Map customer journey

FeaturedMap customer journey: cos’è, come si compila ed esempi

In questo articolo parleremo della mappa del viaggio del cliente (Customer Journey Map o Map customer journey).

Ma di cosa si tratta? Parliamo innanzitutto di uno strumento visivo che illustra le varie fasi attraversate dai clienti mentre interagiscono con un servizio, un prodotto o un brand.

Nei prossimi paragrafi chiariremo alcuni aspetti fondamentali. Innanzitutto: a cosa serve questa mappa? Dopodiché passeremo a un altro focus fondamentale: come si compila? Infine, forniremo due esempi concreti.

Map customer Journey: a cosa serve?

La map customer journey aiuta le aziende a comprendere e anticipare le esigenze e i desideri dei propri clienti, identificare punti di forza e di debolezza nell’esperienza offerta ed individuare opportunità di miglioramento.

Intanto, ecco un tipico template con cui la mappa può essere strutturata (fonte: digital4.biz).

Ma come si compila la mappa? Abbiamo individuato 7 passaggi chiave.

Come si compila una mappa del viaggio del cliente: 7 passaggi chiave

  1. Definire l’obiettivo: Prima di iniziare, è essenziale capire perché si sta creando la mappa e cosa si spera di ottenere. Questo aiuta a focalizzare gli sforzi sulle aree più importanti.
  2. Identificare i personaggi dei clienti (Buyer Personas): I personaggi rappresentano i diversi segmenti del tuo target di mercato. Identificare le loro caratteristiche, bisogni, desideri e comportamenti tipici è fondamentale per una mappa efficace.
  3. Definire i punti di contatto (Touchpoints): Sono i vari momenti di interazione tra il cliente e il brand, come visite al sito web, contatti con il servizio clienti, acquisti, etc.
  4. Mappare il percorso del cliente: Inizia a delineare il viaggio del cliente, dal primo contatto fino al post-acquisto, attraverso tutti i punti di contatto identificati. È importante considerare sia i canali online che offline.
  5. Individuare le emozioni e le aspettative: Per ogni fase del viaggio, cerca di capire come si sente il cliente e quali sono le sue aspettative. Questo aiuta a identificare i punti di forza e le aree di miglioramento.
  6. Raccogliere feedback e dati: Utilizza dati reali e feedback dei clienti per rendere la tua mappa il più accurata possibile. Questo può includere analisi di siti web, recensioni, sondaggi, e interviste.
  7. Analizzare e identificare le opportunità di miglioramento: Una volta completata la mappa, analizzala per identificare dove si possono fare miglioramenti per ottimizzare l’esperienza del cliente.

Potrebbe interessarti anche: Empathy Map: cos’è e come si struttura

Map customer journey: 2 esempi concreti

Vediamo due esempi concreti di map customer journey per rendere più chiara l’applicazione pratica di questo strumento.

Fondare una startup in Italia: la Call StartappiAmo

Esempio 1 di Map Customer Journey: Ristorante con Servizio di Prenotazione Online

  1. Fase di Consapevolezza: Il cliente scopre il ristorante attraverso una ricerca su Google o tramite consigli su social media.
  2. Fase di Considerazione: Visita il sito web del ristorante per leggere il menu, le recensioni e vedere le foto degli interni e dei piatti.
  3. Fase di Decisione: Decide di prenotare un tavolo utilizzando il modulo di prenotazione online del sito. Riceve una conferma via email.
  4. Fase di Esperienza: Arriva al ristorante, viene accolto e servito. Valuta positivamente l’ambiente, il servizio e la qualità del cibo.
  5. Fase di Post-Esperienza: Riceve un’email di ringraziamento il giorno seguente, con un link per lasciare una recensione. Condivide la sua esperienza positiva sui social media e consiglia il ristorante agli amici.

Punti di Contatto: Ricerca su Google, social media, sito web del ristorante, email di conferma, esperienza fisica nel ristorante, email di follow-up.

Come creare un customer journey: guarda il video con esempio

Esempio 2 di Map Customer Journey: Acquisto di un Smartphone da un E-commerce

  1. Fase di Consapevolezza: Il cliente si rende conto della necessità di sostituire il suo vecchio smartphone vedendo un annuncio pubblicitario online.
  2. Fase di Ricerca: Inizia a cercare informazioni sui vari modelli, confrontando le recensioni e i prezzi su diversi siti di e-commerce.
  3. Fase di Decisione: Sceglie il modello e procede con l’acquisto sul sito di e-commerce che offre il miglior prezzo e le condizioni di spedizione più vantaggiose.
  4. Fase di Acquisto: Compila i dati per la spedizione, sceglie il metodo di pagamento e completa l’ordine. Riceve una email di conferma con i dettagli dell’ordine e la stima dei tempi di consegna.
  5. Fase di Esperienza Post-Acquisto: Il prodotto viene consegnato nei tempi previsti. Il cliente è soddisfatto del suo acquisto e del servizio offerto. Viene invitato via email a lasciare una recensione sul prodotto e sul servizio di consegna.
  6. Fase di Fidelizzazione: Dopo qualche settimana, riceve offerte personalizzate per accessori compatibili con il suo nuovo smartphone.

Punti di Contatto: Annuncio pubblicitario, ricerca online, sito di e-commerce, email di conferma, esperienza di unboxing, email di follow-up.

In entrambi gli esempi, la mappa del viaggio del cliente aiuta a identificare ogni fase dell’esperienza del cliente, dai primi contatti fino alla fidelizzazione post-vendita.

Attraverso l’analisi di ogni punto di contatto e la comprensione delle emozioni e delle aspettative del cliente in ciascuna fase, le aziende possono migliorare l’esperienza offerta, aumentando così la soddisfazione e la fidelizzazione dei clienti.

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empathy maps

FeaturedEmpathy maps: come compilare ogni quadrante, video guida

Cosa sono le empathy maps, di cosa si tratta, a cosa servono?

In questo articolo parleremo di un argomento molto importante, uno strumento al centro delle strategie di ogni azienda o startup. Nel corso dell’articolo ti forniremo 3 esempi per aiutarti a compilare nella maniera migliore la mappa e una videoguida.

Empathy maps: cosa sono e a cosa servono

L’empathy map è uno strumento utilizzato nel design thinking e nella progettazione centrata sull’utente per comprendere meglio i bisogni, i desideri, le emozioni e le esperienze degli utenti.

Consiste in una rappresentazione visiva di ciò che gli utenti pensano e provano durante una particolare attività o situazione.

È stata inventata da Dave Gray, co-fondatore dello studio di consulenza strategica Xplane, nel 2004. Gray ha presentato l’empathy map nel suo libro “Gamestorming: A Playbook for Innovators, Rulebreakers, and Changemakers“.

Leggi anche: esempi di design thinking

Come si compilano l’empathy maps?

Il suo ruolo principale è quello di consentire ai team di sviluppare una comprensione più profonda dei loro utenti o clienti. La mappa è divisa in quattro quadranti, ognuno dei quali rappresenta un aspetto diverso dell’esperienza dell’utente.

Per creare una empathy map, i team lavorano insieme, allo scopo di raccogliere dati sugli utenti o sui clienti. Questi dati possono essere raccolti attraverso interviste, sondaggi o osservazioni. Una volta raccolti i dati, i team li organizzano nei quadranti.

Si tratta di uno strumento potente che può aiutare i team a creare prodotti e servizi migliori. Consente ai team di comprendere meglio le esigenze e le motivazioni degli utenti o dei clienti.

Nei prossimi 4 paragrafi andiamo a vedere in che modo compilare ogni quadrante.

Gestire l’azienda con il design thinking

1: COSA PROVA

In questo quadrante, si tratta delle emozioni e dei sentimenti dell’utente durante un’esperienza. Cosa prova emotivamente?Felicità nel raggiungere un obiettivo? Frustrazione nel fronteggiare un problema? O ancora eccitazione nel provare una novità?

 2: COSA PENSA

Qui si cerca di capire i pensieri e le preoccupazioni dell’utente durante l’esperienza. Includono pensieri positivi riguardo all’efficacia del prodotto/servizio, preoccupazioni sulle difficoltà nell’uso di una funzionalità, considerazioni sull’efficienza del processo.

3: COSA DICE

Questo quadrante tratta delle espressioni verbali dell’utente, come commenti, domande o feedback. Possono essere compresi commenti positivi riguardo all’interfaccia intuitiva; domande su come risolvere un problema; feedback sulla qualità complessiva dell’esperienza.

4: COSA FA

Qui si analizzano le azioni dell’utente durante l’esperienza, sia visibili che non. Ad esempio. Clicca su determinati pulsanti o link? Cerca informazioni specifiche? Abbandona il processo a causa di difficoltà?

Cos’è e come si crea una empathy map

Alcuni esempi di empathy maps

Ecco alcuni esempi che possono aiutarti a compilare nel miglior modo possibile le empathy maps. Abbiamo preso in considerazione 3 aziende. la prima si occupa di vendita di abbigliamento on line, la seconda di food delivery, la terza di fitness.

Abbigliamento e commerce

Cosa prova : eccitazione, incertezza, frustrazione; cosa pensa:  pensieri positivi, dubbi su taglia e stile, preoccupazioni; Cosa dice: commenti entusiasti, chiede consigli, feedback sulle misure; cosa fa: naviga tra le pagine, aggiunge al carrello, completa l’acquisto

Food delivery

Cosa prova: fame, impazienza, soddisfazione; cosa pensa: scelta del menu, aspettative sul tempo di consegna;  cosa dice: telefonate scopo info o prenotazioni; feedback sulla qualità; cosa fa: sfoglia il menu, effettua l’ordine, traccia la consegna

App di fitness

Cosa prova: soddisfazione, determinazione, fatica; cosa pensa: pensieri positivi, miglioramento continuo; cosa dice: condivide successi; richiede supporto, commenta gli allenamenti. Cosa fa: segue il piano degli allenamenti, monitora il progresso

In che fase è utile compilare l’empathy maps?

Il design thinking è utile in tutte le fasi del processo di sviluppo di un prodotto o servizio. Può essere utilizzato per:

  • Comprendere le esigenze degli utenti o dei clienti: la prima fase del design thinking, l’empatia, permette ai team di sviluppare una comprensione profonda delle esigenze e dei desideri degli utenti o dei clienti. Attraverso interviste, sondaggi o osservazioni.
  • Generare idee: la seconda fase del design thinking, l’ideazione, consente ai team di generare idee innovative per risolvere i problemi degli utenti o dei clienti. Grazie a tecniche come brainstorming, brainwriting e design thinking.

  • Prototipare e testare: la terza e la quarta fase del design thinking, il prototipaggio e il test, fanno sì che vengano testate le idee con utenti o i clienti.

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cosa significa thinking lean

Cosa significa Thinking Lean o lean thinking e come applicarlo

Cosa significa thinking lean? Di quale approccio si tratta?

Come implementarlo alle strategie aziendali? Di tutto questo parleremo in questo articolo che affronterà un argomento molto in voga tra gli startupper. Il cosiddetto “Pensiero Snello” è un concetto che ha le sue radici nel sistema di produzione Toyota. Andiamo a vedere meglio di cosa si tratta nei prossimi paragrafi.

Cosa significa Thinking Lean

Qui cosa significa Thinking Lean.

Il Lean Thinking, o Pensiero Snello, è un approccio di gestione aziendale che mira a massimizzare il valore per il cliente riducendo al contempo gli sprechi e ottimizzando i processi.

Come detto in apertura, questo concetto ha avuto origine nel sistema di produzione Toyota, noto come Toyota Production System (TPS), sviluppato dalla Toyota Motor Corporation in Giappone negli anni ’50 e ’60.

Perché è nato?

Il Lean Thinking è nato in risposta alla necessità di migliorare l’efficienza e la produttività. Negli anni ’50 e ’60, il mercato automobilistico era altamente competitivo e le risorse erano limitate. La Toyota dovette fare, perciò, di necessità virtù. di fronte a diversi ordini di problemi:

  • Risorse Limitate: La Toyota aveva risorse limitate in confronto ai suoi concorrenti. Era necessario sfruttare al massimo le risorse disponibili.
  • Variazioni nella Domanda: Il mercato dell’auto era soggetto a fluttuazioni nella domanda. La Toyota doveva essere in grado di adattarsi rapidamente ai cambiamenti nella richiesta.
  • Sprechi: C’erano inefficienze nei processi produttivi, con notevoli sprechi di risorse, tempo e materiali.
  • Qualità: Era necessario migliorare la qualità dei prodotti per competere sul mercato globale.

Lean Startup, guarda il video di Massimo Ciaglia per saperne di più partendo da cosa significa Thinking Lean

Thinking Lean: i 5 principi

Pensare snello, thinking lean. Ma cosa significa Thinking Lean nel concreto? Vuol dire dare seguito ai 5 principi cardine di questa strategia.

Infatti, in risposta alle problematiche sottolineate nel paragrafo precedente, Toyota diede seguito allo sviluppo del Toyota Production System, un sistema che ha integrato 5 principi: perfezionamento della produzione, flusso continuo, perfezionamento continuo (Kaizen), abbattimento degli sprechi e coinvolgimento dei dipendenti. 

Andiamo a vedere questi 5 principi da vicino, ora che abbiamo compreso cosa significa Thinking Lean.

  • Perfezionamento della produzione (produzione tirata, Pull) si produce solo ciò di cui c’è bisogno, quando c’è bisogno, evitando la sovraproduzione e riducendo le scorte inutili.
  • Valore dal punto di vista del cliente: Identifica ciò che il cliente considera valore e concentra le attività sull’erogazione di quel valore.
  • Flusso di valore: Analizza e ottimizza il flusso di lavoro per ridurre il tempo e gli sforzi necessari per portare un prodotto o servizio al cliente. Ciò include l’eliminazione di ostacoli e ritardi nel processo produttivo.
  • Creazione di valore senza sprechi: Riduci o elimina gli sprechi, cioè tutte le attività che non aggiungono valore al prodotto o al servizio. Gli sprechi possono essere sotto forma di eccessive scorte, tempi di attesa, movimenti inutili, ecc.
  • Perfezionamento continuo (Kaizen): Promuove il miglioramento continuo a tutti i livelli dell’organizzazione, incoraggiando il coinvolgimento di tutti i dipendenti nel processo di identificazione e attuazione di miglioramenti.

Per saperne di più sul lean thinking

I benefici

Passiamo oltre a cosa significa Thinking Lean e passiamo ai benefici.

L’approccio nato negli stabilimenti Toyota fu un successo: il miglioramento in termini di efficienza, riduzione degli sprechi e incremento generale della qualità finì per attirare l’attenzione di altre aziende e organizzazioni di tutto il mondo.

Il Lean Thinking è diventato perciò un approccio di gestione più ampio, influenzando settori come i servizi, la sanità, l’IT e, ovviamente, anche il settore startup.

Il lean thinking comporta 6 vantaggi fondamentali:

  1. Riduzione degli Sprechi: Il focus principale del Lean Thinking è eliminare gli sprechi nei processi produttivi o operativi. Ciò porta a una maggiore efficienza e riduzione dei costi associati agli sprechi di risorse, tempo e materiali.
  2. Aumento dell’Efficienza: Ottimizzando i processi e riducendo le attività non a valore aggiunto, le organizzazioni diventano più efficienti. Ciò si traduce in una maggiore produttività e tempi di ciclo più brevi.
  3. Miglioramento della Qualità: L’approccio Lean mira a identificare e risolvere i problemi alla radice, contribuendo al miglioramento della qualità del prodotto o del servizio offerto.
  4. Riduzione dei Tempi di Consegna: L’adozione di principi come la produzione tirata (Pull) e il flusso di valore aiuta a ridurre i tempi di consegna, soddisfacendo meglio le esigenze dei clienti e migliorando la flessibilità operativa.
  5. Aumento della Soddisfazione del Cliente: Concentrandosi sul valore per il cliente, il Lean Thinking mira a fornire prodotti o servizi che soddisfano meglio le esigenze e le aspettative dei clienti, migliorando la loro soddisfazione complessiva.
  6. Flessibilità Operativa: La capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti nella domanda o nelle condizioni di mercato è un beneficio chiave del Lean Thinking.

Fare impresa con il metodo Lean Startup: i consigli di Massimo Ciaglia

In che modo implementare il Thinking Lean in una azienda?

Ma siamo alla risposta di una domanda cruciale. In che modo è possibile andare a implementare il pensiero snello in una azienda o in una startup? Quali ambiti coinvolgere?

I passi da fare riguardano la formazione, la consapevolezza, il coinvolgimento della leadership quanto dei dipendenti. Andiamo a guardare tutti questi aspetti.

Formazione e consapevolezza

Assicurarsi che i leader e i dipendenti comprendano i principi del Lean Thinking. L’istruzione e la formazione sono fondamentali per creare una cultura aziendale orientata al Lean.

Coinvolgimento di leadership e dipendenti

Coinvolgere i leader aziendali è cruciale. Devono essere i sostenitori principali del cambiamento e dimostrare un impegno costante verso il Pensiero Snello.

Lo stesso discorso vale per i dipendenti,  da far convergere assolutamente nel processo di cambiamento. Ascoltare le loro idee e incoraggiarli a partecipare al miglioramento continuo.

Misurazione e monitoraggio

  • Implementare metriche chiave per misurare il progresso e monitorare l’efficacia delle modifiche apportate. Questi dati aiutano a prendere decisioni informate e guidare ulteriori ottimizzazioni
  • Adottare il ciclo di miglioramento continuo PDCA: pianificare, implementare, controllare i risultati e agire di conseguenza per apportare ulteriori miglioramenti.
  • Applicazione in tutti gli ambiti: il Pensiero Snello può essere applicato in vari ambiti, inclusi produzione, logistica, servizi, sviluppo del software e altro. Personalizzare l’approccio in base alle esigenze specifiche dell’azienda o della startup.

Continua a leggere The Startup Canvas

Nel mondo frenetico delle startup, l’efficienza è spesso la chiave del successo. Abbracciare il Pensiero Snello potrebbe essere la svolta che la tua azienda sta cercando. Attraverso principi come la riduzione degli sprechi, l’ottimizzazione dei processi e il coinvolgimento dei dipendenti, il Lean Thinking offre una strada chiara verso una crescita sostenibile e un’efficienza operativa senza pari.

E se vuoi rimanere sempre aggiornato su altre notizie riguardanti il mondo  startup, come appunto cosa significa Lean Thinking

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analisi dei competitors

Analisi dei competitors: 7 passaggi per strutturarla e tool utili

In questo articolo parliamo di analisi dei competitors. Lo studio della concorrenza è fondamentale per qualsivoglia impresa, sia essa una startup o un’azienda più strutturata.

Nei prossimi paragrafi andremo a vedere in dettaglio cos’è questa attività, in cosa consiste, come farla efficacemente, ma anche i tool che ti possono aiutare.

Cos’è l’analisi dei competitors

L’analisi dei competitors, o analisi della concorrenza, è un processo strategico che le aziende utilizzano per valutare e comprendere le attività, le strategie e le performance dei loro concorrenti sul mercato.

Grazie a questa attività, si ottengono informazioni cruciali che aiutano un’azienda a prendere decisioni informate e a sviluppare strategie competitive efficaci.

Ma chi sono i competitor di un’azienda? Si possono dividere in due macroaree: diretti e indiretti.

In estrema sintesi, i competitor diretti concorrono con lo stesso prodotto o servizi, i competitor indiretti propongono prodotti o servizi sostitutivi. Nel prossimo paragrafo capiremo meglio questo aspetto.

Competitor diretti e indiretti

Analisi dei Competitors diretti:

  • offrono prodotti o servizi simili: questi sono concorrenti che operano nello stesso settore e offrono prodotti o servizi molto simili o sostituibili con quelli dell’azienda in questione. Hanno spesso lo stesso target di clientela.
  • stesso target di mercato: Anche se offrono prodotti o servizi leggermente diversi, se mirano allo stesso segmento di clientela, possono essere considerati competitor diretti.
  • aree geografiche: se due aziende competono per la stessa clientela in una determinata regione geografica, sono competitor diretti in quella specifica area.

Analisi dei Competitors indiretti:

  • Sostituti dei prodotti o servizi: questi sono concorrenti che offrono prodotti o servizi diversi, ma che possono essere considerati sostituti dei prodotti o servizi dell’azienda. Ad esempio, una bicicletta potrebbe avere come competitors indiretti il trasporto pubblico o l’uso di scooter elettrici.
  • Prodotti o servizi che soddisfano lo stesso bisogno: anche se non sono direttamente comparabili, se soddisfano lo stesso bisogno o desiderio del consumatore, possono essere considerati competitors indiretti.
  • Aziende che competono per la stessa quota di portafoglio del consumatore: se più aziende cercano di acquisire la stessa fetta del budget o del tempo del consumatore, possono essere considerate competitor indirette.

I 7  passaggi per l’analisi dei competitors perfetta

Ma come fare una analisi dei competitors perfetta? Per condurre l’attività in maniera eccellente è consigliabile effettuare diversi passaggi, noi ne abbiamo individuati 7:

  1. Identificazione dei concorrenti: inizia con l’identificazione dei concorrenti diretti e indiretti che operano nello stesso settore o che offrono prodotti o servizi simili.
  2. Raccolta di informazioni: raccogli dati e informazioni sulle attività dei competitor. Queste informazioni possono includere dati finanziari, strategie di marketing, canali di distribuzione, forza lavoro, tecnologie utilizzate e altri fattori rilevanti.
  3. Analisi dei punti di forza e debolezza: valuta i punti di forza e debolezza dei competitor. Questo può includere la qualità dei prodotti o servizi, la presenza sul mercato, la reputazione del marchio, la capacità di innovazione, la forza della catena di approvvigionamento e altro.
  4. Monitoraggio delle strategie di marketing e di pricing: esamina le strategie di marketing, di pricing e di promozione dei competitor per comprendere come si posizionano sul mercato e come rispondono alle dinamiche della domanda.
  5. Analisi del posizionamento sul mercato: valuta il posizionamento dei competitor sul mercato rispetto ai propri prodotti o servizi. Questo può includere l’analisi del target di mercato, della quota di mercato e delle strategie di differenziazione.
  6. Valutazione delle opportunità e delle minacce: attraverso una matrice SWOT, identifica opportunità e minacce derivanti dalle attività dei competitor. Ciò può aiutare a prevedere le tendenze del mercato e a adattare la propria strategia aziendale di conseguenza.
  7. Adattamento della strategia aziendale: sulla base delle informazioni raccolte, l’azienda può adattare la propria strategia per migliorare la competitività, mitigare le minacce e capitalizzare sulle opportunità identificate.

Analysis of SWOT: le 5 cose da sapere

I tool utili

La cassetta degli attrezzi per l’analisi dei competitors che ti aiuterà a realizzare l’analisi comprende Google Alert, Buzzsumo, Semrush, ma non solo. Andiamo a vedere più da vicino tutti gli strumenti utili.

  • Google Alertsti consente di monitorare le menzioni online dei tuoi competitor. Puoi impostare avvisi per essere notificato ogni volta che il nome del tuo competitor appare su notizie, blog o altri siti web.
  • SEMrush: uno strumento completo per l’analisi delle parole chiave, il monitoraggio del posizionamento nei motori di ricerca, e per ottenere informazioni dettagliate sui competitor, come le loro strategie di backlink, le parole chiave per le quali si stanno classificando e altro ancora.
  • Ahrefs: propone informazioni dettagliate sui backlink, le parole chiave, il traffico organico e altre metriche SEO dei competitor. Può anche aiutarti a identificare nuove opportunità di backlink.
  • BuzzSumo: ti permette di analizzare i contenuti più popolari sui social media per determinate parole chiave o URL. Puoi utilizzarlo per capire quali tipi di contenuti stanno funzionando meglio per i tuoi competitor.
  • SimilarWeb: fornisce dati sul traffico web, le fonti di traffico, le metriche di coinvolgimento e altro ancora per il tuo sito web e quelli dei competitor. Questo può darti un’idea di come si confrontano le performance online.
  • SpyFu: il suo focus è sull’analisi della concorrenza nei motori di ricerca, SpyFu fornisce informazioni sulle parole chiave per le quali i competitor si classificano, gli annunci PPC che stanno utilizzando e altro ancora.
  • Social Mention: questo strumento ti aiuta a monitorare le menzioni sociali dei competitor su diverse piattaforme. Ti fornisce una panoramica delle conversazioni online in cui sono coinvolti.
  • Moz: offre diversi strumenti per l’analisi SEO, tra cui Moz Pro e Moz Open Site Explorer, che possono aiutarti a esaminare i backlink e altre metriche di SEO dei competitor.
  • Crunchbase: utile per l’analisi delle aziende, Crunchbase fornisce informazioni dettagliate su startup, imprese private e altre aziende, inclusi dati finanziari e notizie.

Con quale frequenza è opportuno farla?

Conoscere i punti di forza e di debolezza dei competitor consente di migliorare la posizione competitiva della tua azienda o startup sul mercato. Con l’analisi della concorrenza puoi sviluppare strategie per capitalizzare i punti deboli dei competitor e differenziarti in modo efficace.

Con il monitoraggio delle attività dei competitor, puoi anche identificare nuove idee, approcci o tecnologie che possono essere integrate nella tua strategia. Ma ogni quanto è opportuno condurre l’analisi? Ti diciamo subito che non si tratta di una attività da fare una tantum, piuttosto è da considerarsi un processo di apprendimento continuo. Per questo, l’ottimo è effettuarla almeno una volta l’anno.

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esempio business model canvas

Esempio business model canvas

Il focus di questo articolo riguarda un esempio business model canvas.

Sappiamo tutti molto bene quanto è importante questo strumento, che porta a sintesi gli elementi chiave di un’ azienda. Nei prossimi paragrafi vedremo perché è utile compilarlo, da cosa è composto e ti forniremo un esempio business model canvas pratico.

Esempio business model canvas: da dove nasce il modello?

Il Business Model Canvas è stato creato da Alexander Osterwalder e Yves Pigneur. È stato introdotto per la prima volta nel loro libro del 2010 intitolato “Business Model Generation”.

Questo libro ha guadagnato molta popolarità ed è diventato un riferimento fondamentale nell’ambito della creazione di modelli di business innovativi e strategici.

L’obiettivo principale del Business Model Canvas era fornire un modo semplice e visuale per rappresentare i diversi aspetti di un modello di business in modo da facilitare la comprensione, la comunicazione e la pianificazione.

Grazie alla sua struttura chiara e concisa, il Canvas è stato adottato da imprenditori, start-up, aziende consolidate e professionisti di tutto il mondo come uno strumento essenziale per lo sviluppo e la valutazione dei modelli di business.

La differenza tra Business Model Canvas e The Startup Canvas

BMC: perché compilarlo è utile?

Come dicevamo in apertura parlando di esempio business model canvas, il BMC è uno strumento utile in quanto offre una panoramica chiara e concisa di tutti gli aspetti fondamentali di un’azienda o di un progetto imprenditoriale.

Tre sono i motivi che definiscono la sua utilità:

  1. Il processo di compilazione del Canvas ti obbliga a pensare in modo strategico a ogni aspetto dell’azienda, dal pubblico di destinazione alla struttura dei costi: l’identificazione di punti di forza, debolezza, opportunità e minacce è uno degli obiettivi della sua realizzazione
  2. Grazie a questo strumento puoi comunicare la tua idea imprenditoriale in modo chiaro ed efficace a terzi, come investitori, collaboratori o partner.
  3. La compilazione del Canvas può mettere in luce problemi o lacune nel tuo modello di business. Identificare questi problemi in anticipo può aiutarti a evitarli o affrontarli in modo proattivo.
  4. Compilare il Canvas ti aiuta a esplorare diverse idee e opzioni per il tuo business. Puoi testare diverse combinazioni di elementi e vedere come potrebbero influenzarsi reciprocamente.
  5. Molti investitori o finanziatori richiedono una comprensione chiara del tuo modello di business. Il Canvas fornisce un modo conciso per presentare tutte le informazioni essenziali. Pensa a potenziali finanziatori: essi potranno farsi un’idea del tuo progetto semplicemente dando uno sguardo ad un unico foglio.

Da cosa è composto il BMC?

Esempio business model canvas: il BMC è composto da 9 blocchi, vediamo insieme quali:

  1. Segmenti di clientela
  2. Value propositions
  3. Canali
  4. Relazioni con i clienti
  5. Risorse chiave
  6. Attività chiave
  7. Partnership chiave
  8. Struttura dei costi
  9. Flussi di ricavi

Non solo Business Model Canvas, scopri The Startup Canvas, il Canvas per le startup!

Esempio Business Model Canvas

Cosa inserire nei vari blocchi? Ecco un’ispirazione per compilarli correttamente, ecco quindi un esempio business model canvas!

Segmenti di clientela:

  • Start-up tecnologiche
  • Piccole e medie imprese
  • Aziende consolidate che necessitano di una trasformazione digitale

Proposta di valore:

  • Consulenza tecnica specializzata per affrontare sfide specifiche
  • Soluzioni su misura per l’ottimizzazione dei processi aziendali
  • Supporto nella selezione e implementazione di nuove tecnologie

Canali:

  • Sito web aziendale e blog con contenuti informativi
  • Partecipazione a conferenze e eventi del settore
  • Collaborazioni con associazioni tecnologiche locali
  • Social media e piattaforme di networking

Relazioni con i clienti:

  • Orientamento personalizzato attraverso consulenze individuali
  • Supporto post-vendita per l’implementazione delle soluzioni proposte
  • Monitoraggio continuo dei risultati ottenuti e adattamenti in base alle esigenze

Risorse chiave:

  • Team di consulenti tecnologici esperti
  • Conoscenze approfondite in varie aree tecnologiche
  • Rete di partner tecnologici per soluzioni specializzate

Attività chiave:

  • Analisi delle esigenze del cliente
  • Sviluppo di piani di consulenza personalizzati
  • Ricerca e valutazione delle tecnologie più adatte
  • Implementazione delle soluzioni proposte
  • Monitoraggio dei risultati e adattamenti successivi

Partnership chiave:

  • Fornitori di tecnologie e strumenti specifici
  • Università e istituti di ricerca per l’aggiornamento delle conoscenze
  • Associazioni di settore per l’accesso a reti di professionisti

Struttura dei costi:

  • Salari e stipendi del team di consulenti
  • Costi operativi per ufficio e infrastrutture
  • Spese di marketing e partecipazione a eventi
  • Investimenti nelle tecnologie e strumenti necessari

Flussi di ricavi:

  • Commissioni per le consulenze fornite
  • Tariffe per i servizi di implementazione e formazione
  • Possibile modello di abbonamento per il supporto continuativo

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Spero che il nostro focus su esempio business model canvas ti sia stato utile.

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modello canvas

Modello Canvas

 

  1. Segmenti di clientela: chi sono i clienti target dell’azienda?
  2. Proposta di valore: quali sono i prodotti o servizi offerti all’interno del modello di business?
  3. Canali: come fa l’azienda a raggiungere i suoi clienti e consegna la proposta di valore?
  4. Relazioni con i clienti: in che modo avviene l’interazione e la relazione con i clienti?
  5. Flussi di ricavi: come vengono generate le entrate?
  6. Risorse chiave: quali sono le risorse necessarie per supportare il modello di business?
  7. Attività chiave: quali sono le attività chiave da svolgere per supportare il modello di business?
  8. Partner e fornitori: con chi l’organizzazione lavora per supportare il suo modello di business?
  9. Struttura dei costi: quali sono i costi associati al modello di business dell’organizzazione?
Canva Value Proposition Template

Canva Value Proposition: template e video corso gratuito per compilarlo

Il Canva Value Proposition è uno strumento utilissimo per ogni startupper e che può essere considerato un focus su due dei blocchi del Business Model Canvas, ovvero le sezioni che riguardano clienti e, appunto, la proposta di valore, in particolare:

  • Chi sono i potenziali clienti? C’è davvero qualcuno disposto a spendere per ottenere il tuo prodotto?
  • Qual è la Value Proposition del bene/servizio ?

Il Canva Value Proposition è indispensabile?

Cominciare senza basi solide vuol dire iniziare un cammino verso il rischio fallimento. Ciò vale, a maggior ragione, per le startup. Il Canva Value Proposition deve far parte della cassetta degli attrezzi di uno startupper per un motivo essenziale:

aiuta a non commettere uno dei tipici errori di chi ha un’idea di business: credere di sapere quel che vogliono i clienti.

Una percezione sbagliata che nella maggior parte è riconducibile a una lettura superficiale del mercato di riferimento, che si poggia molte volte su ciò che si pensa, sul sentito dire, su luoghi comuni.

Nella realtà, invece, la proposta di valore, ossia i motivi per cui i clienti dovrebbero scegliere proprio la tua offerta e non quella dei tuoi competitor, va cercata altrove.

Il CVP interviene proprio nel correggere questa distorsione. Come? Attraverso un template che ti consente di chiarire necessità dei clienti e tipo di offerta.

Una volta compilato, il Canva Value Proposition si rivelerà una segnaletica che ti indicherà la strada giusta per trovare l’esatta Proposta di Valore.

Avrai perciò una freccia in più nell’arco di possibilità della tua startup. 

CVP: la divisione in due blocchi

Il Canva Value Proposition ricopre un ruolo cruciale. Conoscere il cliente, infatti, non significa solo compilare delle Buyer Personas efficaci (qui come si compila e il template per il download buyer personas).

L‘identikit del tuo potenziale cliente da solo non basta. Occorre sapere anche cosa gli si va a offrire e in che modo questa offerta si lascia preferire a quella dei competitor.

Partire dalla risposta a domande come queste (I miei clienti ottengono un vantaggio dal mio prodotto? Quale? Come mi differenzio dalla concorrenza? Quali sono i miei valori? E quelli dei miei clienti?) è il primo passo da fare prima di compilare il template del Canva Value Proposition.

Il template

Il template del Canva Value Proposition è composto da due blocchi molto riconoscibili anche graficamente: un quadrato e un cerchio. All’interno del quadrato del Canva Value Proposition troveremo le sezioni dedicate all’offerta, all’interno del cerchio le sezioni dedicate al cliente.

In particolare:

  • all’interno del cerchio dovrai compilare le sezioni che riguardano Vantaggi (quelli che il cliente spera di ottenere), Doveri (cosa sta cercando di ottenere il cliente, ad esempio, in termini di risoluzione dei problemi) Sofferenze (le negatività che il cliente potrebbe incontrare prima, durante o dopo la sua attività)
  • all’interno del quadrato dovrai compilare le sezioni che riguardano il prodotto, i vantaggi (in che modo il prodotto offre i vantaggi che i clienti si aspettano), il modo in cui le sofferenze del cliente vengono ridotte (anche in questo caso si tratta di un sotto blocco speculare a quello all’interno del cerchio. Alle sofferenze corrispondono il loro lenimento, determinato dall’utilizzo del prodotto).

Value Propositions Canvas o Business Model Canvas?

Arrivati a questo punto, potrebbe esserti sorto un dubbio. Canva Value Proposition e Business Model canvas sono uguali? Posso usare uno e fare a meno dell’altro?

La risposta è no a entrambe le domande. Business Model Canvas e Value Propositions Canvas, infatti, sono due strumenti complementari, la cui utilità insorge in fasi differenti della vita di un’azienda. Nei prossimi paragrafi andiamo a vedere meglio questo aspetto.

Quando utilizzare il Business Model Canvas

L’utilizzo del Business Model Canvas è ideale all’inizio dell’attività di una azienda (indipendentemente che questa sia o meno una start up). In particolare, grazie al BMC, è possibile avere un’idea chiara delle potenzialità del progetto imprenditoriale.

In una singola pagina, infatti, sarà possibile valutare se, e come, l’azienda riuscirà a monetizzare. Il documento è utile sia come punto di riferimento interno (dunque ad uso e consumo del team) che esterno: in  questo senso può servire anche a potenziali investitori, che in modo semplice, chiaro ed efficace potranno toccare con mano il modello di business e le sue possibilità di conquistare il mercato.

Quando utilizzare il Value Propositions Canvas

Il Value Propositions Canvas o Canva Value Proposition può benissimo essere considerato come una integrazione del BMC, in particolare dei suoi primi due blocchi. Interviene, quindi, generalmente in una fase un po’ più matura della vita dell’azienda, laddove deve essere ottimizzato il prodotto.

A questo proposito, ti consigliamo di leggere il nostro articolo su Business Model Canvas, Lean Canvas, The Startup Canvas: quale modello usare per la propria startup?

Conclusioni

Come avrai potuto intuire, sia Business Model canvas che Value Propositions Canvas sono due strumenti ugualmente utili, perché entrambi concorrono a definire l’azienda. Il primo si occupa del modello di business (ed è dunque più generico), il secondo si concentra sul prodotto.

Vale la pena usarli entrambi? Assolutamente sì: nella loro compilazione si finirà per conoscere meglio il progetto imprenditoriale, dove vuole arrivare, il prodotto offerto e, di conseguenza, il pubblico al quale ci si intende rivolgere.

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Come avrai potuto intuire, la costruzione della proposta di valore richiede di scavare a fondo: occorre infatti arrivare a conoscere i sentimenti più profondi che guidano il target nei processi decisionali. Ad esempio, quali sono le loro paure, le loro aspettative, le loro sofferenze.

Un compito non facile da affrontare, per il quale serve tempo e perizia. E lo stesso vale per altri step fondamentali che sono alla base di ogni progetto di successo.

Per questo motivo, noi di The Startup Canvas abbiamo sviluppato un corso completamente gratuito: tre lezioni da 25 minuti ciascuna al termine delle quali sarai in grado di percorrere la strada che ti condurrà alla realizzazione della tua startup.

  • All’interno della prima lezione parleremo di cos’è una startup, di The Startup Canvas e i suoi vantaggi rispetto ad altri canvas. Affronteremo questioni come il mercato, la value proposition e le ipotesi fiduciarie.
  • Nella seconda lezione troverai numerosi spunti interessanti afferenti strategia e quindi il modello di business, il marketing, il piano finanziario e la proprietà intellettuale.
  • La terza lezione sarà invece incentrata sull’execution, in particolare cosa bisogna conoscere sul team, sulle operation, sulla traction e sulla raccolta fondi.

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The Startup Canvas è un framework innovativo pensato appositamente per le Startup. È stato sviluppato da Massimo Ciaglia, Ceo di Grownnectia,innovatore, mentor, coach, business angel e autore del libro THE STARTUP CANVAS: Il metodo per trasformare una idea in un successo sicuro.

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