21259 del 6 febbraio 2020, ha aggiornato il regolamento apportando delle modifiche sostanziali. Queste variazioni continue sono rese necessarie dalla peculiarità dell’equity crowdfunding, che si evolve continuamente di pari passo con l’ecosistema startup e col mercato.

Il quadro normativo aggiornato è consultabile dal sito della Consob, e scaricabile in PDF per un’attenta lettura.

Scarica qui il PDF del regolamento.

Il regolamento approfondisce ogni aspetto normativo dell’equity crowdfunding in Italia.

Dalle regole per il registro e la disciplina dei gestori di portali, alla disciplina delle offerte tramite portali, il regolamento consob crowdfunding stabilisce le norme da seguire per permettere a investitori, startup, PMI e altri tipi di società di sfruttare questa innovativa forma di finanziamento.

I servizi crowdfunding per startup di Grownnectia

Per iniziare una campagna di raccolta fondi efficace, tuttavia, non basta conoscere il regolamento consob crowdfunding. Infatti, è necessario acquisire le conoscenze e fissare dei punti chiave per rendere appetibile la tua proposta agli investitori.

In fase preliminare quindi è bene subito realizzare fra le varie cose: quanto vale il proprio progetto d’impresa, quanti soldi si necessitano di finanziamento e quante quote si intendono cedere.

In questa fase, specialmente se sei un neo imprenditore può risultare difficile orientarsi.

Per questo abbiamo pensato di offrirti la possibilità, tramite un servizio dedicato, di realizzare una campagna di raccolta fondi basata sui più alti standard qualitativi.

Grazie al supporto del nostro team di professionisti potrai sfruttare le conoscenze dei nostri mentor e sviluppare una strategia vincente per la tua raccolta fondi. Con attività che vanno dallo sviluppo di un investor deck, al digital advertising e al social media marketing, potrai così preparare al meglio la tua startup a sbarcare sul mercato e ad avere successo grazie ai fondi raccolti.

La professionalità e la presentazione della startup sono infatti fattori fondamentali per convincere gli investitori a partecipare alla tua impresa. Come affermato da Michele Franzese in una puntata sull’equity crowdfunding di “Un’ora al Massimo” di Massimo Ciaglia, “l’investitore che punta 250 euro sulla tua startup prima vuole ispezionare la tua casa (intesa come azienda). Pensa alla tua startup come una casa da presentare, far trovare gli interni in disordine e le briciole sul tavolo, non aiuta a far colpo su chi vuole investire!”

Vuoi scoprire di più sul nostro servizio equity crowdfunding?

 

crowdfunding equity

Crowdfunding Equity : le exit strategies

Il crowdfunding equity è una forma d’investimento che consente a una platea d’investitori d’immettere risorse economiche per il finanziamento di startup con progetti innovativi attraverso portali online accreditati. Ciò permette agli investitori di ottenere quote societarie delle imprese in cui “scommettono”.

Ma qual è l’obiettivo dell’acquisizione di una quota (equity) tramite il crowdfunding equity?

In primis ricordiamoci cos’è un progetto di crowdfunding e come avviarlo al meglio.

I progetti di crowdfunding portano risorse economiche alla startup consentendole di raggiungere determinati obiettivi. Gli obiettivi, quindi, sono condivisi con la platea d’investitori che hanno dalla parte loro, come immaginabile, interesse a realizzare un ritorno economico entro un determinato lasso di tempo.

Il crowdfunding è uno strumento potentissimo di finanziamento di un progetto, che spesso fa la differenza fra il successo o l’insuccesso di una startup.

Le campagne di crowdfunding possono portare a risultati importanti in termini economici (vedi qui un esempio).

Proprio per questo, per sapere cosa mette in serbo il futuro a chi partecipa al crowdfunding equity, è fondamentale conoscere e prevedere quali sono le exit strategies.

Crowdfunding equity, in cosa consiste l’exit strategy?

L’exit strategy nel crowdfunding equity consiste nella strategia d’uscita dall’investimento che di norma coincide col raggiungimento dell’obiettivo prefissato.

In alcuni casi, i meno fortunati, ovviamente, l’uscita dalla partecipazione societaria avvenuta in passato tramite crowdfunding equity può avvenire per cessazione dell’azienda.

Proprio per evitare questo epilogo è chiaro che, dalla parte della startup, sia necessario prevedere e proporre una o più strategie d’uscita sin dagli albori del progetto.

Gli obiettivi del crowdfunding equity possono essere annotati sul business plan in modo da far conoscere al potenziale investitore da subito i possibili scenari futuri.

Le exit strategies sono molteplici e possono integrarsi e sovrapporsi l’una all’altra, per questo si parla di una pluralità di obiettivi da raggiungere e non di uno solo.

Le strategie d’uscita da un progetto di crowdfunding equity

Il crowdfunding equity, non essendo ovviamente “beneficienza” ed essendo diverso da altre forme di finanziamento di una startup nelle fasi iniziali e d’incubazione, prevede delle exit strategies di vario tipo.

Vediamo quindi quali sono le principali.

Le possibili crowdfunding equity exit strategies sono generalmente:

  • Acquisto da parte di competitors. L’ exit strategy principale prevista dal crowdfunding equity è rappresentata dall’acquisto della startup da parte di concorrenti. Ma non solo, l’acquisto può essere anche effettuato da operatori che conoscono le potenzialità di sviluppo del progetto e decidono d’intervenire attraverso operazioni di merger and acquisition. Senza scendere nel dettaglio giuridico e nelle varie forme in cui queste operazioni possono avere luogo, appare dunque chiaro lo scopo del tutto: cercare di cedere le quote societarie al più alto valore possibile.
  • L’intervento da parte di fondi. Un altro possibile obiettivo per l’epilogo di una partecipazione al crowdfunding equity è quello di coinvolgere fondi, come quelli di venture capital e di private equity. Tali fondi possono interessarsi per il rilevamento di tutte le quote societarie o di una parte. Come è noto, questi fondi intervengono successivamente alla fase di avvio di una startup, quindi ad impresa già parzialmente rodata. Il loro intervento punta a perseguire strategie di exit dopo aver contribuito allo sviluppo d’impresa, realizzando così una plusvalenza.
  • Il buy-back. Come terza opzione teniamo conto del classico buy-back. Questa possibilità di sviluppo della partecipazione al crowdfunding equity prevede il riacquisto delle quote da parte dei promotori originari. Infatti, quest’ultimi, dopo aver ottenuto un intervento grazie alla campagna di crowdfunding, possono riacquistare quanto ceduto sul mercato. Ciò permette l’oro di riprendere il controllo in maniera più diretta sulla gestione dell’impresa.
  • IPO. Infine, annotiamo un’altra possibile exit strategy, quella rappresentata dall’offerta pubblica iniziale (o IPO). Nel caso in cui la società raggiunga uno sviluppo tale da entrare a far parte del mercato regolamentato, è possibile valutare offerte pubbliche. Tramite queste operazioni, gli azionisti possono vendere le loro quote, raggiungendo l’obiettivo di partecipazione al crowdfunding equity.

Crowdfunding equity, altre soluzioni per l’investitore

In ogni caso, è bene sapere che per l’investitore in crowdfunding equity, la plusvalenza può essere ottenuta anche con operazioni più semplici. È il caso, infatti, della mera cessione della propria quota partecipazione ad altri investitori.

Facendo così, l’ormai ex-finanziatore, potrà far subentrare nuovi investitori, guadagnando dall’operazione.

Quindi, riassumendo, programmazione e conoscenza delle exit strategies sono fattori da non sottovalutare in ogni campagna di crowdfunding. L’efficacia della programmazione può portare tutti i soggetti coinvolti a guadagnare molto al momento della exit.

Se vuoi saperne di più sul mondo del crowdfunding equity e sulle exit strategy, rimani aggiornato sui prossimi contenuti sul tema.

Clicca qui sotto e

Business Angel Italia

Business Angel Italia, quanti sono e quanto investono?

Chiunque si interessi al mondo startup vuole sapere quanti e quali sono i Business Angel Italia.

Cos’è un Business Angel?

Il business angel è un investitore informale che investe somme in capitale di rischio. Generalmente i Business Angel Italia sono persone fisiche con buona disponibilità finanziaria, anche se non necessariamente titolari di grandi patrimoni.

Il Business Angel Italia, come da definizione, è una persona che aiuta e “aiuta dall’alto” un’idea di business sul nascere per farla decollare. Solitamente, questa figura si appassiona a una startup, la finanzia e la spinge sul mercato apportando, oltre la liquidità, anche la propria esperienza, le proprie conoscenze, i propri contatti.

Il Business Angel in Italia, come nel resto del mondo, investe risorse proprie e in cambio riceve una percentuale di equity. Così facendo esso diventa socio della società e può trarre profitto dalla riuscita della medesima.

In ogni caso, non è il mero guadagno a muovere le azioni dei Business Angel, spesso infatti essi sono intrigati da questa forma d’investimento per altri motivi. Ad esempio, una motivazione che li muove è quella di poter aiutare le aziende altamente innovative per fare “give back” (dare indietro qualcosa dopo aver fatto successo) o per poter sentirsi parte del processo d’innovazione del mercato.

Insomma, c’è una parte di “cuore” e di “conoscenza” in quello che fanno, non solo mero investimento economico.

I Business Angel Italia possono essere anche riuniti in club (ne esistono effettivamente diversi anche in Italia). I punti di riferimento a livello italiano per quanto riguarda l’attività dei Business Angels presenti sul territorio sono l’Associazione Italiana dei Business Angel (IBAN), Open Seed, nata nel 2016 per supportare le startup in fase pre-seed, o piattaforme internazionali come Angel List.

Business Angel Italia, quanti sono?

Per la natura dell’investimento, che non è facilmente tracciabile, è difficile quantificare a livello di Business Angel Italia quanti siano numericamente. Nonostante questo,  in una recente ricerca del Social Innovation Monitor, un team di ricerca che fa riferimento al Politecnico di Torino, è apparso che i Business Angels in Italia ammontano a 1014.

Di questi la metà fa parte di un Business Angel Group ed investe sistematicamente in imprese nuove e promettenti. Conoscere come intercettare questa offerta di finanziamento è dunque fondamentale per chi vuole fare business.

Dalla redazione del Business Plan, alla pianificazione operativa della startup, tutto deve essere pensato nell’ottica di attrarre gli investitori.

Infatti, sia i Business Angel Italia che gli altri investitori istituzionali o indiretti, hanno caratteristiche comuni. Di conseguenza il modo per attrarli e farli diventare parte di un progetto è piuttosto simile.

E lo sappiamo…

Dopo tutto, cosa sarebbe una startup senza fundraising?

Qual è il profilo di un Business Angel standard

Quando si parla di Business Angel Italia è possibile fare una profilazione generica basata sui dati. Si tratta in linea di massima d’imprenditori esperti, concentrati a livello geografico nel nord Italia con età media che varia fra i 40 e i 50 anni.

Il loro successo imprenditoriale passato è ciò che li spinge a promuovere attività che, secondo l’esperienza vissuta, presentano ottime potenzialità ai nastri di partenza.

In linea di massima stiamo parlando di profili maschili, anche se negli ultimi anni è cresciuto notevolmente il numero d’imprenditrici che optano per questo tipo d’investimento.

Quanto investono i Business Angels?

I Business Angel Italia intervengono in generale in fase di early stage in aziende a carattere innovativo con somme di denaro sia simboliche che ingenti, sia quando agiscono da soli che all’interno di una cordata.
In genere, in fase early stage, un Business Angel può intervenire mettendo sul piatto da un minimo di 5-10 mila euro sino a raggiungere cifre molto considerevoli come 100-200 mila euro. Il massimo d’investimento che un Business Angel italia può fare ammonta all’incirca a 500 mila euro.

Quali attività imprenditoriali nascenti prediligono i Business Angels in Italia?

Se vogliamo indicare il tipo di business prediletto dai Business Angels in Italia, il pensiero va a tutti quei servizi innovativi basati sulle nuove tecnologie.
Il settore che ha registrato infatti l’erogazione di maggiori somme nel 2019 è l’ICT (applicazioni e servizi web, mobile, software). Allo stesso tempo c’è un interesse spiccato nel settore del terziario avanzato e dei beni di consumo.
Questa analisi ci aiuta a capire meglio le possibilità che un determinato progetto può avere al cospetto di un Business Angel.
Devi considerare però che i Business Angels rappresentano solo una delle varie opzioni per reperire fondi per startup.
Infatti, un progetto può avere successo dalle prime fasi di avvio solo se riesce a mettere in atto un’ efficace e variegata attività di fund raising, che ben sfrutti tutte le possibilità offerte dal mercato.
Per saperne di più su come avviare un’attività in modo vincente e senza intoppi, o come intercettare i migliori Business Angels italiani, contattaci e
campagna di crowdfunding

Come iniziare a fare una campagna di crowdfunding: 7 step fondamentali

La tua startup è alla ricerca di fondi? Allora, una campagna di crowdfunding potrebbe fare al caso tuo e aiutarti a raggiungere in poco tempo i tuoi obiettivi.

Il crowdfunding è, al giorno d’oggi, uno dei metodi più utilizzati per raccogliere capitali, sia per le startup in fase pre-seed che per quelle che stanno per affrontare una fase di scale up.

I vantaggi di questo strumento sono davvero molti, tanto che anche Grownnectia ha aperto le porte a nuovi soci. Vuoi sapere com’è andata la raccolta? Ecco la nostra campagna crowdfunding raccontata da noi.

Ma che cosa bisogna fare per prepararsi al meglio all’avvio di una campagna di crowdfunding? Abbiamo raccolto per te i 7 step fondamentali per portarla al successo e ti sveleremo anche una tecnica efficace per dare un boost alla tua raccolta fondi.

Come avviare una campagna di crowdfunding di successo?

Prima di avviare una campagna di crowdfunding, è necessario predisporre tutto il necessario affinché il fundraising proceda speditamente e senza ostacoli.

L’obiettivo principale, oltre al rispetto di tutti gli adempimenti burocratici obbligatori che ogni piattaforma di crowdfunding sarà in grado di illustrarti a dovere, è quello di creare empatia tra il potenziale investitore e la startup che ricerca fondi.

Da ogni testo, video, email, comunicazione e intervista deve trasparire chiarezza e trasparenza ma anche entusiasmo per l’inizio di questa avventura di crowdfunding dal cui successo dipenderà l’avvio o lo scale up dell’azienda.

Ecco, quindi, i 7 step fondamentali per avviare la tua campagna di crowdfunding e raggiungere gli obiettivi che ti sei prefissato:

1 – Stabilisci un obiettivo

Ogni campagna di crowdfunding deve avere un obiettivo. Preoccupati, quindi, di definire fin da subito la cifra minima che desideri raccogliere, in quanto tempo e quali operazioni e attività compiere al raggiungimento di questa soglia.

Molte piattaforme di equity crowdfunding richiedono di stabilire anche una soglia massima, raggiunta la quale la raccolta si chiude automaticamente. Ricorda di indicare anche come spenderai il budget massimo, in caso di raggiungimento, per dimostrare trasparenza verso gli investitori e la presenza di una vision ben definita.

2 – Trova la piattaforma ideale

Negli ultimi anni le piattaforme di equity crowdfunding stanno davvero spopolando. Ce ne sono moltissime ed ognuna ha le proprie caratteristiche e peculiarità.

Prima di sceglierla, informati bene sul funzionamento delle campagne di crowdfunding, su quali documenti e informazioni richiede ogni piattaforma, senza trascurare gli aspetti legali e finanziari per la gestione del budget, durante e dopo la raccolta.

In questo modo, avrai la possibilità di preparare tutto il necessario per tempo e avviare spedito la tua campagna di crowdfunding.

3 – Prepara tutti i documenti necessari

Ogni piattaforma, per avviare la tua campagna di crowdfunding, ti chiederà di redigere una presentazione del tuo progetto e di consegnare alcuni documenti.

Quelli indispensabili, oltre alla Visura Camerale e allo Statuto Societario, sono il Pitch e il Business Plan. Se creati correttamente, questi documenti ti consentiranno di convincere i visitatori della piattaforma a sostenere il tuo progetto e diventare investitori.

4 – Stabilisci una ricompensa per gli investitori

Le ricompense sono un ottimo modo per incentivare gli investimenti. Una campagna di crowdfunding che prevede delle ricompense per i sostenitori avrà maggiori possibilità di raccolta.

Puoi offrire come ricompensa (o reward) offerte o sconti speciali, oppure puoi regalare il prodotto o il servizio o, ancora, potresti trovare una formula per coinvolgere attivamente i tuoi investitori nel progetto.

Ricorda di differenziare i reward per differenti fasce di investimento, così da gratificare maggiormente gli investitori più facoltosi.

5 – Crea una strategia di marketing

Non puoi pensare di partire con la tua campagna di crowdfunding senza prima aver fatto un po’ di pubblicità.

Sfrutta il tuo database di indirizzi email per informare della novità i tuoi clienti e sostenitori più accaniti e fai lo stesso sui Social Network, lavorando attivamente sulla tua community per scaldarla e creare un senso di aspettativa.

Poi, affianca a questi canali anche una strategia di Public Relations (PR) che attraverso dei comunicati stampa ti permetta di intercettare il tuo target tra i lettori di giornali e magazine specializzati nel tuo settore di riferimento.

6 – Racconta la tua storia, vision e mission

L’emozione è la più forte delle leve di marketing. Se sarai in grado di raccontare la tua storia attraverso un testo accattivante, le persone saranno incuriosite e ne vorranno sapere di più.
Così, potrai spiegare qual è il motivo per cui ti stai impegnando così tanto nel tuo progetto e coinvolgere il pubblico raccontando la tua vision e mission.

Il mezzo migliore per esprimere emozioni è sicuramente un video, che non deve essere troppo lungo per non annoiare, ma abbastanza esaustivo per fornire tutti gli strumenti utili a prendere una decisione.

Un video di circa 3 minuti può bastare, ma impegnati a catturare l’attenzione durante i primi 10 secondi, per invogliare l’utente a vederlo tutto.

7 – Tieni aggiornati i potenziali investitori

La maggior parte delle piattaforme di equity crowdfunding consente di esprimere il proprio interesse per un progetto, ancor prima di investire.

Così, il potenziale investitore può rimanere aggiornato sullo sviluppo della raccolta e ricevere comunicazioni mirate, per convincerlo ad effettuare l’investimento il prima possibile.

Non dimenticare, quindi, di tenere alta l’attenzione sul tuo progetto comunicando costantemente i risultati raggiunti con tutti coloro che potrebbero essere interessati a sostenerti.

Come dare un boost alla tua campagna di raccolta fondi

La leva della riprova sociale è una delle più potenti del marketing: siamo più propensi a fare ciò che altre persone hanno già fatto prima di noi. Quindi, perché non sfruttarla quando c’è in gioco il futuro dell’azienda?

Non è detto che sia così semplice applicarla alla tua startup, ma se ci riuscirai sarai a un passo dal successo.

Il segreto per richiamare altri finanziatori, è dimostrare che già molti altri hanno creduto nel tuo progetto. Cerca, quindi, di coinvolgere i tuoi sostenitori più accaniti fin da subito, così investiranno non appena la campagna sarà aperta.

La maggior parte delle aziende che in poche ore raggiunge il traguardo di raccolta del 30% grazie agli utenti fidelizzati, non avrà grandi difficoltà ad arrivare al proprio obiettivo minimo, se non addirittura all’overfunding!

Grownnectia, che ha fatto con successo questo tipo di campagna andando in overfunding (qui la sua storia), offre questo servizio di equity crowdfunding.

Anche tu stai per avviare la tua campagna di crowdfunding? Goditi al massimo questa grande avventura che farà la differenza per la tua startup! Non perdere i prossimi nostri consigli su questo tema.

bando smart money

Bando Smart Money, contributo a fondo perduto: ecco cosa bisogna sapere

Il bando Smart Money di Invitalia ti permette di usufruire di un contributo a fondo perduto sino a 40.000 euro. Un’occasione unica per accedere a incentivi statali per le startup innovative.

L’incentivo Smart Money è rivolto alle startup che intendono inserirsi sul mercato sfruttando i servizi e il know-how qualificato dei rappresentanti dell’ecosistema dell’innovazione. La definizione del progetto imprenditoriale passa così attraverso una fase di corretto finanziamento e incubazione.

L’obiettivo del bando Smart Money è quello di avvicinare le startup innovative alla rete degli incubatori e dei soggetti abilitati per rafforzare la presenza delle startup in Italia.

Il potenziamento delle capacità innovative di queste nuove aziende è il target ultimo dell’iniziativa. Grazie a Smart Money, le neo imprese possono usufruire di un contributo a fondo perduto per l’acquisto di servizi di incubazione e accelerazione per prepararsi ad essere competitive da subito sul mercato.

Il meccanismo del bando, come spiegheremo in dettaglio di seguito, si distingue in 2 fasi.

Promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico e gestito da Invitalia, la dotazione finanziaria totale dell’incentivo è di 9,5 milioni di euro.

Scopri come non perdere l’occasione di lanciare il tuo progetto di business in modo vincente sul mercato

 Bando Smart Money, come funziona

Il bando Smart Money eroga contributi in favore di startup innovative, facilitando il loro accesso ai processi di lancio d’impresa ideali per puntare a una futura trasformazione in scale-up.

Al bando possono partecipare:

  • Startup innovative costituende
  • Startup costituite da meno di 24 mesi

Il contributo a fondo perduto al quale sarà possibile accedere è basato su due fasi.

  • Fase 1. Il contributo è pari all’80% delle spese, con limite di 10.000 euro per azienda
  • Fase 2. Alle startup destinatarie del contributo previsto in fase 1 è data la possibilità di richiedere un’ulteriore agevolazione. Quest’ultima tranche è dedicata al sostegno all’investimento nel capitale di rischio da parte di Business Angels o investitori qualificati

Il contributo previsto è pari al 100% dell’investimento, con limite complessivo di 30.000 euro per impresa.

Nei giorni scorsi è stata resa nota la modalità per presentare domanda, un motivo in più per affrettarsi e provare ad usufruire del contributo.

La domanda potrà essere presentata dal 24 giugno 2021.

Bando Smart Money, come Grownnectia ti può aiutare

Grownnectia ti accompagna nella richiesta di accesso ai fondi previsti dal bando Smart Money e nella successiva crescita della tua startup, fino al crowdfunding.

Un percorso completo e ad hoc strutturato appositamente per chi intende partecipare al bando.

Grownnectia, in collaborazione con Scai Comunicazione, ha previsto un percorso di accelerazione personalizzato per affiancare le startup innovative interessate al bando Smart Money di Invitalia.

Le startup possono così trovare assistenza da parte di Grownnectia dalla fase di presentazione della domanda all’elaborazione di un piano organico per l’accelerazione d’impresa. Un modo per non lasciare solo chi ha deciso di affrontare questa sfida, offrendo supporto sia nella prima che nella seconda fase del bando.

Dopo l’accesso al contributo a fondo perduto, infatti, il tuo progetto verrà seguito in un piano strutturato, fornendoti gli strumenti e la metodologia che ti occorre.

Un piano ad hoc che occupa tutte le fasi di sviluppo della tua impresa, dalla consulenza strategica al crowdfunding.

Grazie al piano di crescita, è previsto inoltre anche l’accesso al Pitch Day per le migliori startup. Un’occasione per incontrare il nostro network e aumentare le potenzialità del tuo business. Infatti, grazie all’incontro con investitori e fondi di primissimo livello, potrai ottenere dei grossi vantaggi a livello di sviluppo della tua startup.

Questa potrebbe essere proprio l’opportunità ideale per accedere direttamente alla fase due del bando, ottenendo fino a 30.000 euro di contributo a fondo perduto.

40 mila euro per la tua startup, segui la live su Facebook

Se vuoi approfondire tutto ciò che riguarda l’accesso al bando Smart Money, non perderti la live dedicata di giovedi 17 giugno alle ore 17. Durante lo streaming live, Massimo Ciaglia e Michele Franzese approfondiranno i temi riguardanti il bando e le modalità di accesso.

La domanda di presentazione del 24 giugno è stata preannunciata come un click day, per questo, bisogna arrivare preparati al massimo al momento clou, inoltrando correttamente la richiesta del contributo a fondo perduto.

Desideri il supporto dei nostri esperti?

calcolo roi

Calcolo ROI: metriche e indicatori per quantificare il ritorno sull’investimento

Il calcolo ROI è un modo per valutare la riuscita di un investimento. Ma cos’è il ROI?

Il ritorno sull’investimento (ROI) è una metrica di redditività molto conosciuta, utilizzata per valutare il rendimento di un investimento. Ogni volta che si affronta un investimento, come ad esempio l’impiego di un budget in pubblicità, è fondamentale tenere traccia della sua redditività per noi e per la nostra azienda.