startup significato

Startup significato

Startup significato…cosa vuol dire questo termine? L’articolo di oggi è diretto a svelare alcune curiosità su questa parola che per molti rappresenta la speranza in un futuro di successo.

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Cos’è una startup: le 7 cose da sapere

Cos’è una startup? E che cosa sapere prima di iniziare l’avventura in un mondo in cui innovazione è la parola d’ordine e che, proprio per questo, è da un lato sfidante e dall’altro ricco di insidie? L’articolo di oggi si concentra proprio su questi aspetti fondamentali.

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Start up significato: cos’è, come funziona, requisiti ed esempi di startup famose

Oggi parliamo di start up a tutto tondo. Start up significato, come funziona, cosa serve affinché un’azienda possa essere definita tale e citeremo qualche esempio di aziende innovative che non solo ce l’hanno fatta, ma sono arrivate ad entrare nella storia del settore.

Start up significato

Start up significato: l’etimologia è inglese (mettersi in moto, partire). La prima accezione economica faceva vagamente riferimento a un’azienda nata nel settore dell’information technology.

La locuzione si è via via affinata ed è entrata nel vocabolario finanziario italiano con  l’accezione attuale: per  start up si intende, infatti, un’azienda che si è da poco costituita sulla base di un’idea innovativa ad alto valore tecnologico. 

Cos’è una start up dunque?

Una startup è una società di nuova creazione che cerca di sviluppare un prodotto o servizio innovativo in un mercato in cui è già presente la concorrenza. Di solito, le startup sono caratterizzate da un team altamente motivato che lavora intensamente per portare il loro prodotto o servizio sul mercato il più rapidamente possibile. Questo in sintesi può essere definito lo start up significato.

Le startup sono spesso aperte a nuove idee e flessibili nell’adattarsi ai cambiamenti del mercato. A volte, le startup possono essere finanziate da investitori esterni, come angel investors o venture capital, ma spesso dipendono dalle entrate generate dal loro prodotto o servizio per finanziare la loro crescita.

Le startup sono spesso associate all’ecosistema dell’innovazione e delle tecnologie, ma possono essere presenti in qualsiasi settore.

Terminato il concetto di start up significato, passiamo ai requisiti.

Dopo lo start up significato, i 7 requisiti di una startup (più uno)

Il MISE ha stabilito 7 requisiti necessari affinché una startup possa definirsi tale:

  1. è un’impresa nuova o costituita da non più di 5 anni
  2.  ha residenza in Italia, o in un altro Paese dello Spazio Economico Europeo, ma con sede produttiva o filiale in Italia
  3.  ha fatturato annuo inferiore a 5 milioni di euro
  4.  non è quotata in un mercato regolamentato o in una piattaforma multilaterale di negoziazione
  5.  non distribuisce e non ha distribuito utili
  6.  ha come oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di un prodotto o servizio ad alto valore tecnologico
  7.  non è risultato di fusione, scissione o cessione di ramo d’azienda

Inoltre, una startup deve rispettare almeno uno di questi tre requisiti:

  •  sostenere spese in Ricerca, Sviluppo e innovazione per almeno il 15% del maggiore valore tra fatturato e costo della produzione
  •  impiegare personale altamente qualificato (almeno 1/3 dottori di ricerca, dottorandi o ricercatori, oppure almeno 2/3 con laurea magistrale)
  • essere titolare, depositaria o licenziataria di almeno un brevetto o titolare di un software registrato.

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Spiegato start up significato, passiamo al suo ciclo.

Il ciclo di vita di una start up

Abbiamo appena terminato il nostro focus su start up significato, ora passiamo ad un nuovo paragrafo.

Nel corso della sua esistenza una startup passa attraversa diverse fasi, che possono essere, in estrema sintesi, individuate in:

-Pre-Seed e Bootstrap. (prima fase di una startup, non esistono ancora un prodotto o un servizio definitiva, né un’azienda strutturata).

-Seed (l’idea viene validata, il progetto diventa realtà)

-Early Stage (il prodotto o servizio viene limato affinché si adatti al mercato. Si cerca l’approccio con gli investitori)

-Early Growth. (prima fase di crescita)

-Growth. (crescita esponenziale dei clienti, il sogno di ogni startup è arrivare a questo step)

-Exit (le quote della startup vengono cedute in borsa o a un’altra azienda o vengono riacquistate dai fondatori che precedentemente le avevano cedute ad altri investitori)

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Continua il nostro focus su start up significato.

Investire in startup conviene?

Dopo il concetto di start up significato, passiamo ad un altro concetto molto importante.

Investire in una start up rappresenta un rischio, ma anche un’opportunità per gli investitori. Molte start up falliscono (circa il 90%), per problemi legati generalmente alla scarsa sostenibilità economica del progetto o a un prodotto a un servizio rifiutato dal mercato.

Ma allora perché fondi, business angel, investitori sono alla continua ricerca di startup interessanti da finanziare? Bisogna considerare che questa tipologia di aziende, proprio perché appena avviate, utilizzano risorse limitate rispetto ad aziende già consolidate, offrendo moltiplicatori di guadagno molto allettanti.

Esempi di startup famose

Circa 9 start up su 10 purtroppo non completano il proprio ciclo di vita. Molte non arrivano neanche alla fase di early stage, ma qualcuna ce la fa, arrivando a essere ispirazione per l’intero settore.

Satispay

Alberto Dalmasso, Dario Brignone e Samuele Pinta sono tre ragazzi di Cuneo. Nel 2013 sviluppano una piattaforma per il pagamento digitale e tramite il web. Due anni più tardi nasce l’app Satispay. Basta collegare il proprio c/c all’app e stabilire un budget di spesa settimanale per un massimo di 200 Euro. Con Satispay è possibile scambiare denaro, pagare bollettini,effettuare ricariche telefoniche etc.

Nel 2020 l’app ha tagliato il traguardo del milione di utenti attivi.

Casavo

Una start up del settore immobiliare dietro il quale c’è il 31enne fiorentino Giorgio Tinacci. Ogni prodotto o servizio di successo reca la soluzione a un problema. Con Casavo è possibile vendere casa in massimo trenta giorni e con un massimo di due visite all’appartamento. Un algoritmo stabilisce il valore della casa, che poi può essere modificato in seguito al sopralluogo di esperti.

Miomeal

Miomeal è la startup seguita da Grownnectia grazie alla quale è possibile farsi arrivare, a casa o in azienda, pranzi pronti e basati sulla filosofia healthy. Per ordinare basta selezionare il servizio, sfogliare il menù e selezionare i piatti più adatti alle proprie esigenze alimentari.

Le startup in Italia, tra presente e futuro

Dopo avervi parlato di start up significato, passiamo alla situazione in Italia delle startup.

È difficile fare previsioni precise sullo stato delle startup in Italia nel 2023, poiché dipende da una serie di fattori interni ed esterni che possono influire sulla loro crescita e sviluppo. Tuttavia, è probabile che le startup continueranno a svolgere un ruolo importante nell’economia italiana, sia come motore di innovazione che come generatori di posti di lavoro.

Nel recente passato, l’Italia ha visto un aumento del numero di startup che operano nel paese, soprattutto nel settore tecnologico e dell’innovazione. È possibile che questa tendenza continui nel futuro, con l’emergere di nuove idee e tecnologie che possono contribuire a creare soluzioni innovative per i problemi dei consumatori e delle aziende.

Il numero di startup in Italia è in costante aumento negli ultimi anni. Secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano, nel 2019 c’erano circa 50.000 startup attive in Italia, con un tasso di crescita del 20% rispetto all’anno precedente.

Sempre secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano, solo il 10% delle startup italiane riesce a superare i primi cinque anni di attività. Ciò può essere dovuto a una serie di fattori, come la scarsa disponibilità di finanziamenti e la concorrenza internazionale. Nonostante queste sfide, le startup in Italia continuano a rappresentare una fonte importante di innovazione e crescita per l’economia del paese.

Perché una startup fallisce?

Purtroppo, diverse ricerche hanno confermato che le startup in Italia nascono e muoiono con una certa frequenza, ed hanno evidenziato come il tasso di sopravvivenza delle startup italiane nei primi anni di attività è relativamente basso.

Ovviamente, ci sono alcune eccezioni e differenze tra i diversi settori e le diverse regioni, ma in media una startup fallisce nel 90% dei casi, moltissime già nei primi mesi.

Ma perché una startup fallisce? Nel prossimo paragrafo vediamo alcuni dei motivi più frequenti, con la premessa che il fallimento di una startup non significa necessariamente uno stigma indelebile per l’imprenditore:  può essere, infatti, un’opportunità di apprendimento e crescita per sviluppare ulteriormente le proprie competenze e conoscenze.

Le motivazioni più frequenti

In Italia il numero delle startup è, da qualche anno ormai, stabilmente sopra quota 10mila. Ma perché molte di esse non sopravvivono? Ecco alcune delle cause più frequenti:

  1. Fund raising inesistente o inefficace: molte startup in Italia hanno difficoltà ad ottenere finanziamenti sufficienti per sostenere le loro attività e investimenti, il che può impedire loro di crescere e svilupparsi nel tempo.
  2. Team: la disorganizzazione del team o l’inesperienza degli imprenditori può portare a problemi operativi, rendendo difficile per la startup la gestione anche della semplice quotidianità. Può capitare, ad esempio, che una figura si senta trascurata, rispetto a un’altra che, pur lavorando meno, viene tenuta maggiormente in considerazione dall’imprenditore. Può sembrare un problema banale: ma, alla prova della realtà, queste frizioni possono portare alla dissoluzione del team e, di conseguenza, alla chiusura del progetto.
  3. Concorrenza forte: la presenza di concorrenti già affermati sul mercato può rendere difficile per le startup competere e guadagnare una fetta di mercato significativa. In questo caso, la startup ha probabilmente iniziato la propria attività senza una efficace analisi di mercato, presentandosi con un prodotto o servizio incapace di distinguersi realmente dai competitor!
  4. Mancanza di domanda: la startup non è in grado di soddisfare le esigenze o le richieste dei clienti. Purtroppo accade quando l’imprenditore è convinto di avere in mano l’idea del secolo, senza però aver prima adeguatamente analizzato il mercato di riferimento. La soluzione è fare una validazione che ti permetta di capire se c’è domanda per il tuo prodotto. Qui il nostro programma di Validazione ad hoc, proprio per questa esigenza, della durata di 3 mesi.
  5. Regolamentazioni e burocrazia: la complessità delle normative e della burocrazia in Italia può rappresentare una sfida per le startup, specialmente per quelle che cercano di innovare e sviluppare nuove soluzioni. Tante startup, in questo senso, vanno incontro a problemi relativi alle gestioni di marchi&brevetti e diritti di copyright con relative possibili violazioni.

Ti consigliamo di guardare anche il video di Massimo Ciaglia: come creare il team di una startup?

Infine l’ultimo focus su start up significato, The Startup Canvas.

Scopri The Startup Canvas

Ti abbiamo parlato a fondo di questo settore e in particolare di start up significato. Ora ti invitiamo a scoprire uno strumento che aiuta a far crescere le startup. Parliamo di The Startup Canvas, il primo framework dedicato a questo tipo di aziende formato da 12 blocchi e 3 fasi basati sull’approccio lean.

Scopri di più su The Startup Canvas

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Value Proposition Canva: perché è importante e come definirla

Cos’è la Value Proposition Canva e perché è così importante? Questo articolo ti aiuterà a capire non solo la centralità strategica di uno strumento troppe volte sottovalutato, ma anche a capire come si utilizza.

Value Proposition Canva ed errori di distorsione

Ma cos’è la Value Proposition Canva? È lo strumento che ti consente di porre in rilievo la proposta di valore della tua startup.

Ossia i motivi per cui i clienti saranno portati a scegliere il tuo prodotto o servizio e non quello della concorrenza.

Già a questo punto pare facilmente intuibile quanto la cura di questo aspetto sia significativo nella costruzione di una startup. La realtà è che purtroppo molti  startupper lo sottovalutano, ritenendo già di conoscere ciò che il cliente vuole in base a considerazioni sommarie o per “sentito dire”.

Si tratta, in ogni caso, di un errore importante che può rivelarsi fatale!). Dopotutto, sappiamo benissimo quanto siano molteplici gli step da curare lungo il percorso che porta un’idea di business a diventare concreta. La fretta, mai come in questo caso, è cattiva consigliera.

Value Proposition Canva: come definirla

La Value Proposition Canva può essere a ragione considerata come una integrazione del Business Model Canvas (A proposito, in questo articolo puoi imparare sin da subito a lavorare su un BMC ), in particolar modo di due segmenti:

  • Value Proposition
  • Customer Segment

In linea generale, la definizione della CVP passa per tre step fondamentali, ossia:

  1. l’individuazione delle sofferenze del cliente
  2. la definizione della value proposition (cosa fa il bene o servizio che proponi per alleviare la sofferenza del cliente?)
  3. adeguamento del prodotto al mercato

Com’è fatto?

Ma come definire, in termini pratici, la Value Proposition Canva?

Lo strumento si presenta con una grafica estremamente intuitiva. Un quadrato e un cerchio, ognuno con tre sezioni. I moduli sono dedicati, rispettivamente, alle caratteristiche dell’offerta e alla clientela.

All’interno del quadrato si richiede:

  • La descrizione del prodotto o del servizio che aiuterà il cliente a svolgere una determinata mansione o a soddisfare un bisogno
  • La descrizione dei vantaggi del tuo prodotto: quali benefici reca al cliente?
  • Abbattitore di sofferenze: il bene o servizio si proporrà sul mercato come alleviatore di sofferenze e/o emozioni negative e/o costi. e/o rischi. Quali?

All’interno del cerchio vanno invece compilate le sezioni dedicate al cliente. In particolare:

  • Doveri: in relazione al prodotto proposto, qual è la mansione che il cliente sta cercando di svolgere? Quale bisogno sta cercando di soddisfare (Sezione speculare alla descrizione del prodotto situata all’interno del quadrato)
  • Vantaggi: quali sono i vantaggi o benefici che il cliente si augura di ottenere o che non si aspetta (sezione speculare alla descrizione dei vantaggi)
  • Sofferenze: quali sono le sofferenze che il cliente potrebbe incrociare prima, durante o dopo lo svolgimento del lavoro (sezione speculare all’alleviatore di sofferenze del quadrato).

Definire bene la Value Proposition Canva aiuta a non commettere alcuni dei tipici errori che purtroppo finiscono spesso per costare molto caro.

  • Dare per scontati gusti e bisogni dei clienti
  • Sottovalutare le necessità del mercato (nei casi peggiori credere che conquistare il mercato sia tutto sommato semplice, perché in fondo abbiamo un prodotto che scalerà senz’altro)
  • Pensare esclusivamente al breve periodo, proponendo un prodotto che non spinga il cliente a richiederlo ancora, ancora e ancora

Video con Massimo Ciaglia

Potresti avere ancora dei dubbi. I concetti che ti abbiamo appena illustrato sono spiegati anche all’interno di questa lezione svolta da Massimo Ciaglia.

All’interno del video, in particolare, vengono spiegati i vantaggi introdotti dal modello The Startup Canvas rispetto gli altri canvas esistenti e ci si sofferma sul problema, sullo sviluppo del mercato, sulla value proposition e sulle ipotesi fiduciarie.

Prenditi mezz’ora del tuo tempo e guarda il video. Imparerai tantissime nozioni che ti saranno utilissime.

The Startup Canvas Experience

I benefici e l’importanza della Value Proposition Canva fanno parte anche della The Startup Canvas Experience? Di cosa parliamo?

The Startup Canvas Experience è l’evento formativo gratuito che ti consentirà di modellare il tuo progetto startup  in maniera pratica ed efficace.

Ti consigliamo la partecipazione all’evento perché all’interno si parlerà, naturalmente, anche di value proposition.

Verrai affiancato da un super coach per il tuo progetto di business, Massimo Ciaglia, startup coach e mentor.

L’ingresso è solo per 10 partecipanti per mantenere alti gli standard qualitativi del project work e per consentire a Massimo di seguire con attenzione tutte le startup.

Vuoi conoscere gli altri vantaggi nel partecipare all’evento?