Il focus di questo articolo è dedicato alla realtà virtuale (anche VR). Nei prossimi paragrafi ti spiegheremo cosa si intende, quanto costa, a cosa serve, in cosa si differenza con la realtà aumentata e ti forniremo, infine, alcuni esempi pratici.
Sommario
Cos’è la realtà virtuale
Per realtà virtuale si intende la riproduzione di situazioni reali attraverso appositi device. In parole povere, si tratta di simulare la realtà effettiva per mezzo di visori, schermi, pc, smartphone etc. L’utente si trova quindi proiettato in ambienti che riproducono molto fedelmente quelli veri (soprattutto grazie alle nuove tecnologie, sempre più sofisticate) in cui può interagire e vivere esperienze incredibilmente realistiche.
I primi passi verso questo tipo di tecnologia furono mossi da Morton Heilig. Intorno agli anni ’50 del secolo scorso, il regista statunitense parlò di Experience Theater e realizzò Sensorama, un dispositivo capace di coinvolgere quattro sensi dello spettatore: visto, udito, tatto e olfatto.
Sei anni dopo Ivan Sutherland, sviluppò il primo apparecchio che può essere considerato mezzo per accedere alla realtà virtuale. Il device, però, era così pesante da rendere difficile l’utilizzo, la grafica, inoltre, era molto elementare.
La virtual reality, per come la conosciamo oggi, inizia di fatto nel 1989. In quell’anno Jaron Lanier diede vita al Virtual Programming Languages, “linguaggi di programmazione virtuale”.
Quanto costa la virtual reality?
Il visore è lo strumento principale attraverso cui accedere la realtà virtuale. Ma quanto costa? Il range di prezzo è ampio: ci sono visori con un prezzo di poche decine di euro, mentre chi non ha problemi di budget ha la possibilità di acquistare modelli da oltre 2mila euro.
Attualmente, uno dei modelli più performanti troviamo l’Oculus Rift S. Offre un’ottima interfaccia grafica, ma le sue performance devono essere sorrette da un computer molto potente, onde evitare un deficit di risoluzione o fastidiosi blocchi immagine.
Il Merge Vr/Ar, invece, ha un costo inferiore e rappresenta un buon compromesso qualità/prezzo. Accetta tutti gli smartphone. iOS, quanto Android.
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La differenza con la realtà aumentata
Qual è la differenza tra realtà aumentata e realtà virtuale. Cadere nell’equivoco è piuttosto facile, ma è un errore considerare queste due locuzioni come sinonimi.
La realtà virtuale immerge l’utente all’interno della ricostruzione di un ambiente. Egli, dunque, vive un’esperienza che lo estranea in tutto e per tutto dal mondo reale, proiettandolo nella virtualità.
Diverso è il caso della realtà aumentata. Questa tecnologia si serve di strumenti che aggiungono dei “pezzi” alla realtà vera e propria, con i quali l’utente ha la possibilità di interfacciarsi. Ad esempio, un sito archeologico può mettere a disposizione dei visitatori degli occhiali attraverso il quale poter osservare un anfiteatro che non c’è più.
Esempi
Ma quali sono gli ambiti di applicazione della realtà virtuale? È naturale pensare, in primis, a quello ludico. Negli ultimi anni, però, l’high-tech ha fatto dei passi in avanti così importante da rendere la virtual reality utilizzabile in diversi terreni.
- Fra questi, l’ambito sanitario. È il caso delle startup Softcare Studios e Weart, le quali hanno sviluppato un gioco chiamato Tommy, pensato per bimbi costretti a terapie dolorose. Tommy ha aggiunto le sensazioni di tatto e calore e punta a diventare una sorta di antidolorifico e sedativo tecnologico.
- Ma la realtà virtuale può essere anche finalizzata all’istruzione. È possibile pensare ad una scuola che mette a disposizione degli alunni dei tour virtuali nella Roma di Nerone.
- L’ambito automotive è stato tra i primi a sfruttare la realtà virtuale. Grazie alla VR è possibile presentare dei modelli in anteprima e, perché no, testarli ben prima della messa su strada
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