Per alcuni, la vita da freelance è una scelta, per altri è l’unica via percorribile per costruirsi un futuro nel settore che più li appassiona. Altri ancora, invece, riescono ad affiancare una carriera “Corporate” all’attività da libero professionista.
Quest’ultimo è proprio il caso di Chiara Landi, Head of Digital in Pro Format Comunicazione, Founder di Social Women Pod nonché Docente per la formazione aziendale.
Coniugare due attività e due tipi di organizzazione così distanti tra loro non è cosa semplice, per questo abbiamo rivolto alcune domande a Chiara, per comprendere come vive la sua professione, da che cosa sono state influenzate le sue scelte e se ha vissuto in prima persona le conseguenze di un gender gap ancora presente in molti ambiti.
Sommario
Ciao Chiara, grazie per averci concesso qualche minuto per questa intervista.
Oltre che Direttrice del Dipartimento Digital della Pro Format Comunicazione, lavori anche come freelance.
I lavoratori autonomi possono godere, in genere, di maggiore autonomia ma, d’altro canto, spesso si sentono poco tutelati.
Tu quali vantaggi e svantaggi riscontri, nell’esercizio della tua professione come freelance?
Come freelance ritengo che l’aspetto centrale da considerare, sia come un vantaggio che come uno svantaggio, sia la gestione del tempo.
Da una parte posso decidere di lavorare ad un progetto a qualsiasi ora, incastrando i diversi clienti in base alle priorità e alle scadenze. D’altra parte, come freelance tendo a lavorare a qualsiasi ora del giorno e della notte, senza avere un orario di “fine” imposto dall’alto.
La decisione di lavorare anche come freelance, da che cosa è scaturita? In che modo, le tue esperienze personali e di studio, ti hanno portato a scegliere di affiancare la libera professione alla tua carriera nell’agenzia Pro Format Comunicazione?
Da quando sono in Pro Format Comunicazione ho ridotto l’attività da freelance esclusivamente al weekend. La decisione di prendere lavori extra nasce dalla mia passione per l’insegnamento: in un’agenzia di Comunicazione hai tanti stimoli, ma non puoi divulgare le tue conoscenze.
Ho deciso di non accontentarmi e di provare a coniugare le due attività. Prima di lavorare in agenzia, mentre terminavo il Dottorato, ho lavorato più volte come freelance per diversi clienti. Anche in quel caso, la decisione di essere una libera professionista era dovuta al poco tempo a disposizione e alla necessità di conciliare il lavoro con lo studio. Non volevo aspettare di terminare il Dottorato per iniziare a lavorare, e così ho fatto.
Se devo essere sincera, credo che non riuscirei a lavorare solo come freelance. Rischierei di lavorare troppe ore al giorno, senza freni, e rinuncerei ad una certezza economica che ritengo fondamentale.
Forse non ho l’anima da freelance.
Nel settore del Digital Marketing, hai mai riscontrato resistenze o maggiori difficoltà soltanto per il fatto di essere donna? Il gender gap, che da molti anni è combattuto con forza a tutti i livelli professionali, è ancora presente?
Essere donna e lavorare nel nostro campo è un paradosso: non incontri maggiori difficoltà, o almeno non te ne rendi conto. Ma spesso ti trovi ad essere l’eccezione: nel 90% delle docenze che ho tenuto negli ultimi due anni mi sono trovata ad essere l’unica donna dietro alla scrivania.
I miei colleghi? Tutti uomini. Stesso discorso per gli eventi digitali, sia live che online. Se non sei l’unica, sei una minoranza. La cosa bella è che all’inizio dici “Wow, sono l’unica donna ad essere stata selezionata”. Poi ti svegli, e ti rendi conto che c’è qualcosa che non va.
Il gender gap è ancora presente, anche nel nostro settore.
Sei ancora giovanissima ma il tuo valore e le tue competenze sono già ampiamente riconosciute. Che cosa credi che abbia dato impulso alla tua carriera?
La prima cosa che sicuramente ha influito sul mio percorso professionale è la determinazione: avere obiettivi chiari, una forte passione, la voglia di impegnarsi per raggiungere quello che mi sono prefissata.
Tuttavia, è impossibile essere determinati e fare carriera se non ami il tuo lavoro. Sembra banale, ma nel mio caso ha fatto la differenza. Sono sempre stata una Digital Addict e la voglia di emergere in questo settore, facendo per ore e ore qualcosa che mi piaceva, ha facilitato il tutto.
Un altro aspetto fondamentale è stata la mia voglia di imparare: non si può evolvere quando si è convinti di essere già esperti. Il segreto è essere consapevoli del proprio know-how, ma aperti ad ascoltare e a migliorarsi al tempo stesso. Sempre. Ascoltare i feedback, chiedere maggiori informazioni sui propri sbagli, mettere in pratica i suggerimenti ricevuti.
Grazie Chiara per queste tue parole che possono ispirare e motivare tante giovani donne a perseguire i propri sogni.
Per non perdere le prossime interviste a Donne Freelance e non solo