contributi a fondo perduto

Contributi a fondo perduto: ecco la lista aggiornata

In questo articolo parliamo di contributi a fondo perduto. Qui troverai la lista aggiornata delle occasioni da non perdere e che possono rappresentare un volano per il tuo progetto imprenditoriale.

Sappiamo benissimo, infatti, quanto la capacità di finanziare una startup (ma anche un’azienda più strutturata) sia decisiva, molto spesso, nel futuro di un’impresa. Ecco alcune possibilità offerte da fondi sia pubblici che privati.

Ti ricordo che per accedere a questi bandi anche a fondo perduto, è attivo il servizio di finanza agevolata consultabile da qui. 

 

Contributi a fondo perduto i tre quesiti principali

I contributi a fondo perduto rappresentano un importante strumento di sostegno per le startup e le piccole e medie imprese (SME) in Italia.

Questi finanziamenti non richiedono la restituzione del denaro ricevuto e possono essere utilizzati per sostenere progetti innovativi, investimenti in marketing o sviluppo di nuove idee imprenditoriali.

Per le imprese che operano in settori legati all’innovazione, come la tecnologia o l’ambiente, i contributi a fondo perduto possono essere una fonte cruciale di finanziamento per accelerare la crescita e la competitività sul mercato.

 

  • Quali sono i requisiti per ottenere contributi a fondo perduto?
    I requisiti per ottenere contributi a fondo perduto possono variare notevolmente a seconda del programma e dell’ente erogatore. In generale, potrebbero essere richiesti documenti aziendali, business plan, budget dettagliati e una chiara dimostrazione di come i fondi verranno utilizzati per promuovere l’innovazione, la crescita o altri obiettivi specifici. Assicurati di leggere attentamente i criteri di ammissibilità di ciascuna opportunità e preparare una candidatura solida che soddisfi tali requisiti.

 

  • Quali sono i settori o le aree in cui sono disponibili contributi a fondo perduto?
    I contributi a fondo perduto possono essere disponibili in una vasta gamma di settori e aree, ma spesso sono incentrati sull’innovazione, la sostenibilità ambientale, la ricerca e lo sviluppo, o la creazione di posti di lavoro. Alcuni programmi governativi o regionali potrebbero concentrarsi su settori specifici che sono ritenuti strategici per lo sviluppo economico della zona. È importante monitorare le opportunità disponibili nella tua regione e nel tuo settore di interesse per massimizzare le tue possibilità di ottenere finanziamenti a fondo perduto.

 

Voucher per consulenza in innovazione

Tra i contributi a fondo perduto che non possiamo non segnalarti c’è il Voucher per consulenza in innovazione. Si tratta di un sostegno alla trasformazione tecnologica e digitale delle PMI. La dotazione finanziaria stanziata per l’attuazione dell’intervento è pari a 75 milioni di euro.

Sostiene i processi di trasformazione tecnologica e digitale delle PMI e delle reti di impresa di tutto il territorio nazionale attraverso l’introduzione in azienda di figure manageriali e di ammodernare gli assetti gestionali e organizzativi dell’impresa, compreso l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali.

Il fondo è aperto a micro, piccole o medie imprese con sede legale o unità locale attiva sul territorio nazionale e che risultano iscritte al registro delle imprese della Camera di commercio.

Scopri di più sul voucher per consulenza in innovazione

Nuove Imprese a Tasso Zero

La misura “Nuove Imprese a Tasso Zero” è tra le più interessanti del momento.  Ha l’obiettivo, infatti, di sostenere, su tutto il territorio nazionale, la creazione e lo sviluppo di micro e piccole imprese a prevalente o totale partecipazione giovanile o femminile.

I contributi a fondo perduto di Nuove Imprese a Tasso Zero sono aperti a micro e piccole imprese costituite da non più di 60 mesi alla data di presentazione della domanda di agevolazione. La compagine societaria deve essere composta, per oltre la metà numerica dei soci e di quote di partecipazione, da soggetti di età compresa tra i 18 ed i 35 anni ovvero da donne.

Scopri di più su Nuove Imprese a Tasso Zero

Sostegno alle startup innovative (Smart & Start Italia)

Cerchi contributi a fondo perduto per la tua startup? Non perdere l’occasione offerta da smart & start Italia e i suoi incentivi per la nascita e la crescita imprese innovative ad alto contenuto tecnologico.

Smart&Start Italia finanzia piani d’impresa, di importo compreso tra 100 mila euro e 1,5 milioni di euro (ti invitiamo a seguire il link in calce all’articolo per scoprire tutte le categorie di spese ammesse).  La misura è aperta a tuytte le startup innovative italiane che si sono costituite da non più di 5 anni.

Scopri di più sulla misura sostegno alle startup innovative

Startup e PMI innovative – Incentivi fiscali de minimis

Parliamo di un incentivo molto interessante, perché agevola potenziali finanziatori e investitori in startup.  Esso prevede, infatti, una detrazione IRPEF del 50% destinata alle persone fisiche che investono nel capitale di rischio di startup innovative o PMI innovative.

Attenzione però, perché l’investimento deve essere mantenuto per almeno tre anni e può essere effettuato direttamente o tramite organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR) che investano prevalentemente in startup innovative o PMI innovative.

Scopri di più sugli incentivi fiscali de minimis

Incentivi all’autoimprenditorialità- Call StartappiAmo

Con gli incentivi all’autoimprenditorialità, Grownnectia lancia una misura unica e imperdibile per le startup. Con StartappiAmo, infatti, puoi finanziare il tuo progetto imprenditoriale a costo zero.

Come? Candida la tua idea: se ritenuta idonea dal team di Grownnectia, entrerà a far parte del suo programma di lancio sul mercato. Il tuo progetto imprenditoriale, verrà co-finanziata da Grownnectia e il resto lo finanzierai con uno dei bandi a cui parteciperai grazie al supporto di Grownnectia, anche a fondo perduto. L’azienda ti seguirà passo passo lungo tutto l’iter, dalla presentazione della domanda fino all’ottenimento del finanziamento.

Candida la tua idea

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investitori per startup

Investitori per startup: 5 modi per trovarli

In questo articolo ci concentriamo sul fund raising. In particolare, parleremo di 5 modi per trovare investitori per startup.

Sappiamo benissimo come i problemi di liquidità sono, molto spesso, alla base del fallimento di tante startup. Ecco perché abbiamo scelto di dedicare un articolo a questo argomento.

Investitori per startup: quale soluzione?

Ma è così difficile trovare investitori per startup? Non è facile dare una risposta a questa domanda. Quel che è certo è che le strade a disposizione sono diverse, ma è anche vero che bisogna sapersi muovere nei meandri delle diverse possibilità che il settore offre.

Investitori privati, crowdfunding, bandi, acceleratori, sono tutte opportunità da sfruttare, a patto che si parta da una consapevolezza.

I potenziali finanziatori sono pronti a rischiare, purché si convincano che davanti a sé ci sia un progetto imprenditoriale innovativo, serio e solido. Come? Mostrando un business plan a prova di investitore, che sappia portare a sintesi tutte le qualità dell’azienda.

Questa è la principale sfida che uno startupper che vuole farsi finanziare deve vincere. Andiamo a vedere le opportunità di fund raising più da vicino.

A questo proposito ti consigliamo di leggere il nostro articolo sui consigli da seguire per un business plan perfetto!

Investitori privati

Tra gli investitori startup, ci sono gli investitori privati (Angel Investors e Venture Capitalists) sono persone fisiche o gruppi di investitori disposti a finanziare le startup in cambio di una quota di partecipazione o azioni della società.

Gli “angel investor” sono spesso investitori individuali che forniscono finanziamenti all’inizio dello sviluppo della startup, mentre i “venture capitalist” sono società di investimento che investono somme più consistenti in startup con un alto potenziale di crescita.

I fondi di investimento sono un’altra strada da battere. Attenzione però: il nostro consiglio, a questo proposito, è fare fund raising con consapevolezza.

Per finanziamenti molto consistenti è opportuno rivolgersi a fondi di investimento (possibilmente da intercettare all’inizio del loro ciclo di vita), se la richiesta di finanziamento è di entità minore, allora è bene cercare di convincere investitori privati.

Per tutti, in ogni caso, vale una regola d’oro: andare da investitori abituati a finanziare il settore in cui operi. (Se la tua startup opera nel settore hitech, evita di perdere tempo con investitori che lavorano con marchi di abbigliamento).

Chi sono i business angels italiani

Crowdfunding

Il crowdfunding è un metodo di finanziamento che coinvolge una grande quantità di persone, ognuna delle quali contribuisce con una piccola somma di denaro per sostenere il progetto della startup. Esistono diverse piattaforme di crowdfunding online, come Kickstarter o Indiegogo, che consentono alle startup di presentare la loro idea e raccogliere fondi da potenziali sostenitori.

Cerchi investitori per startup? Devi sapere che esistono diversi tipi di crowdfunding, i 3 più noti sono:

  • Reward-based crowdfunding: le persone contribuiscono finanziando un progetto e ricevono in cambio una ricompensa, come un prodotto o servizio correlato al progetto
  • Equity crowdfunding: gli investitori forniscono finanziamenti in cambio di una quota di proprietà o azioni della società
  • Donation-based crowdfunding: donazioni senza un ritorno finanziario o una ricompensa tangibile.

Come fare crowdfunding? Grownnectia, società di advisory per startup e corporate, può fornirti questo servizio. Qui maggiori info sul servizio di equity crowdfunding su Grownnectia

Bandi e startup competition

Bandi pubblici e startup competition sono delle occasioni da sfruttare, perché offrono sovvenzioni o finanziamenti a fondo perduto, agevolazioni fiscali, premi in denaro o investimenti per le migliori proposte.

Tra i bandi pubblici che ti consigliamo ci sono On – Nuove Imprese a Tasso Zero e Resto al Sud.

Per accedere ai bandi più adatti al tuo progetto imprenditoriale, puoi accedere da qui al servizio dedicato di finanza agevolata.

 Acceleratori e incubatori

Tra gli investitori per startup, ci sono gli acceleratori e incubatori: mettono a disposizione delle startup programmi che offrono mentorship, risorse, networking e spazio fisico. Gli acceleratori hanno spesso un periodo di 3-6 mesi durante il quale le startup ricevono supporto intensivo.

Molti di questi programmi si concludono con un pitch in cui la startup viene presentata a un network di investitori. La startup, insomma, ha un occasione d’oro: farsi notare e ricevere fondi!

Un programma che offre questa opportunità è il Pay4Growth®! A termine del programma, le migliori startup vengono presentate agli investitori durante il pitch day. Un servizio a cui si può accedere anche senza seguire il programma, se si hanno i requisiti richiesti.

Incentivi all’autoimprenditorialità

C’è una grande novità promossa da Grownnectia per quanto riguarda l’argomento investitori per startup!

Infatti, la società di consulenza ha lanciato la Call StartappiAmo, in cui co-investe il 20%, in co-investimento per la restante parte dai fondi pubblici!

Se cerchi investitori per startup, candidati alla challenge.

La tua idea, se idonea, entrerà a far parte di un programma che ti consentirà di trasformare il tuo progetto in una startup ricevendo il supporto completo software e marketing.

Inoltre, il team di Grownnectia si occuperà di tutto, anche degli step burocratici al business plan fino alla presentazione della domanda e all’ottenimento del finanziamento!

Entrerai così a far parte del programma di accelerazione il Pay4Growth® e la tua idea arriverà fino al lancio sul mercato senza costi!

Qui i dettagli sulla Call StartappiAmo.

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bandi per startup

Bandi per startup: ecco le opportunità da non perdere

Vuoi partecipare a bandi per startup o a finanziamenti per startup a fondo perduto? Qui tutto ciò che ti occorre sapere sulle prossime e imminenti opportunità.

Continuano i nostri aggiornamenti sul mondo startup e in particolare relativi alle call o ai bandi per startup. Sono molti i lettori che ci hanno chiesto dettagli sui prossimi contest e applications a cui potersi iscrivere.

investitori

Come trovare investitori: 2 soluzioni

Come trovare investitori? È una domanda che ricorre spesso fra gli startupper. Purtroppo, ci tocca ricordare come è proprio la mancanza di fondi a condannare tante start up al fallimento (tasso che in Italia si attesta fino al 90%). In questo articolo, quindi, andiamo a suggerire due soluzioni che potranno aiutarti a cercare e convincere finanziatori:

regolamento consob crowdfunding

Regolamento consob crowdfunding: scarica il pdf

Il regolamento Consob Crowdfunding indica il punto di riferimento normativo per la raccolta di capitali online.

Ma perché è importante informarsi sul come fare crowdfunding al giorno d’oggi?

Ci siamo concentrati più volte su vari aspetti della raccolta fondi per startup perché le campagne di crowdfunding sono il modo ideale per finanziare nuove idee di business. Al giorno d’oggi infatti, con la crescente difficoltà nel reperire finanziamenti rivolgendosi alle banche, il crowdfunding rappresenta uno strumento essenziale per raggiungere il successo.

Certo, fra dire e il fare, c’è di mezzo il mare. Per questo, è fondamentale essere consci di come va impostata una corretta campagna di raccolta fondi e quali sono gli errori tipici da evitare.

Quando si parla di raccolta fondi rivolta a una platea di potenziali investitori ci si riferisce sempre di più all’equity crowdfunding. Tramite la pubblicazione di campagne di raccolta fondi online, si possono infatti reperire le risorse essenziali per far progredire un progetto d’impresa e affrontare subito da protagonisti il mercato di riferimento.

Come dicevamo, l’equity crowdfunding consente agli investitori di finanziare startup e imprese innovative tramite portali online accreditati. Ciò permette agli investitori di ottenere vari tipi di “reward”, come l’ottenimento di quote societarie di una startup promettente, e consente a chi ha ideato la startup di attingere ai fondi necessari per lo sviluppo d’impresa.

Per questo, si sono rese necessarie nel tempo procedure chiare e standardizzate, per effettuare questo processo nel più trasparente e corretto dei modi.

Le normative sul crowdfunding in Italia

L’Italia è il primo Paese in Europa ad aver adottato una normativa specifica e organica sul crowdfunding. L’obiettivo di quest’iniziativa, è quello di facilitare lo sviluppo di finanziamenti per startup (e non solo) alternativi al sistema bancario.

La normativa in questione è riferita alla negoziazione delle partecipazioni sociali (equity crowdfunding) ed è stata introdotta per la prima volta nel 2012 tramite il c.d. “Decreto crescita 2.0”, recante “Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese” e reso successivamente operativo per mezzo di regolamenti emanati dalla Consob.

Nel corso del tempo inoltre, con il D.L. n. 3 del 24 gennaio 2015  (“Decreto Investment Impact”), è stato consentito l’accesso al crowdfunding anche alle aziende qualificate come PMI innovative. Inoltre, il decreto ha aperto la possibilità anche a organismi d’investimento collettivo del risparmio (OICR) e alle società che investono prevalentemente in start-up/PMI innovative di collocare online – tramite quindi l’equity crowdfunding – i propri capitali.

Con la Legge di Bilancio 2017 è stata concessa invece la quotazione tramite portali di crowdfunding anche alle PMI non innovative costituite nella forma di società per azioni (S.p.A.). Infine, il Decreto Legge n. 50 del 24 aprile 2017 ha, definitivamente, esteso la possibilità di ricorrere all’equity crowdfunding a tutte le PMI.

Il regolamento consob crowdfunding

Il regolamento Consob crowdfunding, è stato adottato con delibera n. 18592 del 26 giugno 2013 e modificato negli anni con varie delibere. Recentemente una nuova delibera, la 21259 del 6 febbraio 2020, ha aggiornato il regolamento apportando delle modifiche sostanziali. Queste variazioni continue sono rese necessarie dalla peculiarità dell’equity crowdfunding, che si evolve continuamente di pari passo con l’ecosistema startup e col mercato.

Il quadro normativo aggiornato è consultabile dal sito della Consob, e scaricabile in PDF per un’attenta lettura.

Scarica qui il PDF del regolamento.

Il regolamento approfondisce ogni aspetto normativo dell’equity crowdfunding in Italia.

Dalle regole per il registro e la disciplina dei gestori di portali, alla disciplina delle offerte tramite portali, il regolamento consob crowdfunding stabilisce le norme da seguire per permettere a investitori, startup, PMI e altri tipi di società di sfruttare questa innovativa forma di finanziamento.

I servizi crowdfunding per startup di Grownnectia

Per iniziare una campagna di raccolta fondi efficace, tuttavia, non basta conoscere il regolamento consob crowdfunding. Infatti, è necessario acquisire le conoscenze e fissare dei punti chiave per rendere appetibile la tua proposta agli investitori.

In fase preliminare quindi è bene subito realizzare fra le varie cose: quanto vale il proprio progetto d’impresa, quanti soldi si necessitano di finanziamento e quante quote si intendono cedere.

In questa fase, specialmente se sei un neo imprenditore può risultare difficile orientarsi.

Per questo abbiamo pensato di offrirti la possibilità, tramite un servizio dedicato, di realizzare una campagna di raccolta fondi basata sui più alti standard qualitativi.

Grazie al supporto del nostro team di professionisti potrai sfruttare le conoscenze dei nostri mentor e sviluppare una strategia vincente per la tua raccolta fondi. Con attività che vanno dallo sviluppo di un investor deck, al digital advertising e al social media marketing, potrai così preparare al meglio la tua startup a sbarcare sul mercato e ad avere successo grazie ai fondi raccolti.

La professionalità e la presentazione della startup sono infatti fattori fondamentali per convincere gli investitori a partecipare alla tua impresa. Come affermato da Michele Franzese in una puntata sull’equity crowdfunding di “Un’ora al Massimo” di Massimo Ciaglia, “l’investitore che punta 250 euro sulla tua startup prima vuole ispezionare la tua casa (intesa come azienda). Pensa alla tua startup come una casa da presentare, far trovare gli interni in disordine e le briciole sul tavolo, non aiuta a far colpo su chi vuole investire!”

Vuoi scoprire di più sul nostro servizio equity crowdfunding?

 

crowdfunding equity

Crowdfunding Equity : le exit strategies

Il crowdfunding equity è una forma d’investimento che consente a una platea d’investitori d’immettere risorse economiche per il finanziamento di startup con progetti innovativi attraverso portali online accreditati. Ciò permette agli investitori di ottenere quote societarie delle imprese in cui “scommettono”.

Ma qual è l’obiettivo dell’acquisizione di una quota (equity) tramite il crowdfunding equity?

In primis ricordiamoci cos’è un progetto di crowdfunding e come avviarlo al meglio.

I progetti di crowdfunding portano risorse economiche alla startup consentendole di raggiungere determinati obiettivi. Gli obiettivi, quindi, sono condivisi con la platea d’investitori che hanno dalla parte loro, come immaginabile, interesse a realizzare un ritorno economico entro un determinato lasso di tempo.

Il crowdfunding è uno strumento potentissimo di finanziamento di un progetto, che spesso fa la differenza fra il successo o l’insuccesso di una startup.

Le campagne di crowdfunding possono portare a risultati importanti in termini economici (vedi qui un esempio).

Proprio per questo, per sapere cosa mette in serbo il futuro a chi partecipa al crowdfunding equity, è fondamentale conoscere e prevedere quali sono le exit strategies.

Crowdfunding equity, in cosa consiste l’exit strategy?

L’exit strategy nel crowdfunding equity consiste nella strategia d’uscita dall’investimento che di norma coincide col raggiungimento dell’obiettivo prefissato.

In alcuni casi, i meno fortunati, ovviamente, l’uscita dalla partecipazione societaria avvenuta in passato tramite crowdfunding equity può avvenire per cessazione dell’azienda.

Proprio per evitare questo epilogo è chiaro che, dalla parte della startup, sia necessario prevedere e proporre una o più strategie d’uscita sin dagli albori del progetto.

Gli obiettivi del crowdfunding equity possono essere annotati sul business plan in modo da far conoscere al potenziale investitore da subito i possibili scenari futuri.

Le exit strategies sono molteplici e possono integrarsi e sovrapporsi l’una all’altra, per questo si parla di una pluralità di obiettivi da raggiungere e non di uno solo.

Le strategie d’uscita da un progetto di crowdfunding equity

Il crowdfunding equity, non essendo ovviamente “beneficienza” ed essendo diverso da altre forme di finanziamento di una startup nelle fasi iniziali e d’incubazione, prevede delle exit strategies di vario tipo.

Vediamo quindi quali sono le principali.

Le possibili crowdfunding equity exit strategies sono generalmente:

  • Acquisto da parte di competitors. L’ exit strategy principale prevista dal crowdfunding equity è rappresentata dall’acquisto della startup da parte di concorrenti. Ma non solo, l’acquisto può essere anche effettuato da operatori che conoscono le potenzialità di sviluppo del progetto e decidono d’intervenire attraverso operazioni di merger and acquisition. Senza scendere nel dettaglio giuridico e nelle varie forme in cui queste operazioni possono avere luogo, appare dunque chiaro lo scopo del tutto: cercare di cedere le quote societarie al più alto valore possibile.
  • L’intervento da parte di fondi. Un altro possibile obiettivo per l’epilogo di una partecipazione al crowdfunding equity è quello di coinvolgere fondi, come quelli di venture capital e di private equity. Tali fondi possono interessarsi per il rilevamento di tutte le quote societarie o di una parte. Come è noto, questi fondi intervengono successivamente alla fase di avvio di una startup, quindi ad impresa già parzialmente rodata. Il loro intervento punta a perseguire strategie di exit dopo aver contribuito allo sviluppo d’impresa, realizzando così una plusvalenza.
  • Il buy-back. Come terza opzione teniamo conto del classico buy-back. Questa possibilità di sviluppo della partecipazione al crowdfunding equity prevede il riacquisto delle quote da parte dei promotori originari. Infatti, quest’ultimi, dopo aver ottenuto un intervento grazie alla campagna di crowdfunding, possono riacquistare quanto ceduto sul mercato. Ciò permette l’oro di riprendere il controllo in maniera più diretta sulla gestione dell’impresa.
  • IPO. Infine, annotiamo un’altra possibile exit strategy, quella rappresentata dall’offerta pubblica iniziale (o IPO). Nel caso in cui la società raggiunga uno sviluppo tale da entrare a far parte del mercato regolamentato, è possibile valutare offerte pubbliche. Tramite queste operazioni, gli azionisti possono vendere le loro quote, raggiungendo l’obiettivo di partecipazione al crowdfunding equity.

Crowdfunding equity, altre soluzioni per l’investitore

In ogni caso, è bene sapere che per l’investitore in crowdfunding equity, la plusvalenza può essere ottenuta anche con operazioni più semplici. È il caso, infatti, della mera cessione della propria quota partecipazione ad altri investitori.

Facendo così, l’ormai ex-finanziatore, potrà far subentrare nuovi investitori, guadagnando dall’operazione.

Quindi, riassumendo, programmazione e conoscenza delle exit strategies sono fattori da non sottovalutare in ogni campagna di crowdfunding. L’efficacia della programmazione può portare tutti i soggetti coinvolti a guadagnare molto al momento della exit.

Se vuoi saperne di più sul mondo del crowdfunding equity e sulle exit strategy, rimani aggiornato sui prossimi contenuti sul tema.

Clicca qui sotto e

Business Angel Italia

Business Angel Italia, quanti sono e quanto investono?

Chiunque si interessi al mondo startup vuole sapere quanti e quali sono i Business Angel Italia.

Cos’è un Business Angel?

Il business angel è un investitore informale che investe somme in capitale di rischio. Generalmente i Business Angel Italia sono persone fisiche con buona disponibilità finanziaria, anche se non necessariamente titolari di grandi patrimoni.

Il Business Angel Italia, come da definizione, è una persona che aiuta e “aiuta dall’alto” un’idea di business sul nascere per farla decollare. Solitamente, questa figura si appassiona a una startup, la finanzia e la spinge sul mercato apportando, oltre la liquidità, anche la propria esperienza, le proprie conoscenze, i propri contatti.

Il Business Angel in Italia, come nel resto del mondo, investe risorse proprie e in cambio riceve una percentuale di equity. Così facendo esso diventa socio della società e può trarre profitto dalla riuscita della medesima.

In ogni caso, non è il mero guadagno a muovere le azioni dei Business Angel, spesso infatti essi sono intrigati da questa forma d’investimento per altri motivi. Ad esempio, una motivazione che li muove è quella di poter aiutare le aziende altamente innovative per fare “give back” (dare indietro qualcosa dopo aver fatto successo) o per poter sentirsi parte del processo d’innovazione del mercato.

Insomma, c’è una parte di “cuore” e di “conoscenza” in quello che fanno, non solo mero investimento economico.

I Business Angel Italia possono essere anche riuniti in club (ne esistono effettivamente diversi anche in Italia). I punti di riferimento a livello italiano per quanto riguarda l’attività dei Business Angels presenti sul territorio sono l’Associazione Italiana dei Business Angel (IBAN), Open Seed, nata nel 2016 per supportare le startup in fase pre-seed, o piattaforme internazionali come Angel List.

Business Angel Italia, quanti sono?

Per la natura dell’investimento, che non è facilmente tracciabile, è difficile quantificare a livello di Business Angel Italia quanti siano numericamente. Nonostante questo,  in una recente ricerca del Social Innovation Monitor, un team di ricerca che fa riferimento al Politecnico di Torino, è apparso che i Business Angels in Italia ammontano a 1014.

Di questi la metà fa parte di un Business Angel Group ed investe sistematicamente in imprese nuove e promettenti. Conoscere come intercettare questa offerta di finanziamento è dunque fondamentale per chi vuole fare business.

Dalla redazione del Business Plan, alla pianificazione operativa della startup, tutto deve essere pensato nell’ottica di attrarre gli investitori.

Infatti, sia i Business Angel Italia che gli altri investitori istituzionali o indiretti, hanno caratteristiche comuni. Di conseguenza il modo per attrarli e farli diventare parte di un progetto è piuttosto simile.

E lo sappiamo…

Dopo tutto, cosa sarebbe una startup senza fundraising?

Qual è il profilo di un Business Angel standard

Quando si parla di Business Angel Italia è possibile fare una profilazione generica basata sui dati. Si tratta in linea di massima d’imprenditori esperti, concentrati a livello geografico nel nord Italia con età media che varia fra i 40 e i 50 anni.

Il loro successo imprenditoriale passato è ciò che li spinge a promuovere attività che, secondo l’esperienza vissuta, presentano ottime potenzialità ai nastri di partenza.

In linea di massima stiamo parlando di profili maschili, anche se negli ultimi anni è cresciuto notevolmente il numero d’imprenditrici che optano per questo tipo d’investimento.

Quanto investono i Business Angels?

I Business Angel Italia intervengono in generale in fase di early stage in aziende a carattere innovativo con somme di denaro sia simboliche che ingenti, sia quando agiscono da soli che all’interno di una cordata.
In genere, in fase early stage, un Business Angel può intervenire mettendo sul piatto da un minimo di 5-10 mila euro sino a raggiungere cifre molto considerevoli come 100-200 mila euro. Il massimo d’investimento che un Business Angel italia può fare ammonta all’incirca a 500 mila euro.

Quali attività imprenditoriali nascenti prediligono i Business Angels in Italia?

Se vogliamo indicare il tipo di business prediletto dai Business Angels in Italia, il pensiero va a tutti quei servizi innovativi basati sulle nuove tecnologie.
Il settore che ha registrato infatti l’erogazione di maggiori somme nel 2019 è l’ICT (applicazioni e servizi web, mobile, software). Allo stesso tempo c’è un interesse spiccato nel settore del terziario avanzato e dei beni di consumo.
Questa analisi ci aiuta a capire meglio le possibilità che un determinato progetto può avere al cospetto di un Business Angel.
Devi considerare però che i Business Angels rappresentano solo una delle varie opzioni per reperire fondi per startup.
Infatti, un progetto può avere successo dalle prime fasi di avvio solo se riesce a mettere in atto un’ efficace e variegata attività di fund raising, che ben sfrutti tutte le possibilità offerte dal mercato.
Per saperne di più su come avviare un’attività in modo vincente e senza intoppi, o come intercettare i migliori Business Angels italiani, contattaci e
campagna di crowdfunding

Come iniziare a fare una campagna di crowdfunding: 7 step fondamentali

La tua startup è alla ricerca di fondi? Allora, una campagna di crowdfunding potrebbe fare al caso tuo e aiutarti a raggiungere in poco tempo i tuoi obiettivi.

Il crowdfunding è, al giorno d’oggi, uno dei metodi più utilizzati per raccogliere capitali, sia per le startup in fase pre-seed che per quelle che stanno per affrontare una fase di scale up.

I vantaggi di questo strumento sono davvero molti, tanto che anche Grownnectia ha aperto le porte a nuovi soci. Vuoi sapere com’è andata la raccolta? Ecco la nostra campagna crowdfunding raccontata da noi.

Ma che cosa bisogna fare per prepararsi al meglio all’avvio di una campagna di crowdfunding? Abbiamo raccolto per te i 7 step fondamentali per portarla al successo e ti sveleremo anche una tecnica efficace per dare un boost alla tua raccolta fondi.

Come avviare una campagna di crowdfunding di successo?

Prima di avviare una campagna di crowdfunding, è necessario predisporre tutto il necessario affinché il fundraising proceda speditamente e senza ostacoli.

L’obiettivo principale, oltre al rispetto di tutti gli adempimenti burocratici obbligatori che ogni piattaforma di crowdfunding sarà in grado di illustrarti a dovere, è quello di creare empatia tra il potenziale investitore e la startup che ricerca fondi.

Da ogni testo, video, email, comunicazione e intervista deve trasparire chiarezza e trasparenza ma anche entusiasmo per l’inizio di questa avventura di crowdfunding dal cui successo dipenderà l’avvio o lo scale up dell’azienda.

Ecco, quindi, i 7 step fondamentali per avviare la tua campagna di crowdfunding e raggiungere gli obiettivi che ti sei prefissato:

1 – Stabilisci un obiettivo

Ogni campagna di crowdfunding deve avere un obiettivo. Preoccupati, quindi, di definire fin da subito la cifra minima che desideri raccogliere, in quanto tempo e quali operazioni e attività compiere al raggiungimento di questa soglia.

Molte piattaforme di equity crowdfunding richiedono di stabilire anche una soglia massima, raggiunta la quale la raccolta si chiude automaticamente. Ricorda di indicare anche come spenderai il budget massimo, in caso di raggiungimento, per dimostrare trasparenza verso gli investitori e la presenza di una vision ben definita.

2 – Trova la piattaforma ideale

Negli ultimi anni le piattaforme di equity crowdfunding stanno davvero spopolando. Ce ne sono moltissime ed ognuna ha le proprie caratteristiche e peculiarità.

Prima di sceglierla, informati bene sul funzionamento delle campagne di crowdfunding, su quali documenti e informazioni richiede ogni piattaforma, senza trascurare gli aspetti legali e finanziari per la gestione del budget, durante e dopo la raccolta.

In questo modo, avrai la possibilità di preparare tutto il necessario per tempo e avviare spedito la tua campagna di crowdfunding.

3 – Prepara tutti i documenti necessari

Ogni piattaforma, per avviare la tua campagna di crowdfunding, ti chiederà di redigere una presentazione del tuo progetto e di consegnare alcuni documenti.

Quelli indispensabili, oltre alla Visura Camerale e allo Statuto Societario, sono il Pitch e il Business Plan. Se creati correttamente, questi documenti ti consentiranno di convincere i visitatori della piattaforma a sostenere il tuo progetto e diventare investitori.

4 – Stabilisci una ricompensa per gli investitori

Le ricompense sono un ottimo modo per incentivare gli investimenti. Una campagna di crowdfunding che prevede delle ricompense per i sostenitori avrà maggiori possibilità di raccolta.

Puoi offrire come ricompensa (o reward) offerte o sconti speciali, oppure puoi regalare il prodotto o il servizio o, ancora, potresti trovare una formula per coinvolgere attivamente i tuoi investitori nel progetto.

Ricorda di differenziare i reward per differenti fasce di investimento, così da gratificare maggiormente gli investitori più facoltosi.

5 – Crea una strategia di marketing

Non puoi pensare di partire con la tua campagna di crowdfunding senza prima aver fatto un po’ di pubblicità.

Sfrutta il tuo database di indirizzi email per informare della novità i tuoi clienti e sostenitori più accaniti e fai lo stesso sui Social Network, lavorando attivamente sulla tua community per scaldarla e creare un senso di aspettativa.

Poi, affianca a questi canali anche una strategia di Public Relations (PR) che attraverso dei comunicati stampa ti permetta di intercettare il tuo target tra i lettori di giornali e magazine specializzati nel tuo settore di riferimento.

6 – Racconta la tua storia, vision e mission

L’emozione è la più forte delle leve di marketing. Se sarai in grado di raccontare la tua storia attraverso un testo accattivante, le persone saranno incuriosite e ne vorranno sapere di più.
Così, potrai spiegare qual è il motivo per cui ti stai impegnando così tanto nel tuo progetto e coinvolgere il pubblico raccontando la tua vision e mission.

Il mezzo migliore per esprimere emozioni è sicuramente un video, che non deve essere troppo lungo per non annoiare, ma abbastanza esaustivo per fornire tutti gli strumenti utili a prendere una decisione.

Un video di circa 3 minuti può bastare, ma impegnati a catturare l’attenzione durante i primi 10 secondi, per invogliare l’utente a vederlo tutto.

7 – Tieni aggiornati i potenziali investitori

La maggior parte delle piattaforme di equity crowdfunding consente di esprimere il proprio interesse per un progetto, ancor prima di investire.

Così, il potenziale investitore può rimanere aggiornato sullo sviluppo della raccolta e ricevere comunicazioni mirate, per convincerlo ad effettuare l’investimento il prima possibile.

Non dimenticare, quindi, di tenere alta l’attenzione sul tuo progetto comunicando costantemente i risultati raggiunti con tutti coloro che potrebbero essere interessati a sostenerti.

Come dare un boost alla tua campagna di raccolta fondi

La leva della riprova sociale è una delle più potenti del marketing: siamo più propensi a fare ciò che altre persone hanno già fatto prima di noi. Quindi, perché non sfruttarla quando c’è in gioco il futuro dell’azienda?

Non è detto che sia così semplice applicarla alla tua startup, ma se ci riuscirai sarai a un passo dal successo.

Il segreto per richiamare altri finanziatori, è dimostrare che già molti altri hanno creduto nel tuo progetto. Cerca, quindi, di coinvolgere i tuoi sostenitori più accaniti fin da subito, così investiranno non appena la campagna sarà aperta.

La maggior parte delle aziende che in poche ore raggiunge il traguardo di raccolta del 30% grazie agli utenti fidelizzati, non avrà grandi difficoltà ad arrivare al proprio obiettivo minimo, se non addirittura all’overfunding!

Grownnectia, che ha fatto con successo questo tipo di campagna andando in overfunding (qui la sua storia), offre questo servizio di equity crowdfunding.

Anche tu stai per avviare la tua campagna di crowdfunding? Goditi al massimo questa grande avventura che farà la differenza per la tua startup! Non perdere i prossimi nostri consigli su questo tema.