Venture Capital , cosa sono e come raccogliere capitali
Venture Capital in Italia: partiamo dal presupposto che non tutti conoscono la definizione precisa di venture capital.
Siamo qui per fare chiarezza e per farti conoscere i nuovi incentivi di quest’anno.
Nell’ultimo focus abbiamo parlato dei business angel: tutto ciò che devi sapere e dove trovarli, oggi ti vogliamo parlare di un’altra figura strettamente correlata al mondo dei fund raising.
E’ sempre bene tornare sull’argomento della raccolta di capitali, perché senza soldi una startup non potrà mai andare avanti. A tal proposito, infatti, abbiamo anche parlato dei 5 errori da evitare con un investitore.
Ora però mettiti comodo e leggi quello che abbiamo da dirti sui venture capital in Italia.
Sommario
Definizione di Venture Capital
Partiamo quindi dalla definizione di Venture Capital:
“Mezzi finanziari investiti nel capitale proprio di società non quotate, di nuova attivazione o dotate di progetti ad alto potenziale di sviluppo. I fornitori delle risorse, detti venture capitalists, possono essere capitalisti individuali, talora chiamati angel, società private, finanziarie pubbliche di sviluppo territoriale, a scala nazionale o regionale, o fondi comuni di investimento chiusi.” (Fonte: Treccani)
Anche i fondi di Venture Capital, come si evince dalla definizione, sono investitori: ma da dove prendono i soldi per finanziare una startup?
La differenza sommaria tra business angel e venture capital è che i primi sono persone singole che al massimo formano dei club, mentre i venture capital raccolgono soldi ma non solo da privati. In che modo? Rivolgendosi in prevalenza ai cosiddetti fondi istituzionali, come le fondazioni bancarie, gli enti previdenziali, enti pubblici territoriali, le assicurazioni e le banche.
Ad oggi il Mise sostiene che i ‘Fondi di Venture Capital’ sono: “organismi di investimento collettivo del risparmio che destinano almeno il 70% dei capitali raccolti in investimenti in PMI non quotate che soddisfano almeno una delle seguenti condizioni:
i) non hanno operato in alcun mercato;
ii) operano in un mercato qualsiasi da meno di sette anni dalla loro prima vendita commerciale;
iii) necessitano di un investimento iniziale per il finanziamento del rischio che, sulla base di un piano aziendale elaborato per il lancio di un nuovo prodotto o l’ingresso su un nuovo mercato, è superiore al 50 per cento del loro fatturato medio annuo negli ultimi cinque anni.”
In altre parole, è possibile accedere alle società di Venture Capital quando la startup è stata costituita, il team operativo si è consolidato e le attività hanno già raggiunto uno stadio relativamente più maturo con trend di crescita interessanti (traction). Ovviamente il fabbisogno di fondi dovrà avere raggiunto una dimensione minima, maggiore di 500k Euro.
Quello che devi sapere sui Venture Capital in Italia
In Italia il Venture Capital acquisisce quote della società: la cosiddetta equity.
Di solito entra nell’operatività: dalle competenze del management fino al networking per far crescere la startup e raggiungere l’exit prefissata.
Per questo motivo, la maggior parte dei Venture Capital richiedono la presenza nel direttivo della società.
In generale, il Venture Capital tende a specializzarsi su settori verticali, per sfruttare al meglio le competenze dei partner che gestiscono il fondo/ i fondi. Tra i settori preferiti spiccano oggi: Biotech, ICT, Internet of Things, Fintech, Medicale e Digital Services.
Sono sempre tre i punti su cui soffermarsi per farsi prendere sotto l’ala di un Venture Capital:
-Team solido e totally committed sul progetto
-Prodotto già validato e con una buona traction
-Mercato ampio e studiato in profondità.
Venture Capital in Italia e i nuovi incentivi
Sei una startup innovativa?
Leggi con attenzione quello che ti stiamo dicendo:
A partire da quest’ anno il Mise dichiara che: “È previsto l’istituzione di un Fondo di sostegno al Venture Capital attraverso cui lo Stato potrà sottoscrivere quote o azioni di uno o più Fondi di Venture Capital nonché di Fondi che investono in Fondi di Venture Capital; sottoscrivere le quote o azioni di cui al punto precedente, anche unitamente ad altri investitori istituzionali, pubblici o privati, privilegiati nella ripartizione dei proventi derivanti dalla gestione dei predetti organismi di investimento.”
NOTA BENE: Per tali obiettivi viene prevista una dotazione di 30 milioni di Euro per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021 e di 5 milioni per ciascuno degli anni dal 2022 al 2025.
Quali sono i nuovi incentivi nello specifico?
Sempre secondo il MISE viene aumentata l’aliquota agevolata detraibile o deducibile, che passa dal 30 al 40%, per le persone fisiche e per le persone giuridiche che investono in startup innovative (ovvero per i venture capital in Italia).
In aggiunta, qualora si verificasse l’acquisizione dell’intero capitale sociale di startup innovative da parte di soggetti passivi dell’imposta sul reddito delle società (in questo caso non startup innovative), l’aliquota agevolata è incrementata dal 30 al 50%, a condizione che l’intero capitale sociale sia acquisito e mantenuto per almeno tre anni.
Buone notizie per startup con tecnologie basate su intelligenza artificiale, blockchain e internet of things. Se sei arrivato a leggere fino a qui ci sono buone notizie per te!
È istituito un fondo da 45 milioni di Euro in tre anni per la sperimentazione delle tecnologie emergenti da parte del Ministero dello Sviluppo Economico.
Infine, vi indichiamo alcuni dei fondi di venture capital in Italia a cui fare riferimento:
360 Capital Partners, Innogest SGR, United Ventures, Five Seasons Ventures , Principia SGR, Club Italia Investimenti, Telecom Italia Ventures, LVenture Group, Fondo italiano d’investimento Invitalia Ventures, Vertis Sgr ,OltreVentures, TimVentures (corporate venture),Fare Venture, VentureEU (europeo).
Che altro aspetti?