modello canvas

Modello Canvas

 

  1. Segmenti di clientela: chi sono i clienti target dell’azienda?
  2. Proposta di valore: quali sono i prodotti o servizi offerti all’interno del modello di business?
  3. Canali: come fa l’azienda a raggiungere i suoi clienti e consegna la proposta di valore?
  4. Relazioni con i clienti: in che modo avviene l’interazione e la relazione con i clienti?
  5. Flussi di ricavi: come vengono generate le entrate?
  6. Risorse chiave: quali sono le risorse necessarie per supportare il modello di business?
  7. Attività chiave: quali sono le attività chiave da svolgere per supportare il modello di business?
  8. Partner e fornitori: con chi l’organizzazione lavora per supportare il suo modello di business?
  9. Struttura dei costi: quali sono i costi associati al modello di business dell’organizzazione?
Canva Value Proposition Template

Canva Value Proposition: template e video corso gratuito per compilarlo

Il Canva Value Proposition è uno strumento utilissimo per ogni startupper e che può essere considerato un focus su due dei blocchi del Business Model Canvas, ovvero le sezioni che riguardano clienti e, appunto, la proposta di valore, in particolare:

  • Chi sono i potenziali clienti? C’è davvero qualcuno disposto a spendere per ottenere il tuo prodotto?
  • Qual è la Value Proposition del bene/servizio ?

Il Canva Value Proposition è indispensabile?

Cominciare senza basi solide vuol dire iniziare un cammino verso il rischio fallimento. Ciò vale, a maggior ragione, per le startup. Il Canva Value Proposition deve far parte della cassetta degli attrezzi di uno startupper per un motivo essenziale:

aiuta a non commettere uno dei tipici errori di chi ha un’idea di business: credere di sapere quel che vogliono i clienti.

Una percezione sbagliata che nella maggior parte è riconducibile a una lettura superficiale del mercato di riferimento, che si poggia molte volte su ciò che si pensa, sul sentito dire, su luoghi comuni.

Nella realtà, invece, la proposta di valore, ossia i motivi per cui i clienti dovrebbero scegliere proprio la tua offerta e non quella dei tuoi competitor, va cercata altrove.

Il CVP interviene proprio nel correggere questa distorsione. Come? Attraverso un template che ti consente di chiarire necessità dei clienti e tipo di offerta.

Una volta compilato, il Canva Value Proposition si rivelerà una segnaletica che ti indicherà la strada giusta per trovare l’esatta Proposta di Valore.

Avrai perciò una freccia in più nell’arco di possibilità della tua startup. 

CVP: la divisione in due blocchi

Il Canva Value Proposition ricopre un ruolo cruciale. Conoscere il cliente, infatti, non significa solo compilare delle Buyer Personas efficaci (qui come si compila e il template per il download buyer personas).

L‘identikit del tuo potenziale cliente da solo non basta. Occorre sapere anche cosa gli si va a offrire e in che modo questa offerta si lascia preferire a quella dei competitor.

Partire dalla risposta a domande come queste (I miei clienti ottengono un vantaggio dal mio prodotto? Quale? Come mi differenzio dalla concorrenza? Quali sono i miei valori? E quelli dei miei clienti?) è il primo passo da fare prima di compilare il template del Canva Value Proposition.

Il template

Il template del Canva Value Proposition è composto da due blocchi molto riconoscibili anche graficamente: un quadrato e un cerchio. All’interno del quadrato del Canva Value Proposition troveremo le sezioni dedicate all’offerta, all’interno del cerchio le sezioni dedicate al cliente.

In particolare:

  • all’interno del cerchio dovrai compilare le sezioni che riguardano Vantaggi (quelli che il cliente spera di ottenere), Doveri (cosa sta cercando di ottenere il cliente, ad esempio, in termini di risoluzione dei problemi) Sofferenze (le negatività che il cliente potrebbe incontrare prima, durante o dopo la sua attività)
  • all’interno del quadrato dovrai compilare le sezioni che riguardano il prodotto, i vantaggi (in che modo il prodotto offre i vantaggi che i clienti si aspettano), il modo in cui le sofferenze del cliente vengono ridotte (anche in questo caso si tratta di un sotto blocco speculare a quello all’interno del cerchio. Alle sofferenze corrispondono il loro lenimento, determinato dall’utilizzo del prodotto).

Value Propositions Canvas o Business Model Canvas?

Arrivati a questo punto, potrebbe esserti sorto un dubbio. Canva Value Proposition e Business Model canvas sono uguali? Posso usare uno e fare a meno dell’altro?

La risposta è no a entrambe le domande. Business Model Canvas e Value Propositions Canvas, infatti, sono due strumenti complementari, la cui utilità insorge in fasi differenti della vita di un’azienda. Nei prossimi paragrafi andiamo a vedere meglio questo aspetto.

Quando utilizzare il Business Model Canvas

L’utilizzo del Business Model Canvas è ideale all’inizio dell’attività di una azienda (indipendentemente che questa sia o meno una start up). In particolare, grazie al BMC, è possibile avere un’idea chiara delle potenzialità del progetto imprenditoriale.

In una singola pagina, infatti, sarà possibile valutare se, e come, l’azienda riuscirà a monetizzare. Il documento è utile sia come punto di riferimento interno (dunque ad uso e consumo del team) che esterno: in  questo senso può servire anche a potenziali investitori, che in modo semplice, chiaro ed efficace potranno toccare con mano il modello di business e le sue possibilità di conquistare il mercato.

Quando utilizzare il Value Propositions Canvas

Il Value Propositions Canvas o Canva Value Proposition può benissimo essere considerato come una integrazione del BMC, in particolare dei suoi primi due blocchi. Interviene, quindi, generalmente in una fase un po’ più matura della vita dell’azienda, laddove deve essere ottimizzato il prodotto.

A questo proposito, ti consigliamo di leggere il nostro articolo su Business Model Canvas, Lean Canvas, The Startup Canvas: quale modello usare per la propria startup?

Conclusioni

Come avrai potuto intuire, sia Business Model canvas che Value Propositions Canvas sono due strumenti ugualmente utili, perché entrambi concorrono a definire l’azienda. Il primo si occupa del modello di business (ed è dunque più generico), il secondo si concentra sul prodotto.

Vale la pena usarli entrambi? Assolutamente sì: nella loro compilazione si finirà per conoscere meglio il progetto imprenditoriale, dove vuole arrivare, il prodotto offerto e, di conseguenza, il pubblico al quale ci si intende rivolgere.

Costruire la Value Proposition: accedi al corso gratuito!

Come avrai potuto intuire, la costruzione della proposta di valore richiede di scavare a fondo: occorre infatti arrivare a conoscere i sentimenti più profondi che guidano il target nei processi decisionali. Ad esempio, quali sono le loro paure, le loro aspettative, le loro sofferenze.

Un compito non facile da affrontare, per il quale serve tempo e perizia. E lo stesso vale per altri step fondamentali che sono alla base di ogni progetto di successo.

Per questo motivo, noi di The Startup Canvas abbiamo sviluppato un corso completamente gratuito: tre lezioni da 25 minuti ciascuna al termine delle quali sarai in grado di percorrere la strada che ti condurrà alla realizzazione della tua startup.

  • All’interno della prima lezione parleremo di cos’è una startup, di The Startup Canvas e i suoi vantaggi rispetto ad altri canvas. Affronteremo questioni come il mercato, la value proposition e le ipotesi fiduciarie.
  • Nella seconda lezione troverai numerosi spunti interessanti afferenti strategia e quindi il modello di business, il marketing, il piano finanziario e la proprietà intellettuale.
  • La terza lezione sarà invece incentrata sull’execution, in particolare cosa bisogna conoscere sul team, sulle operation, sulla traction e sulla raccolta fondi.

Al termine del corso saprai come tracciare il percorso che ti porterà a scalare il mercato!

Parti con il piede giusto e guarda subito il videocorso gratuito

Scopri di più su The Startup Canvas

The Startup Canvas è un framework innovativo pensato appositamente per le Startup. È stato sviluppato da Massimo Ciaglia, Ceo di Grownnectia,innovatore, mentor, coach, business angel e autore del libro THE STARTUP CANVAS: Il metodo per trasformare una idea in un successo sicuro.

Scopri subito tutti i vantaggi di The Startup Canvas

 

lean start-up

Lean start-up: metodologia, come funziona e nuovo modello

La metodologia Lean start-up è senz’altro uno degli alleati più validi per ogni startupper. Ma da chi è stata creata, come funziona, perché scegliere l’approccio lean e quali sono i modelli a cui riferirsi?

Noi di The Startup Canvas abbiamo preparato questa guida per darti quante più informazioni possibili su un argomento molto sentito: approcciare bene alla Lean start up significa abbattere di molto il rischio fallimento.

Eric Ries e la metodologia lean start-up

La metodologia lean start-up è stata teorizzata per la prima volta da Eric Ries, giovane imprenditore americano che a poco più di 40 anni ha all’attivo due libri che sono diventati dei veri e propri punti di riferimento all’interno dell’ecosistema startup. Parliamo di “The Lean Startup” e “The Startup Way”.

Cos’è una startup?

Eric Ries si è rifatto al modello “Lean Manufacturing“, ideato alla Toyota negli anni ’70. Partendo da questo presupposto ha ideato un modello lean che calza a pennello sulle startup.

Ma cos’è una startup? Secondo Ries si tratta di: “un’istituzione umana progettata per creare un nuovo prodotto o servizio in condizioni di estrema incertezza“.

La metodologia lean start-up, insomma, si adatta a tutte le aziende, purché abbiano caratteristiche tipiche di una startup:

  1. innovazione
  2. incertezza (caratteristica diretta conseguenza della prima proprietà)

Cos’è l’approccio lean?

Uno dei tanti motivi che portano al fallimento di una start up è un’errata valutazione rispetto al prodotto o servizio proposto. Tanti startupper sono convinti di avere tra le mani l’idea del secolo, che il mercato non vede l’ora di abbracciare.

Le conseguenze di un atteggiamento del genere sono in molte occasioni devastanti: mesi e mesi persi a cercare di trasformare l’idea in prodotto concreto, che, una volta approdato sul mercato, non impatta sul target.

I problemi più comuni in questo senso sono:

  • Prodotto uguale ad altri presenti sul mercato
  • Pricing errato
  • Funzionalità non in linea con quanto i potenziali clienti si sarebbero aspettati
  • Problemi di affordance

È proprio qui che interviene l’approccio lean, che in sintesi prevede tre step (Creazione / Misurazione /Apprendimento) che sono poi esplosi in 4 fasi:

  1. Lo sviluppo di un MVP (Minimum Viable Product). Ovvero una versione prototipo del prodotto vero e proprio, dotato cioè delle caratteristiche minime.
  2. Il lancio del MVP
  3. La raccolta di feedback da parte dei clienti
  4. L’adattamento del prodotto alle esigenze dei clienti, con la rimozione dei difetti che non consentono di ottenere una soddisfacente customer experience

Qui una breve spiegazione video di che cosa è un MVP in 2 min, con le video pillole di Massimo Ciaglia presenti nel suo video blog.

Grazie all’approccio Lean, la start up riesce a migliorare sia il processo produttivo, eliminando così aree superflue  e incrementando la sostenibilità, che il prodotto in sé. Da un lato l’azienda e il suo team lavorano meglio, dall’altro la customer experience risulta notevolmente migliorata.

In poche parole, si tratta di un modello puramente empirico, che sfrutta l’esperienza sul campo per arrivare al livello successivo.

I 5 perché

A supporto della metodologia lean start-up c’è la tecnica nota come i 5 perché (O “five whys”). Sviluppata da Sakichi Toyoda e utilizzata all’interno della Toyota Motor Corporation.

La tecnica dei 5 perché prevede che per ogni problema vengano specificate, a scalare, 5 motivazioni che consentono di arrivare fino alla radice del problema.

Ad esempio:

Perché il servizio di pasti a domicilio oggi non sta funzionando come dovrebbe e stiamo ricevendo numerose lamentele a causa di continui ritardi?

  1. abbiamo pochi mezzi a disposizione
  2. il 15% dei mezzi stamani aveva la batteria scarica
  3. ad un controllo è stato verificato che tutti avevano la cinghia dell’alternatore rotta
  4. le cinghie non sono state sostituite
  5. non è stata effettuata manutenzione (radice del problema)

Ovviamente si tratta di un mero esempio, ma, sebbene criticata per il suo approccio considerato troppo elementare, la tecnica dei 5 perché può essere molto utile nel percorso che porta l’MVP a diventare un prodotto vero e proprio e, più in generale, nel migliorare i processi produttivi di una start up.

The Startup Canvas e la metodologia Lean

La metodologia Lean prevede 5 principi base

  1. si tratta di un modello adatto a ogni start up
  2. uno startupper è anche un manager che deve fare i conti con condizioni di grande incertezza
  3. l’approccio è sperimentale
  4. (dunque) si lavora per tentativi e aggiustamenti e dunque con fasi di creazione /misurazione / apprendimento
  5. l’obiettivo è innovare

Proprio ai principi Lean Startup si è ispirato The Startup Canvas, il primo framework dedicato alle Startup.

Guarda la lezione in cui Massimo Ciaglia spiega come compilare The Startup Canvas

Qui rer approfondire il video corso gratuito su come compilare i canvas per startup, seguendo le successive lezioni.

The Startup Canvas è il canvas per modellare le startup attraverso 12 blocchi (3 in più rispetto ai canvas tradizionali) che analizzano ogni aspetto del processo di costruzione e scale up.

Vuoi scaricarlo anche tu andando andando a modellare la tua startup? Scarica da qui il canvas.

Ti ricordo che il 7 giugno abbiamo organizzato The Startup Canvas Experience, un project work strutturato proprio per modellare la tua startup con The Startup Canvas in cui verrai aiutato direttamente da Massimo Ciaglia.

L’evento è gratuito, ma riservato solo a 10 iscritti.

Vuoi saperne di più?

lean canvas

Canvas per startup: Lean Canvas e The Startup Canvas

I canvas per startup forniscono la struttura del business model, comunicano in maniera diretta ed efficace i principi cardine intorno a cui ruota l’azienda, sono uno strumento indispensabile per ogni startup. In questo articolo ti forniamo un confronto fra due canvas per startup tra i più noti: Lean Canvas e The Startup Canvas.

Lean Canvas

Il business plan è un documento che gli investitori ti fanno scrivere. E che poi non leggono“.

Il problema che scorre lungo la frase dell’imprenditore americano Steve Blank e autore di Lean Startup fa bene intendere perché le aziende hanno avuto, hanno e avranno necessario bisogno dei Canvas. Uno dei più noti, il Business Model Canvas, ha avuto l’indubbio merito di andare a sostituire il business plan, documento su cui spesso gli imprenditori e i loro team perdevano (troppe) ore del loro tempo.

Tuttavia strumento indispensabile per accedere a fondi e finanziamenti.

Il Business Model Canvas, strumento a pagina unica a 9 blocchi facilmente leggibile ideato nel 2004 da Alexander Osterwalder, poteva però essere migliorato? Siamo nel febbraio 2012 quando Ash Maurya manda alle stampe il libro running lean, in cui teorizza il Lean Canvas.

Differenza tra BMC e Lean Canvas

Il Business Model Canvas è stato ideato pensando alle aziende già presenti sul mercato e alla risoluzione di un problema: oltre alla sintesi, offre uno strumento grazie al quale il business plan può essere facilmente aggiornato.

C’è un però. Prima del Lean Canvas le aziende non presenti sul mercato (aka startup) non riuscivano a compilare le 9 caselle del template (ovvero segmenti di clientela; proposta di valore; canali di vendita; relazioni con i clienti; ricavi; risorse chiave dell’azienda; attività chiave; partner chiave; struttura dei costi per risorse, attività e partner)

Lo strumento ideato da Ash Maurya sul modello creato da Eric Ries rappresenta una piccola rivoluzione del settore perché guarda alle startup attraverso una modifica delle voci dei 9 blocchi. Una novità semplice, quanto geniale. I 9 blocchi del template sono:

  1. Problemi e alternative esistenti: il blocco è stato creato in maniera tale da contenere da uno a tre problemi che il prodotto/servizio. Ci si concentra anche sulle soluzioni già presenti sul mercato
  2. Segmenti Clienti: l’accezione qui è diversa. Si parla infatti di early adopter. Ovvero: chi immagini siano i tuoi primi clienti?
  3. Proposta di valore: così come nel BMC, anche il modello Lean Canvas reca questa voce al centro. Perché un cliente dovrebbe acquistare proprio il tuo prodotto?
  4. Soluzioni: quali sono le soluzioni che la tua idea di business offre ai problemi individuati?
  5. Metriche: gli strumenti chiave utilizzati per misurare le prestazioni dell’azienda
  6. Canali: in che modo pensi di raggiungere i tuoi clienti? Mail, blog, spot tv possono essere alcune delle risposte
  7. Costi: i tuoi costi fissi e costi variabili
  8. Entrate: anche in questo caso devi considerare il prezzo a cui stai pensando di vendere il prodotto
  9. Vantaggio competitivo: hai un vantaggio rispetto ai competitor? Quale? Maurya ha sottolineato che all’inizio questa casella potrebbe essere lasciata vuota, ma senz’altro dovrai pensare a questo aspetto.

Nel caso tu abbia uno o più dubbi rispetto al riempimento di queste caselle, allora probabilmente un programma di incubazione startup è ciò che fa per te.

 

 

template lean canvas

 

The Startup Canvas

The Startup Canvas è frutto di oltre 25 anni di esperienza nel settore ed è stato ideato da Massimo Ciaglia, CEO di Grownnectia e mentor per startup. Se il Lean Canvas ha segnato un passo importante per aver guardato per la prima volta alle specifiche esigenze degli startupper, The Startup Canvas è il primo template ideato e realizzato in ottica lean e che disegna un modello circolare, volto alla crescita continua.

Differenze tra The Startup Canvas e Lean Canvas

I bisogni delle startup di oggi sono diverse da quelle di qualche anno fa. Con questo presupposto, The Startup Canvas implementa il modello di Ries e Maurya integrando nuovi blocchi, come quelli afferenti alle strategie di Fund Raising, l’Intellectual Property, la Traction. Le caselle sono in totale 12, divise in tre sezioni: l’idea di business, la strategia, l’execution.

L’idea alla base è che non esista un modello di business, ma il Tuo modello di business.

The Startup Canvas, inoltre, si fonda su tre considerazioni:

  • volente o nolente, una startup si determina in condizioni di incertezza. È un dato di fatto che bisogna accettare e a cui dare risposte
  • tutt’oggi il tasso di fallimento delle startup è elevatissimo e si attesta tra l’80 e il 90%
  • la parola d’ordine per una startup è Strategia. Non averla significa condannarsi alla quasi certezza del fallimento

Infine, è caratterizzato da:

  • Approccio Lean: snellimento volto all’ottimizzazione dei risultati attraverso la minimizzazione degli sprechi e la massimizzazione dell’efficienza
  • Verticalità: uno strumento pensato appositamento per le startup
  • Template in 3 fasi: business/strategia/esecuzione

Cosa accomuna The Startup Canvas e Lean Canvas

Entrambi i framework guardano alle startup, incoraggiano un approccio strategico, invitando gli imprenditori ad avere una prospettiva di ampio respiro. Si tratta per questo di due strumenti preziosi.

Sei interessato a The Startup Canvas? Scaricalo subito!

incubatori startup milano

Incubatori startup Milano: la guida aggiornata

Se sei in cerca d’incubatori startup Milano, probabilmente avrai notato la presenza di varie soluzioni per accompagnare il tuo percorso da startupper.

Infatti, incubatori e acceleratori svolgono un ruolo importante nell’ecosistema startup. Una città viva e giovane come Milano, quindi, a maggior ragione è ricca di queste attività. Milano è la capitale economica italiana e propone molti acceleratori e incubatori che svolgono un ruolo molto importante sia per la città stessa che per l’intero ecosistema startup italiano.

I numeri parlano chiaro: con 41 fra incubatori e acceleratori, un numero altissimo che fa guadagnare a Milano il soprannome di “startup city”.

Quale percorso si deve seguire per perseguire la realizzazione di una startup?

Gli incubatori startup Milano possono essere simili in alcuni aspetti agli acceleratori, ma si distinguono per alcuni fattori.

Ci si rivolge a un incubatore, infatti, quando la startup non ha ancora avviato l’impresa o è nelle fasi iniziali, ovvero le fasi pre-seed. Il ruolo degli acceleratori è invece più incentrato sullo sviluppo di nuove aziende già esistenti, che intendono fare raccolta fondi e puntare a scalare o affrontare a breve il mercato.

Gli incubatori startup Milano e gli acceleratori fanno parte di una rete di supporto all’ecosistema startup. La partecipazione ad un programma di incubazione è infatti accompagnabile, successivamente, alla partecipazione a programmi di accelerazione.

Incubatori e acceleratori quindi forniscono competenze, dedicano tempo agli incontri con le startup,  e supportano la nascita e la crescita delle imprese in vario modo.

Il supporto ricevuto crea sicuramente dei benefici rispetto al pericoloso e poco proficuo sistema fai da te.

Incubatori startup Milano, i benefici dei programmi d’incubazione

L’incubazione d’impresa è un processo vasto che spazia dalla scelta dell’MVP, il prodotto iniziale sul quale puntare, a molti altri aspetti.

Fra gli aspetti che si possono approfondire partecipando a un programma d’incubazione ci sono:

In pratica, il beneficio di partecipare ai programmi degli incubatori startup Milano è quello di poter validare e costruire il proprio business senza commettere errori e accelerando i tempi.

Grazie al supporto dato dall’incubatore, infatti, la startup può velocemente risolvere le problematiche tipiche dell’avvio d’impresa, concentrandosi soprattutto sulla definizione di un modello di business e di un concept vincente.

L’incubatore ha soprattutto un ruolo importante nell’accompagnare la startup nel processo di validazione con programmi appositi, come nel caso di Pay4Growth Validation di Grownnectia.

Incubatori startup Milano, l’importanza di validare l’idea

La validazione è il passaggio chiave che permette di trasformare un’idea in startup. Tramite questo processo si verifica, con sondaggi e altre tecniche, la presenza di una domanda sul mercato per il prodotto o servizio che si intende proporre. Ciò permette di capire se l’idea ha un senso o se è il caso di pivotare su altro. Inoltre, la procedura di validazione, eseguita seguendo le dritte degli incubatori di startup, può farti evitare di avere un bel problema a livello economico, in caso la tua idea si rilevasse totalmente inadeguata al mercato.

Validare la propria idea, il product market fit e costruire l’MVP, sono quindi processi da non trascurare, anche perché stanno alla base di quello che sarà il business plan.

E come tutti sanno, più il business plan è dettagliato, studiato e credibile, più la startup ha possibilità di crescita attraendo investitori!

Scopri di più sui programmi Pay4Growth

Grownnectia è un acceleratore startup, con una sede in città e un programma d’incubazione al passo con i tempi, che si incentra sulla validazione dell’idea.

L’importanza di validare un’idea di business è comprovata dai risultati.

Maggior impegno si dedica in questa fase, minor bisogno ci sarà di effettuare correzioni al proprio business in futuro. È proprio in questa fase, infatti che si fanno scelte precise e si gettano le basi del successo di un’impresa.

Grazie al supporto di mentor e advisor esperti, con il programma Pay4Growth Validation puoi raggiungere i tuoi obiettivi in minor tempo, formando te e il tuo team e muovendo passi decisi e corretti nella costruzione finale della tua impresa.

Inoltre, come ogni programma d’incubazione che si rispetti, e similmente a quanto accade per i percorsi di accelerazione di Grownnectia, la tua startup può conoscere al termine del percorso investitori e fondi, facenti parte di un network consolidato.

Per scoprire ancor più in dettaglio in cosa consiste il nostro programma d’incubazione, consulta la pagina dedicata al percorso.

Se invece necessiti di capire di cosa effettivamente la tua startup ha bisogno

acceleratore per startup

Acceleratore per startup, è la scelta giusta?

Spesso, parlando del mondo delle startup c’è la tendenza a fare confusione fra incubatore e acceleratore per startup.

Per i neo imprenditori che hanno un’idea da proporre sul mercato è bene avere chiara la distinzione fra le funzioni d’incubazione e accelerazione.

Infatti, entrambi sono percorsi proficui, che portano da una semplice idea a mettere in campo in maniera completa un progetto di business, creando una nuova azienda.

L’incubatore, si occupa, in fase seed, della validazione del progetto di business.

Programmi come Pay4GrowthValidation di Grownnectia propongono ad esempio di validare la propria idea di business gettando le basi della struttura aziendale su The Startup Canvas.

L’acceleratore per startup invece, si sovrappone al percorso d’incubazione nella parte finale.

È il caso dei programmi Pay4Growth Pre seed e Traction di Grownnectia.

In questa fase, che va dal pre-seed all’early stage, la startup trova in mentor, advisor e consulenti esperti tutto il supporto necessario per sviluppare il proprio business.

L’acceleratore startup quindi permette a una nuova impresa di:

  • avere un piano economico finanziario credibile e basato su dati empirici
  • avere un business plan completo in ogni sezione da proporre agli investitori. Questo documento ha inoltre una funzione di programmazione interna. Vedi qui un esempio business plan funzionale e chiaro.
  • prepararsi a bandi e startup competitions
  • avere contatti con gli investitori (spesso sono gli acceleratori startup stessi a presentare la startup ad un network di investitori)
  • preparare campagne di fund raising, ad esempio tramite equity crowdfunding
  • essere seguiti da mentor dedicati e da professionisti del settore che hanno già scalato più volte il mercato e realizzato delle exit

In generale quindi, l’acceleratore per startup permette ai founder e ai membri del team di una nuova realtà aziendale di passare dall’idea a creare una vera e propria startup, pronta ad aggredire il mercato di riferimento.

Ma perché tutto questo è necessario?

Vediamo adesso di capire perché la partecipazione a un programma di accelerazione può considerarsi una scelta giusta per sviluppare il tuo business.

Un programma di accelerazione è la scelta giusta per la tua startup?

Gli acceleratori per startup sono pensati per le startup che hanno già un MVP che è stato in qualche modo convalidato. Ciò potrebbe significare che il prodotto/servizio base dal quale il business parte può aver già dei clienti oppure, nel caso di un servizio online su piattaforma, un primo gruppo di utenti iscritti.

L’accettazione di una startup da parte dell’acceleratore è vincolata quindi alla qualità del percorso di validazione effettuato. Questa selezione è dovuta alla necessità di concentrare risorse (mentor per il tutoraggio e la formazione) e spazi fisici (laddove messi a disposizione) al fine di seguire al meglio le startup più promettenti.

Uno svantaggio da calcolare può essere la richiesta da parte degli acceleratori di quote in equity in cambio dell’erogazione del programma. Questa cosa può far storcere il naso ad alcuni founder, spaventati dallo spettro di perdere il controllo sul proprio business. Per altri invece può semplicemente apparire come un’opportunità.

In ogni caso, esistono anche programmi equity free, come quelli proposti da Grownnectia che permettono di accelerare la startup in un breve lasso di tempo, tre mesi, senza pensare ad altro che compiere al meglio i passi necessari per approdare in modo vincente sul mercato.

In generale, quindi, affidarsi a un acceleratore per startup risulta una scelta giusta e risolutiva per il lancio di un nuovo business.

Controindicazioni del partecipare a programmi di accelerazione

Le controindicazioni sono poche, e possono riguardare:

  • Founder neoimprenditori con idee non validate
  • Startup con team ancora non formati
  • Startup che cercano ancora di definire il prodotto o servizio da proporre

In queste situazioni, è preferibile affidarsi a un percorso d’incubazione, perché gli incubatori lavorano per aiutare a formulare un modello di business e un team stabile nel tempo, validando l’idea e individuando l’MVP.

Viceversa, gli acceleratori sono anche adatti alle startup pronte per la scalabilità che necessitano traction, per crescere ed affermarsi ancor di più dopo il primo lancio del prodotto sul mercato.

Acceleratore per startup, approfitta dei vantaggi

Una volta scoperti i vantaggi del partecipare a programmi di accelerazione per startup, è il momento di passare all’azione.

Ciò può avvenire partecipando ad esempio ai percorsi citati dell’acceleratore per startup di Grownnectia.

Il vantaggio principale che otterrai è quello di partecipare a un programma di accelerazione già ben rodato e che ha portato molte startup ad avere successo nella raccolta fondi, e nello sviluppo di un business scalabile e vincente.

Con questi programmi senza partecipazioni in equity la startup resta di tua proprietà, e puoi rientrare dall’investimento in modo veloce e tangibile.

Scopri i programmi di accelerazione brevettati Pay4Growth Pre-Seed e Traction.

Puoi applicare a questi percorsi e dare slancio e propulsione alla tua attività imprenditoriale.

Se invece desideri avere informazioni più dettagliate sull’attività di un acceleratore per startup, puoi sempre contattare il nostro team per programmare al meglio la tua attività.

Come?