Pay4Growth® Validation

P4G Validation: da idea a startup in 12 settimane

Hai una idea di business che credi sia profittevole, ma non sei sicuro che possa avere successo?

Ti piacerebbe avviare la tua startup e farla crescere, ma hai molti dubbi?

La risposta alle tue domande è semplice! Hai bisogno di un percorso di incubazione per validare la tua idea.

 Si tratta di un programma che accompagna le startup attraverso varie fasi, in modo da analizzare l’idea iniziale in tutti i suoi aspetti, per capire se ha del potenziale e se è possibile posizionarla sul mercato, per poi proseguire con la strutturazione vera e propria della startup.

Il programma di incubazione PAY4GROWTH® VALIDATION, della durata di 12 settimane, infatti, è strutturato per chi ha un’idea di business e ha necessità di metodologie e strumenti per validarla.

effetti della pandemia sulle startup

Gli effetti della pandemia sulle startup: un quadro allarmante?

Negli ultimi giorni, è uscito il report di Startup Genome sugli ecosistemi e gli investimenti a livello globale, che ha mostrato un quadro allarmante per gli startupper italiani.

Dal report, risulta che 4 startup su 10, a causa degli effetti della pandemia, rischiano di scomparire.

La situazione è veramente così preoccupante?

Continua a leggere, per scoprire l’andamento dell’ecosistema startup dopo la pandemia.

Investimenti in calo

Dopo un 2019 in forte crescita, le previsioni per il 2020 erano estremamente positive, ma nessuno aveva fatto i conti con la pandemia da Covid-19, che ha messo in crisi molte aziende, alcune fino al fallimento.

Uno dei problemi più gravi? Il calo degli investimenti, le difficoltà pratiche legate al lockdown hanno messo in crisi il 20% degli investimenti a livello globale.

Molte startup, che avevano già siglato accordi con gli investitori, si sono viste cancellare il round di finanziamento.

Altre che avevano già firmato tutte le carte, hanno segnalato sensibili ritardi nella chiusura delle operazioni o addirittura una completa interruzione delle comunicazioni con le parti interessate.

Secondo il report, un elemento di preoccupazione è anche la poca efficacia degli interventi governativi.

Molte startup a livello globale non si aspettano di ricevere aiuti dai rispettivi governi, perché spesso, data la loro natura di aziende in perdita, incentrate sullo sviluppo di prodotti o servizi che non generano ancora profitti, non rispondono ai requisiti economici necessari per accedere agli aiuti alle imprese.

Ma c’è una possibilità di risollevare la situazione? Sì, il potere innovativo di cambiamento e di miglioramento delle startup, giocherà un ruolo importante per la ripresa economica.

L’innovazione al centro della ripresa

La quarantena appena passata, ha indebolito il nostro settore economico, ma allo stesso tempo ha accelerato alcuni comparti, primo fra tutti quello dell’innovazione e delle imprese guidate da giovani e giovanissimi.

Le startup non si arrendono e fanno emergere idee imprenditoriali nuove, destinate a crescere a ritmi più veloci.

D’ora in poi, dobbiamo aspettarci macro innovazioni che cambieranno in maniera radicale il modo in cui le aziende competeranno, in relazione al proprio modello di business.

Dunque, come possiamo uscire da questa crisi?

Per riprendersi e andare avanti, bisogna innanzitutto considerare di modificare il modello di business: molte startup, infatti, hanno ridotto e smaltito i costi di servizio ed i prezzi.

Le pandemie tendono a far emergere categorie di imprese completamente nuove, o meglio ad accelerare l’innovazione e la nascita di startup ed idee imprenditoriali già in circolazione, ma che guadagnano popolarità ad un ritmo più veloce.

Le startup sono pronte a ripartire

Le startup sono, per propria natura, sempre pronte a modificare il proprio prodotto, i propri target di mercato, il proprio revenue model sulla base delle risposte del mercato.

In una startup, è diffusa la logica di trial and error, quindi di operare per tentativi e di adattare continuamente le proprie azioni sulla base dei feedback ottenuti.

Ebbene, questo mindset di gestione dovrà essere adottato da quelle startup e PMI che vorranno sopravvivere e uscire rafforzate e migliori da questa crisi.

L’obiettivo primario che le startup devono perseguire, è la sopravvivenza: se non si sopravvive non si hanno risvolti positivi.

Le startup generalmente non “muoiono” per mancanza di idee, caratteristica che le contraddistingue dal resto delle società, ma per mancanza di fondi.

Sarà, quindi, necessario rivedere quanto prima le proprie priorità in ottica di risparmio. I  founders dovranno esaminare ed eliminare tutte le spese non essenziali per la loro attività.

Altro aspetto da tenere in forte considerazione, sono le performance del team.

Le startup si fondano su di uno schema organizzativo interno incline alla flessibilità, in cui il personale spesso ricopre ruoli inter-funzionali. Di conseguenza, la riduzione di produttività di anche un solo membro del team può arrecare significativi problemi al resto delle attività.

Sai come gestire il tuo team? Scopri come essere un bravo team manager.

I CEO dovranno quindi cercare, nei limiti del possibile, di andare incontro alle esigenze del loro personale, prevedendo ad esempio dei bonus al raggiungimento di determinati obiettivi e scongiurando, così, un calo nelle performance collettive.

La pandemia di Coronavirus rappresenta una sfida eccezionale per un’intera generazione di imprenditori, siano essi piccoli commercianti, investitori, grandi impresari o startupper.

Se anche tu hai voglia di metterti in gioco e strutturare una startup di successo

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La produttività aziendale: come migliorarla a partire da te stesso

Vuoi sapere come aumentare la produttività aziendale e crescere con il tuo business?

 Benessere organizzativo e produttività aziendale sono due elementi fondamentali su cui si basa il successo di ogni azienda.

Che si tratti di una grande società o di una startup, migliorare la produttività aziendale è l’unico modo per far funzionare al meglio ogni processo.

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Start up pitch: i 10 passaggi da seguire

Devi preparare uno start up pitch efficace per presentarti nel modo giusto ad un potenziale investitore, ma non sai come fare?

L’Elevator Pitch è uno dei documenti, insieme al business plan, fondamentali per una startup o per chiunque abbia un’idea di business!

Si tratta di una breve presentazione della tua startup, del tuo prodotto o servizio, del tuo modello di business necessaria per catturare l’attenzione di vari interlocutori tra cui potenziali investitori, clienti, partner o audience.

Per strutturare un pitch startup perfetto, serve seguire delle precise regole!

startup italiane

Emergenza Covid-19: le startup italiane reagiscono

Nonostante l’ecosistema delle startup italiane sia fragile e delicato, gli imprenditori più creativi e concreti hanno saputo reinventarsi per reagire all’emergenza Covid-19 e non farsi travolgere dalla crisi economica.

Ecco com’era la situazione in Italia prima dell’emergenza Coronavirus ed alcuni esempi di startup italiane che hanno reagito a questo terremoto del mercato, trovando il proprio spazio.

Sviluppa la tua startup in smart working

Sviluppa la tua startup in smart working

Hai un’idea di business nel cassetto, vorresti svilupparla, ma temi che l’attuale situazione in Italia sia un problema? Non sai come far crescere la tua startup stando a casa?

Se ti stai chiedendo se è possibile lavorare alla crescita del tuo business da remoto, la risposta è si! Anzi puoi utilizzare questo momento per lanciare finalmente il tuo progetto startup.

Continua a leggere l’articolo per scoprire il PAY4GROWTH™, il primo percorso di pre accelerazione completamente da remoto in smart working, che in soli 6 mesi migliora la traction della tua startup con un programma innovativo, basato sui modelli della Silicon Valley.

I trend del 2020 per l’innovazione: 6 le aree più appetibili per gli investitori

I trend del 2020 per l’innovazione: 6 le aree più appetibili per gli investitori

Dopo il successo degli investimenti nel campo digitale del 2019, si prospetta un altrettanto positivo 2020. Oltre agli obiettivi fissati dallo Stato italiano per procedere verso la trasformazione digitale, l’iniziativa viene proprio dalle singole aziende.

L’aumento degli investimenti nell’innovazione, infatti, scaturisce da una nuova consapevolezza degli imprenditori. Nell’ottica dell’Open Innovation, infatti, è emerso che dedicare un budget alla ricerca e allo sviluppo porta innegabili vantaggi al business delle aziende già consolidate sul mercato, ma che vogliono rimanere aggiornate e competitive.

Quali sono quindi i trend del momento a cui dedicarsi per ottenere i vantaggi desiderati?

Le startup generano posti di lavoro?

Le startup generano posti di lavoro?

Ti stai chiedendo se le startup generano posti di lavoro?

In Italia le startup iscritte al registro delle imprese innovative sono più di 10.000. Questo dato è positivo non solo per il fatto che le startup favoriscono l’innovazione nel nostro paese, ma anche perché crescendo offrono sempre più possibilità lavorative.

Continua a leggere l’articolo per sapere come le startup generano posti di lavoro e per scoprire quali sono le figure più richieste!

Open innovation e le agevolazioni nell' Industry 4.0

Open innovation e le agevolazioni nell’ Industry 4.0

Nel precedente articolo abbiamo parlato dei 10 libri da leggere durante le vacanze di Natale. Oggi parleremo di open innovation e molto altro.

 

In questo periodo storico in cui il digitale la fa da padrone nelle nostre vite, non potevamo non aspettarci un cambiamento in questa direzione anche a livello imprenditoriale. Ed è proprio in questo campo infatti che possiamo ottenere i migliori risultati. Il segreto è aprirsi a collaborazioni e interazioni tra competenze trasversali, seguendo i principi dell’open innovation, con l’aiuto delle agevolazioni del Piano Nazionale Impresa 4.0.

La quarta Rivoluzione Industriale

Il termine Industry 4.0 sta proprio ad indicare l’applicazione delle più moderne tecnologie digitali alla produzione industriale. Questo ha portato ad un grande stravolgimento dei modelli produttivi nell’ambito manifatturiero, che è stato il primo ad essere interessato da questa “Rivoluzione”.

 

È dal 2016, infatti, che si parla di innovazione digitale applicata alle industrie. Con la legge di bilancio del 2017 si è iniziato a pensare che occorra ampliare il campo di applicazione anche alle imprese. È nato quindi il Piano Nazionale Impresa 4.0. per avviare al cambiamento verso il mondo digitale anche con le piccole e medie imprese in tutti i settori dell’economia.

 

L’obiettivo è quello di digitalizzare tutte le fasi della produzione, puntando ad una smart factory. L’automazione, la flessibilità, la competitività dei prodotti portano alla naturale conseguenza dell’aumento della produttività. Si può ottenere questo risultato investendo nella ricerca su materiali più performanti, sulla robotica e sulla meccatronica, e nell’implementazione di sistemi digitali connessi ed integrati: il cosiddetto internet of things.

Ed è in questo scenario che si inserisce di diritto l’open innovation, che funge da chiave di volta per il successo.

Cos’è l’open innovation

Un’impresa, soprattutto se di medie e piccole dimensioni, difficilmente avrà al suo interno tutto ciò che le serve per innovarsi e stare al passo con i tempi. Nell’era dell’Industry 4.0, dove tutto tende alla digitalizzazione, rimanere chiusi nel proprio guscio non è una strategia vincente. Il cambiamento invece permette di sviluppare nuove idee e di adottare dei modelli più competitivi.

 

Per questo, un’azienda che mira a rimanere sul mercato il più a lungo possibile. deve necessariamente aprirsi all’esterno e lasciarsi ispirare. L’open innovation è appunto questo: un’apertura mentale verso l’innovazione, portata avanti con strumenti e competenze che provengono da terze parti.

 

In primis viene chiamato in causa il mondo delle start up, che è per definizione il più innovativo. Ma ci si può avvalere dell’aiuto di fornitori, partnership, sponsor e consulenti, senza tralasciare l’importanza degli Istituti di Ricerca e delle Università. Tutto questo bagaglio di conoscenze, se messo bene a frutto e convogliato verso un unico obiettivo, può liberare un potenziale enorme.

 

Connectia ha lanciato un programma di Open Innovation denominato Make Innovation accessibile da questo link. Un programma esclusivo, rivolto alle grandi imprese, attraverso il quale una corporate lancia una call4ideas, Connectia si occupa della campagna di lancio, della selezione e del programma di accelerazione, per portare alla corporate alla fine dei 6 mesi di percorso, le migliori startup in cui poter investire.

 

Le agevolazioni

Ma vediamo quali sono le agevolazioni confermate e aggiornate nel 2019 per le imprese.

 

  • Super ammortamento. Questa misura prevista già dal 2016 è stata prorogata anche nel 2019 e mira ad aiutare le imprese ad acquistare, anche in leasing, beni strumentali. C’è quindi la possibilità di una maggiorazione del 30% del costo fino ad un massimo di spesa di 2,5 milioni di euro. Puoi richiederlo se hai fatto l’acquisto tra il primo aprile e il 31 dicembre 2019. Hai tempo fino al 30 giugno 2020 per usufruire di questa agevolazione, a patto che tu abbia ordinato l’attrezzatura entro il 31 dicembre 2019 e versato un acconto pari al 20% del prezzo finale.
  • Iper ammortamento. Si può utilizzare per acquistare, anche in leasing, beni strumentali che funzionano con sistemi computerizzati.

L’iper ammortamento va a scaglioni: il 270% per una spesa massima di 2,5 milioni di euro; il 200% per un tetto di 10 milioni; il 150% fino a 20 milioni di euro.

  • Nuova Sabatini. Con questa agevolazione il Ministero dello sviluppo economico dà alle PMI un contributo per pagare gli interessi dovuti alle banche, per finanziamenti riguardanti l’acquisto di beni strumentali. La durata massima è di 5 anni, ma la novità della proroga 2019 è l’innalzamento della soglia per singola impresa, che passa da 2 a 4 milioni di euro.
  • Credito d’imposta R&S. Si tratta di una misura che favorisce le imprese che investono in ricerca e sviluppo fino al 31 dicembre 2020. È previsto un credito d’imposta ad aliquota differenziata: pari al 25% della spesa per “personale con rapporto di lavoro subordinato”; pari al 50% della spesa per “personale con rapporto di lavoro diverso da quello subordinato”. Il massimo che viene concesso ad ogni impresa è di 10 milioni di euro e vi sono compresi anche i costi per l’acquisto di materiali destinati alla ricerca.
  • Credito d’imposta per la formazione. Con questa misura il Ministero aiuta le imprese a sostenere le spese per la formazione del personale dipendente nell’ambito dell’Industry 4.0. Lo si può richiedere fino al 31 dicembre 2019 e vi sono inclusi i costi per la formazione online. Il tetto massimo è di 300 mila euro per tutte le PMI, con credito al 50% per le piccole imprese e al 40% per le medie. Le grandi imprese invece possono ricevere un credito del 30% fino ad un massimo di spesa di 200 mila euro.

 

Accanto a queste misure direttamente rivolte al mondo imprenditoriale, sono in atto una serie di ulteriori aiuti nel campo della ricerca e dello sviluppo, come la creazione dei centri di competenza ad alta specializzazione. Questi centri dislocati nelle principali città italiane dovranno fornire orientamento agli imprenditori e formazione ai manager d’azienda, in stretta collaborazione con le maggiori Università.

 

Vuoi saperne di più a riguardo?

Peter Thiel: uno dei più grandi angel investors della Silicon Valley

Peter Thiel: uno dei più grandi angel investors della Silicon Valley

L’epoca moderna è costellata da pochi, ma grandi nomi di giovani imprenditori che hanno fatto la differenza nell’economia contemporanea; tutti per lo più sono cresciuti o hanno lavorato in Silicon Valley e tutti hanno investito in idee che si sono poi rivelate essere geniali intuizioni del mondo digitale.

Nei precedenti articoli abbiamo parlato di come accelerare il tuo business e di time management.

Oggi parleremo di un importante personaggio.

Peter Thiel, è stato uno dei primi ad affermarsi sulla scena di San Francisco all’inizio degli anni 2000; nativo di Francoforte, si trasferisce in Silicon Valley a dieci anni con la sua famiglia. Conclude la sua formazione con gli studi in Filosofia e Giurisprudenza presso l’Università di Standford, dove incontra Keith Rabois, David Sacks e Reid Hoffman, giovani che sarebbero diventati presto collaboratori e soci nello sviluppo del suo progetto principale: PayPal.