una startup

Cos’è una startup: le 7 cose da sapere

Cos’è una startup? E che cosa sapere prima di iniziare l’avventura in un mondo in cui innovazione è la parola d’ordine e che, proprio per questo, è da un lato sfidante e dall’altro ricco di insidie? L’articolo di oggi si concentra proprio su questi aspetti fondamentali.

start up significato

Start up significato: cos’è, come funziona, requisiti ed esempi di startup famose

Oggi parliamo di start up a tutto tondo. Start up significato, come funziona, cosa serve affinché un’azienda possa essere definita tale e citeremo qualche esempio di aziende innovative che non solo ce l’hanno fatta, ma sono arrivate ad entrare nella storia del settore.

Start up significato

Start up significato: l’etimologia è inglese (mettersi in moto, partire). La prima accezione economica faceva vagamente riferimento a un’azienda nata nel settore dell’information technology.

La locuzione si è via via affinata ed è entrata nel vocabolario finanziario italiano con  l’accezione attuale: per  start up si intende, infatti, un’azienda che si è da poco costituita sulla base di un’idea innovativa ad alto valore tecnologico. 

Cos’è una start up dunque?

Una startup è una società di nuova creazione che cerca di sviluppare un prodotto o servizio innovativo in un mercato in cui è già presente la concorrenza. Di solito, le startup sono caratterizzate da un team altamente motivato che lavora intensamente per portare il loro prodotto o servizio sul mercato il più rapidamente possibile. Questo in sintesi può essere definito lo start up significato.

Le startup sono spesso aperte a nuove idee e flessibili nell’adattarsi ai cambiamenti del mercato. A volte, le startup possono essere finanziate da investitori esterni, come angel investors o venture capital, ma spesso dipendono dalle entrate generate dal loro prodotto o servizio per finanziare la loro crescita.

Le startup sono spesso associate all’ecosistema dell’innovazione e delle tecnologie, ma possono essere presenti in qualsiasi settore.

Terminato il concetto di start up significato, passiamo ai requisiti.

Dopo lo start up significato, i 7 requisiti di una startup (più uno)

Il MISE ha stabilito 7 requisiti necessari affinché una startup possa definirsi tale:

  1. è un’impresa nuova o costituita da non più di 5 anni
  2.  ha residenza in Italia, o in un altro Paese dello Spazio Economico Europeo, ma con sede produttiva o filiale in Italia
  3.  ha fatturato annuo inferiore a 5 milioni di euro
  4.  non è quotata in un mercato regolamentato o in una piattaforma multilaterale di negoziazione
  5.  non distribuisce e non ha distribuito utili
  6.  ha come oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di un prodotto o servizio ad alto valore tecnologico
  7.  non è risultato di fusione, scissione o cessione di ramo d’azienda

Inoltre, una startup deve rispettare almeno uno di questi tre requisiti:

  •  sostenere spese in Ricerca, Sviluppo e innovazione per almeno il 15% del maggiore valore tra fatturato e costo della produzione
  •  impiegare personale altamente qualificato (almeno 1/3 dottori di ricerca, dottorandi o ricercatori, oppure almeno 2/3 con laurea magistrale)
  • essere titolare, depositaria o licenziataria di almeno un brevetto o titolare di un software registrato.

Sei uno startupper o sogni di diventarlo? Scopri gli eventi per start up completamente gratuiti che si terranno nelle prossime settimane .

Spiegato start up significato, passiamo al suo ciclo.

Il ciclo di vita di una start up

Abbiamo appena terminato il nostro focus su start up significato, ora passiamo ad un nuovo paragrafo.

Nel corso della sua esistenza una startup passa attraversa diverse fasi, che possono essere, in estrema sintesi, individuate in:

-Pre-Seed e Bootstrap. (prima fase di una startup, non esistono ancora un prodotto o un servizio definitiva, né un’azienda strutturata).

-Seed (l’idea viene validata, il progetto diventa realtà)

-Early Stage (il prodotto o servizio viene limato affinché si adatti al mercato. Si cerca l’approccio con gli investitori)

-Early Growth. (prima fase di crescita)

-Growth. (crescita esponenziale dei clienti, il sogno di ogni startup è arrivare a questo step)

-Exit (le quote della startup vengono cedute in borsa o a un’altra azienda o vengono riacquistate dai fondatori che precedentemente le avevano cedute ad altri investitori)

Scopri il metodo Pay4Growth® di Grownnectia. Il percorso di pre-accelerazione specifico per ogni fase di una start up.

Continua il nostro focus su start up significato.

Investire in startup conviene?

Dopo il concetto di start up significato, passiamo ad un altro concetto molto importante.

Investire in una start up rappresenta un rischio, ma anche un’opportunità per gli investitori. Molte start up falliscono (circa il 90%), per problemi legati generalmente alla scarsa sostenibilità economica del progetto o a un prodotto a un servizio rifiutato dal mercato.

Ma allora perché fondi, business angel, investitori sono alla continua ricerca di startup interessanti da finanziare? Bisogna considerare che questa tipologia di aziende, proprio perché appena avviate, utilizzano risorse limitate rispetto ad aziende già consolidate, offrendo moltiplicatori di guadagno molto allettanti.

Esempi di startup famose

Circa 9 start up su 10 purtroppo non completano il proprio ciclo di vita. Molte non arrivano neanche alla fase di early stage, ma qualcuna ce la fa, arrivando a essere ispirazione per l’intero settore.

Satispay

Alberto Dalmasso, Dario Brignone e Samuele Pinta sono tre ragazzi di Cuneo. Nel 2013 sviluppano una piattaforma per il pagamento digitale e tramite il web. Due anni più tardi nasce l’app Satispay. Basta collegare il proprio c/c all’app e stabilire un budget di spesa settimanale per un massimo di 200 Euro. Con Satispay è possibile scambiare denaro, pagare bollettini,effettuare ricariche telefoniche etc.

Nel 2020 l’app ha tagliato il traguardo del milione di utenti attivi.

Casavo

Una start up del settore immobiliare dietro il quale c’è il 31enne fiorentino Giorgio Tinacci. Ogni prodotto o servizio di successo reca la soluzione a un problema. Con Casavo è possibile vendere casa in massimo trenta giorni e con un massimo di due visite all’appartamento. Un algoritmo stabilisce il valore della casa, che poi può essere modificato in seguito al sopralluogo di esperti.

Miomeal

Miomeal è la startup seguita da Grownnectia grazie alla quale è possibile farsi arrivare, a casa o in azienda, pranzi pronti e basati sulla filosofia healthy. Per ordinare basta selezionare il servizio, sfogliare il menù e selezionare i piatti più adatti alle proprie esigenze alimentari.

Le startup in Italia, tra presente e futuro

Dopo avervi parlato di start up significato, passiamo alla situazione in Italia delle startup.

È difficile fare previsioni precise sullo stato delle startup in Italia nel 2023, poiché dipende da una serie di fattori interni ed esterni che possono influire sulla loro crescita e sviluppo. Tuttavia, è probabile che le startup continueranno a svolgere un ruolo importante nell’economia italiana, sia come motore di innovazione che come generatori di posti di lavoro.

Nel recente passato, l’Italia ha visto un aumento del numero di startup che operano nel paese, soprattutto nel settore tecnologico e dell’innovazione. È possibile che questa tendenza continui nel futuro, con l’emergere di nuove idee e tecnologie che possono contribuire a creare soluzioni innovative per i problemi dei consumatori e delle aziende.

Il numero di startup in Italia è in costante aumento negli ultimi anni. Secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano, nel 2019 c’erano circa 50.000 startup attive in Italia, con un tasso di crescita del 20% rispetto all’anno precedente.

Sempre secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano, solo il 10% delle startup italiane riesce a superare i primi cinque anni di attività. Ciò può essere dovuto a una serie di fattori, come la scarsa disponibilità di finanziamenti e la concorrenza internazionale. Nonostante queste sfide, le startup in Italia continuano a rappresentare una fonte importante di innovazione e crescita per l’economia del paese.

Perché una startup fallisce?

Purtroppo, diverse ricerche hanno confermato che le startup in Italia nascono e muoiono con una certa frequenza, ed hanno evidenziato come il tasso di sopravvivenza delle startup italiane nei primi anni di attività è relativamente basso.

Ovviamente, ci sono alcune eccezioni e differenze tra i diversi settori e le diverse regioni, ma in media una startup fallisce nel 90% dei casi, moltissime già nei primi mesi.

Ma perché una startup fallisce? Nel prossimo paragrafo vediamo alcuni dei motivi più frequenti, con la premessa che il fallimento di una startup non significa necessariamente uno stigma indelebile per l’imprenditore:  può essere, infatti, un’opportunità di apprendimento e crescita per sviluppare ulteriormente le proprie competenze e conoscenze.

Le motivazioni più frequenti

In Italia il numero delle startup è, da qualche anno ormai, stabilmente sopra quota 10mila. Ma perché molte di esse non sopravvivono? Ecco alcune delle cause più frequenti:

  1. Fund raising inesistente o inefficace: molte startup in Italia hanno difficoltà ad ottenere finanziamenti sufficienti per sostenere le loro attività e investimenti, il che può impedire loro di crescere e svilupparsi nel tempo.
  2. Team: la disorganizzazione del team o l’inesperienza degli imprenditori può portare a problemi operativi, rendendo difficile per la startup la gestione anche della semplice quotidianità. Può capitare, ad esempio, che una figura si senta trascurata, rispetto a un’altra che, pur lavorando meno, viene tenuta maggiormente in considerazione dall’imprenditore. Può sembrare un problema banale: ma, alla prova della realtà, queste frizioni possono portare alla dissoluzione del team e, di conseguenza, alla chiusura del progetto.
  3. Concorrenza forte: la presenza di concorrenti già affermati sul mercato può rendere difficile per le startup competere e guadagnare una fetta di mercato significativa. In questo caso, la startup ha probabilmente iniziato la propria attività senza una efficace analisi di mercato, presentandosi con un prodotto o servizio incapace di distinguersi realmente dai competitor!
  4. Mancanza di domanda: la startup non è in grado di soddisfare le esigenze o le richieste dei clienti. Purtroppo accade quando l’imprenditore è convinto di avere in mano l’idea del secolo, senza però aver prima adeguatamente analizzato il mercato di riferimento. La soluzione è fare una validazione che ti permetta di capire se c’è domanda per il tuo prodotto. Qui il nostro programma di Validazione ad hoc, proprio per questa esigenza, della durata di 3 mesi.
  5. Regolamentazioni e burocrazia: la complessità delle normative e della burocrazia in Italia può rappresentare una sfida per le startup, specialmente per quelle che cercano di innovare e sviluppare nuove soluzioni. Tante startup, in questo senso, vanno incontro a problemi relativi alle gestioni di marchi&brevetti e diritti di copyright con relative possibili violazioni.

Ti consigliamo di guardare anche il video di Massimo Ciaglia: come creare il team di una startup?

Infine l’ultimo focus su start up significato, The Startup Canvas.

Scopri The Startup Canvas

Ti abbiamo parlato a fondo di questo settore e in particolare di start up significato. Ora ti invitiamo a scoprire uno strumento che aiuta a far crescere le startup. Parliamo di The Startup Canvas, il primo framework dedicato a questo tipo di aziende formato da 12 blocchi e 3 fasi basati sull’approccio lean.

Scopri di più su The Startup Canvas

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value proposition canva

Value Proposition Canva: perché è importante e come definirla

Cos’è la Value Proposition Canva e perché è così importante? Questo articolo ti aiuterà a capire non solo la centralità strategica di uno strumento troppe volte sottovalutato, ma anche a capire come si utilizza.

Value Proposition Canva ed errori di distorsione

Ma cos’è la Value Proposition Canva? È lo strumento che ti consente di porre in rilievo la proposta di valore della tua startup.

Ossia i motivi per cui i clienti saranno portati a scegliere il tuo prodotto o servizio e non quello della concorrenza.

Già a questo punto pare facilmente intuibile quanto la cura di questo aspetto sia significativo nella costruzione di una startup. La realtà è che purtroppo molti  startupper lo sottovalutano, ritenendo già di conoscere ciò che il cliente vuole in base a considerazioni sommarie o per “sentito dire”.

Si tratta, in ogni caso, di un errore importante che può rivelarsi fatale!). Dopotutto, sappiamo benissimo quanto siano molteplici gli step da curare lungo il percorso che porta un’idea di business a diventare concreta. La fretta, mai come in questo caso, è cattiva consigliera.

Value Proposition Canva: come definirla

La Value Proposition Canva può essere a ragione considerata come una integrazione del Business Model Canvas (A proposito, in questo articolo puoi imparare sin da subito a lavorare su un BMC ), in particolar modo di due segmenti:

  • Value Proposition
  • Customer Segment

In linea generale, la definizione della CVP passa per tre step fondamentali, ossia:

  1. l’individuazione delle sofferenze del cliente
  2. la definizione della value proposition (cosa fa il bene o servizio che proponi per alleviare la sofferenza del cliente?)
  3. adeguamento del prodotto al mercato

Com’è fatto?

Ma come definire, in termini pratici, la Value Proposition Canva?

Lo strumento si presenta con una grafica estremamente intuitiva. Un quadrato e un cerchio, ognuno con tre sezioni. I moduli sono dedicati, rispettivamente, alle caratteristiche dell’offerta e alla clientela.

All’interno del quadrato si richiede:

  • La descrizione del prodotto o del servizio che aiuterà il cliente a svolgere una determinata mansione o a soddisfare un bisogno
  • La descrizione dei vantaggi del tuo prodotto: quali benefici reca al cliente?
  • Abbattitore di sofferenze: il bene o servizio si proporrà sul mercato come alleviatore di sofferenze e/o emozioni negative e/o costi. e/o rischi. Quali?

All’interno del cerchio vanno invece compilate le sezioni dedicate al cliente. In particolare:

  • Doveri: in relazione al prodotto proposto, qual è la mansione che il cliente sta cercando di svolgere? Quale bisogno sta cercando di soddisfare (Sezione speculare alla descrizione del prodotto situata all’interno del quadrato)
  • Vantaggi: quali sono i vantaggi o benefici che il cliente si augura di ottenere o che non si aspetta (sezione speculare alla descrizione dei vantaggi)
  • Sofferenze: quali sono le sofferenze che il cliente potrebbe incrociare prima, durante o dopo lo svolgimento del lavoro (sezione speculare all’alleviatore di sofferenze del quadrato).

Definire bene la Value Proposition Canva aiuta a non commettere alcuni dei tipici errori che purtroppo finiscono spesso per costare molto caro.

  • Dare per scontati gusti e bisogni dei clienti
  • Sottovalutare le necessità del mercato (nei casi peggiori credere che conquistare il mercato sia tutto sommato semplice, perché in fondo abbiamo un prodotto che scalerà senz’altro)
  • Pensare esclusivamente al breve periodo, proponendo un prodotto che non spinga il cliente a richiederlo ancora, ancora e ancora

Video con Massimo Ciaglia

Potresti avere ancora dei dubbi. I concetti che ti abbiamo appena illustrato sono spiegati anche all’interno di questa lezione svolta da Massimo Ciaglia.

All’interno del video, in particolare, vengono spiegati i vantaggi introdotti dal modello The Startup Canvas rispetto gli altri canvas esistenti e ci si sofferma sul problema, sullo sviluppo del mercato, sulla value proposition e sulle ipotesi fiduciarie.

Prenditi mezz’ora del tuo tempo e guarda il video. Imparerai tantissime nozioni che ti saranno utilissime.

The Startup Canvas Experience

I benefici e l’importanza della Value Proposition Canva fanno parte anche della The Startup Canvas Experience? Di cosa parliamo?

The Startup Canvas Experience è l’evento formativo gratuito che ti consentirà di modellare il tuo progetto startup  in maniera pratica ed efficace.

Ti consigliamo la partecipazione all’evento perché all’interno si parlerà, naturalmente, anche di value proposition.

Verrai affiancato da un super coach per il tuo progetto di business, Massimo Ciaglia, startup coach e mentor.

L’ingresso è solo per 10 partecipanti per mantenere alti gli standard qualitativi del project work e per consentire a Massimo di seguire con attenzione tutte le startup.

Vuoi conoscere gli altri vantaggi nel partecipare all’evento?

lavoro startup

Lavoro startup: 9 offerte da non perdere

Il lavoro startup è un’esperienza stimolante. Aiutare aziende non sempre del tutto strutturate a crescere e farsi largo all’interno della propria nicchia di mercato, infatti, offre un bagaglio professionale unico, da cui poter attingere lungo tutta la propria carriera.

Lavoro startup, le nostre segnalazioni

Se stai pensando di iniziare a lavorare in un team startup sei nel posto giusto: in questo articolo ti segnaliamo 9 aziende alla ricerca di collaboratori.

Lavoro startup: le proposte da remoto e modalità ibrida

Userbot.Se cerchi lavoro in una startup, allora puoi valutare senz’altro le opportunità offerte da Userbot. Userbot si occupa di intelligenza artificiale, in particolare di bot capaci di rendere reali le conversazioni tra aziende e persone.

Così come spiegato all’interno del sito,  con Userbot è possibile lavorare da qualsiasi parte del mondo. Nella tua casa, nella sede operativa all’interno del PoliHub a Milano, in hotel o in qualsiasi altro luogo.

In questo momento Userbot ha 4 posizioni aperte:

  • Technical Account Manager
  • Sales Manager
  • Product Manager
  • Backend Developer

Candidati qui

Xfarm è la startup che digitalizza le aziende agricole, protagonista nel 2019 di un round da ben 3 milioni di euro.

La mission è guidare la trasformazione digitale nel settore dell’agricoltura migliorando la vita di milioni di agricoltori, agendo per l’aumento della sostenibilità ambientale, economica e sociale del settore.

Xfarm in questo momento è alla ricerca di un social medial specialist. La sede dell’azienda è Milano, ma la modalità di lavoro richiesta è ibrida.

Candidati qui

Fantalgoritmo. Un’offerta dedicata soprattutto agli appassionati e alle appassionate di calcio. Sì, perché Fantalgoritmo, giovanissima startup che sta cambiando le regole del Fantacalcio per come le conosciamo (già valutata 1 milione di Euro) è alla ricerca di un community manager che lavori da remoto o in sede.

Candidati qui

Lavoro startup: le proposte in sede

Data Science Academy  è una startup finanziata di Education Technology ad alta concentrazione di talenti. La sua mission è democratizzare le skill di intelligenza artificiale in tutta Europa.

Con Data Science Academy avrai la possibilità unica di fare parte del founding team, di ottenere una share dei profitti e di crescere rapidamente.

In questo momento, Data Science Academy è alla ricerca di un Digital Marketing Specialist. La sede di lavoro è Roma.

Candidati qui

Wtailer è una delle più grandi startup innovative italiane. Nata dall’esperienza di ex Senior Manager Amazon Italia e Spagna, supporta i brand a ottimizzare la propria presenza su Amazon a livello internazionale con soluzioni di business intelligence, sviluppo contenuti e Amazon Advertising.

Wtailer è in cerca di persone di talento e capaci di pensare fuori dagli schemi. Ecco le posizioni aperte in questo momento. La sede dell’azienda è Milano.

  • Sales & Marketing Intern – SPAIN Spain, Barcellona
  • Digital Account Manager Italy, Milano
  • Digital Strategist & Client Manager Italy, Milano
  • Graphic Designer Intern Italy, Milano
  • Digital Advertising Intern Italy, Milano
  • Content Marketing Operations Intern Italy, Milano
  • Digital Advertising Specialist Italy, Milano
  • E-commerce Operations Specialist – Intern Italy, Milano
  • Business Analyst Intern Italy, Milano
  • Business Intelligence Insights Analyst Italy, Milano
  • .NET Developer Italy, Milano
  • Sales Account Executive – SPAIN Spain, Barcelona

Moneyfarm lavora alla migliore soluzione per proteggere e far crescere gli investimenti. In questo momento, le posizioni aperte sono tantissime, fra queste:

  • Junior Operations Specialist
  • Senior Business Anlyst
  • Data Engineer
  • Head Of It Security

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Popularise.it.Dal 2020 popularise.it è la piattaforma che permette di promuovere su Instagram prodotti e servizi grazie alla collaborazione con gli utenti della community.

Popularise nell’ultimo anno ha ottenuto finanziamenti esterni e numerose collaborazioni con solide imprese italiane, nonché collaborazioni con associazioni ONLUS.

In questo momento, è alla ricerca della figura di Assistente Comunicazione Marketing

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Urbi. Dal Car sharing al Bike sharing, Urbi è l’app che concentra tutta la mobilità in condivisione, trovando e prenotando il veicolo più vicino all’utente.

Urbi ha diverse posizioni aperte:

  • Backend Developer
  • Android Developer
  • It Project Manager
  • Business developer
  • Ui Designer

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Tutored è una piattaforma social che ha l’obiettivo di migliorare la vita di studenti universitari e giovani laureati.  Offre lavoro full time in diversi campi e per diversi livelli di esperienza. Le sedi di lavoro sono

In questo momento le posizioni aperte sono le seguenti:

  • Partnership & Webinar – Digital Marketing
  • Junior Community Manager
  • Marketing Content Creator
  • Junior Account Executive
  • Junior Software Developer

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master per startup

School of Management LUM lancia con Grownnectia il primo master per startup

School of Management LUM lancia con Grownnectia il primo master per startup.

Una novità assoluta per il panorama della formazione italiana.

Sono aperte le iscrizioni al primo executive master per startup realizzato dalla School of Management dell’Università LUM in partnership con Grownnectia.

Per la prima volta quindi, il ruolo dei lavori dell’ecosistema startup quali startupper, startup manager e startup investor, trovano un riconoscimento istituzionale grazie ad un percorso formativo ad hoc e di alta qualità.

Con il master “Startup Management, Imprenditorialità e Venture Capital” potrai finalmente formarti per diventare investitore o imprenditore in innovazione startup.

Master per startup | Startup Management, Imprenditorialità e Venture Capital

Lavorare in startup significa avere la possibilità di realizzare servizi e prodotti innovativi che rispondono a un’esigenza di mercato. Il ruolo di queste nuove realtà aziendali è sempre più quello di puntare sull’innovazione, apportando novità che spesso vengono poi adottate dalle corporate.

Una  startup innovativa nasce con lo scopo di migliorare i mercati, generando nuovi posti di lavoro e profitti grazie all’innovazione.

Per avere successo però non è sufficiente affidarsi all’idea.

È proprio l’inesperienza, infatti, uno dei motivi che porta al fallimento dei nuovi progetti di business. Inoltre, ciò può rappresentare un problema a livello di spreco di risorse in termini di tempo e denaro.

Affidatoti a esperti del settore però, le sfide tipiche delle prime fasi di vita di una startup possono essere superate. Come?

Con un percorso apposito e una congrua formazione!

Acquisire gli strumenti pratici e le giuste competenze per fare affari con efficacia permette anche di raggiungere i risultati desiderati con poche risorse, ed è proprio questo l’obiettivo del master!

Al tempo stesso potrai apprendere come attingere a risorse finanziarie sempre più innovative e pensate per l’ecosistema startup, come ad esempio l’equity crowdfunding.

Per raggiungere tutti questi obiettivi, la School of Management dell’Università LUM, in partnership con Grownnectia, un punto di riferimento ormai storico per startup e PMI, ha sviluppato il primo executive master per startup a livello istituzionale in Italia.

Un master per startup per imparare a fare impresa innovativa, investire e acquisire know how anche a livello pratico.

Infatti, l’Università LUM propone agli studenti di effettuare uno stage presso aziende partner nazionali e internazionali di successo. Inoltre, ha previsto anche una parte di laboratorio e project work all’interno del percorso formativo.

Come si sviluppa il master

Il master per startup sviluppato da Università LUM e Grownnectia è denominato come dicevamo “Startup management, imprenditorialità e Venture Capital”.

Le lezioni sono proposte sia in presenza che a distanza.

Gli studenti potranno entrare in possesso degli strumenti adeguati a iniziare una carriera come imprenditori e investitori nel settore delle startup innovative.

Un programma approfondito, come vedremo, concepito e creato da professionisti di alta e riconosciuta esperienza in startup innovative e attività d’investimento.

Questo team di esperti include il Rettore dell’Università LUM, il professore Antonello Graziano, il dott. Franco Colombo e il dott. Massimo Ciaglia, CEO di Grownnectia, startup coach, mentor e coordinatore scientifico di questo master.

La struttura del master

Il master può essere seguito in sede presso l’Università LUM a Milano, da remoto e presso altre realtà aziendali, sempre con frequenza part-time.

Il termine per le iscrizioni è al momento previsto per il 15/03/2022.

Obiettivi del Master in Startup Management, Imprenditorialità e Venture Capital

Il focus del master sarà su “imprenditorialità e capitale di rischio” trasferendo competenze ai futuri imprenditori e investitori per fare affari di successo con scarse risorse.

Il programma del master ha come obiettivo quello di fornire agli studenti gli strumenti necessari per affrontare il mondo startup, sensibilizzandoli sui principali metodi e meccanismi d’investimento.

Il corso fornisce elementi formativi teorici e pratici  basati su dei case study. L’obiettivo è di massimizzare l’esperienza nel mondo dell’innovazione, dell’apprendimento diretto, inclusione e integrazione nel campo prescelto e creazione d’iniziative imprenditoriali.

Il master si concluderà con il rilascio di un certificato di frequenza con possibilità di partecipare a uno stage formativo presso realtà di massimo livello nel settore startup.

Si tratta di un’occasione fondamentale per poter fare network, da sfruttare come trampolino di lancio post-master.

Clicca qui per maggiori dettagli.

Perché partecipare?

Le startup innovative sono sempre più in “prima pagina”. Il motivo di tanto clamore è dovuto al fatto che stanno proliferando come non mai in Italia, generando prodotti, servizi, processi avanzati, e creando posti di lavoro.

Tuttavia, fare startup comporta sfide importanti (accesso all’infrastruttura, competenze e capitali) soprattutto nelle fasi iniziali. In queste fasi, senza la giusta preparazione e con la scarsità di risorse umane e finanziario a volte diventa difficile anche semplicemente sviluppare un MPV.

L’Italia, è da un lato indietro rispetto agli altri paesi europei sulla promozione delle startup e l’investimento in attività innovative, dall’altro è un terreno ancor fertile dove mettere in atto innovazioni sul mercato.

Ciò è confermato dall’impatto sulla nostra vita quotidiana dei prodotti lanciati dalle nuove aziende tecnologiche.

L’innovazione è quindi ormai palesemente la sfida del futuro e comporterà cambiamenti a livello sociale ed economico.

Proprio per questo, se vuoi scoprire come apprendere le professioni del domani o sviluppare la tua professione nell’ecosistema startup, il master proposto da LUM e Grownnectia può davvero fare al caso tuo.

Scopri maggiori dettagli sul master per startup, acquisisci le conoscenze e gli strumenti necessari per affrontare questo percorso al meglio.

Il master garantisce una preparazione completa per sviluppare professionalità che sono sinonimo di futuro, innovazione, sviluppo e crescita.

lean canvas

Canvas per startup: Lean Canvas e The Startup Canvas

I canvas per startup forniscono la struttura del business model, comunicano in maniera diretta ed efficace i principi cardine intorno a cui ruota l’azienda, sono uno strumento indispensabile per ogni startup. In questo articolo ti forniamo un confronto fra due canvas per startup tra i più noti: Lean Canvas e The Startup Canvas.

Lean Canvas

Il business plan è un documento che gli investitori ti fanno scrivere. E che poi non leggono“.

Il problema che scorre lungo la frase dell’imprenditore americano Steve Blank e autore di Lean Startup fa bene intendere perché le aziende hanno avuto, hanno e avranno necessario bisogno dei Canvas. Uno dei più noti, il Business Model Canvas, ha avuto l’indubbio merito di andare a sostituire il business plan, documento su cui spesso gli imprenditori e i loro team perdevano (troppe) ore del loro tempo.

Tuttavia strumento indispensabile per accedere a fondi e finanziamenti.

Il Business Model Canvas, strumento a pagina unica a 9 blocchi facilmente leggibile ideato nel 2004 da Alexander Osterwalder, poteva però essere migliorato? Siamo nel febbraio 2012 quando Ash Maurya manda alle stampe il libro running lean, in cui teorizza il Lean Canvas.

Differenza tra BMC e Lean Canvas

Il Business Model Canvas è stato ideato pensando alle aziende già presenti sul mercato e alla risoluzione di un problema: oltre alla sintesi, offre uno strumento grazie al quale il business plan può essere facilmente aggiornato.

C’è un però. Prima del Lean Canvas le aziende non presenti sul mercato (aka startup) non riuscivano a compilare le 9 caselle del template (ovvero segmenti di clientela; proposta di valore; canali di vendita; relazioni con i clienti; ricavi; risorse chiave dell’azienda; attività chiave; partner chiave; struttura dei costi per risorse, attività e partner)

Lo strumento ideato da Ash Maurya sul modello creato da Eric Ries rappresenta una piccola rivoluzione del settore perché guarda alle startup attraverso una modifica delle voci dei 9 blocchi. Una novità semplice, quanto geniale. I 9 blocchi del template sono:

  1. Problemi e alternative esistenti: il blocco è stato creato in maniera tale da contenere da uno a tre problemi che il prodotto/servizio. Ci si concentra anche sulle soluzioni già presenti sul mercato
  2. Segmenti Clienti: l’accezione qui è diversa. Si parla infatti di early adopter. Ovvero: chi immagini siano i tuoi primi clienti?
  3. Proposta di valore: così come nel BMC, anche il modello Lean Canvas reca questa voce al centro. Perché un cliente dovrebbe acquistare proprio il tuo prodotto?
  4. Soluzioni: quali sono le soluzioni che la tua idea di business offre ai problemi individuati?
  5. Metriche: gli strumenti chiave utilizzati per misurare le prestazioni dell’azienda
  6. Canali: in che modo pensi di raggiungere i tuoi clienti? Mail, blog, spot tv possono essere alcune delle risposte
  7. Costi: i tuoi costi fissi e costi variabili
  8. Entrate: anche in questo caso devi considerare il prezzo a cui stai pensando di vendere il prodotto
  9. Vantaggio competitivo: hai un vantaggio rispetto ai competitor? Quale? Maurya ha sottolineato che all’inizio questa casella potrebbe essere lasciata vuota, ma senz’altro dovrai pensare a questo aspetto.

Nel caso tu abbia uno o più dubbi rispetto al riempimento di queste caselle, allora probabilmente un programma di incubazione startup è ciò che fa per te.

 

 

template lean canvas

 

The Startup Canvas

The Startup Canvas è frutto di oltre 25 anni di esperienza nel settore ed è stato ideato da Massimo Ciaglia, CEO di Grownnectia e mentor per startup. Se il Lean Canvas ha segnato un passo importante per aver guardato per la prima volta alle specifiche esigenze degli startupper, The Startup Canvas è il primo template ideato e realizzato in ottica lean e che disegna un modello circolare, volto alla crescita continua.

Differenze tra The Startup Canvas e Lean Canvas

I bisogni delle startup di oggi sono diverse da quelle di qualche anno fa. Con questo presupposto, The Startup Canvas implementa il modello di Ries e Maurya integrando nuovi blocchi, come quelli afferenti alle strategie di Fund Raising, l’Intellectual Property, la Traction. Le caselle sono in totale 12, divise in tre sezioni: l’idea di business, la strategia, l’execution.

L’idea alla base è che non esista un modello di business, ma il Tuo modello di business.

The Startup Canvas, inoltre, si fonda su tre considerazioni:

  • volente o nolente, una startup si determina in condizioni di incertezza. È un dato di fatto che bisogna accettare e a cui dare risposte
  • tutt’oggi il tasso di fallimento delle startup è elevatissimo e si attesta tra l’80 e il 90%
  • la parola d’ordine per una startup è Strategia. Non averla significa condannarsi alla quasi certezza del fallimento

Infine, è caratterizzato da:

  • Approccio Lean: snellimento volto all’ottimizzazione dei risultati attraverso la minimizzazione degli sprechi e la massimizzazione dell’efficienza
  • Verticalità: uno strumento pensato appositamento per le startup
  • Template in 3 fasi: business/strategia/esecuzione

Cosa accomuna The Startup Canvas e Lean Canvas

Entrambi i framework guardano alle startup, incoraggiano un approccio strategico, invitando gli imprenditori ad avere una prospettiva di ampio respiro. Si tratta per questo di due strumenti preziosi.

Sei interessato a The Startup Canvas? Scaricalo subito!