Hai sentito parlare di lean thinking e vuoi saperne di più? Bene! In questo articolo ti spiegheremo cos’è il pensiero snello, da dove nasce, esempi e come applicarlo e i benefici che questa filosofia comporta.
Iniziamo subito col dire che il lean thinking ha origini antiche.
Sommario
Lean thinking: significato
Già il modello di produzione fordista portava con sé alcuni dei principi che, a partire dagli anni ’40, furono meglio strutturati e perfezionati all’interno degli stabilimenti Toyota.
Qui, l’ingegnere capo Taichii Ohono Toyota mise appunto il Toyota Production System, la lean production, un sistema volto a contrastare gli sprechi e orientato al miglioramento continuo attraverso l’applicazione delle celebri 5 S: Seiri, Seiton, Seinso, Seiketsu, Shitsuke, ovvero separare, riordinare, pulire, sistematizzare e standardizzare.
Circa 50 anni dopo, all’interno del libro “la macchina che ha cambiato il mondo” (1990), James P. Womack e Daniel T. Jones sottolinearono le grandi differenze tra il modello portato avanti in Toyota e quello utilizzato tipicamente dalle fabbriche occidentali.
In Toyota, insomma, si utilizzava già un modello veicolato dalla filosofia oggi conosciuta come lean thinking, pensiero snello, la quale, quando ben applicata, consente di ridurre:
- sforzo umano
- investimento di capitali
- strutture
- scorte e tempo sia nella produzione che nella fornitura e vendita
I principi del lean thinking
Il pensiero snello è stato ispirato da quanto accaduto all’interno degli stabilimenti Toyota ed ha iniziato a prendere forma anche nelle aziende occidentali.
Ma quali sono i suoi principi fondamentali? Womack e Jones, dieci anni dopo “La macchina che ha cambiato il mondo”, diedero alle stampe il libro “Lean Thinking” (2000) all’interno del quale venivano individuati 5 principi chiave:
- Valore: ridefinire al valore del prodotto mettendosi nei panni del cliente. Solo una piccola parte delle azioni volte alla produzione di un bene o servizio aggiungono davvero benefici al cliente finale. Un miglior efficientamento delle energie consente perciò di rimuovere tutti quegli sprechi (in giapponese MUDA) che risultano essere una pesante zavorra da dover sopportare lungo tutta la catena produttiva.
- Mappa: individuare sprechi e flusso del valore
- Flusso del lavoro: migliorare la gestione del lavoro lasciando scorrere le varie attività, da una fase all’altra, senza interruzioni. Come? Rimuovendo sprechi e ostacoli.
- Pull: produzione e fornitura siano agganciate alle richieste del mercato
- KAIZEN: ovvero, miglioramento continuo (principio tradotto in giapponese, appunto, con la parola KAIZEN). Se la perfezione non esiste, è però senz’altro un ideale al quale tendere attraverso il miglioramento continuo.
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Esempi e benefici
Hai appreso il significato di Lean Thinking, la sua storia e i suoi principi fondamentali. Ma quali sono gli esempi concreti? Eccone qualcuno:
- Ci sono attività superflue? Vanno eliminate!
- All’interno delle aree di lavoro vanno svolti solo movimenti utili: bisogna fare, insomma, solo ciò che serve
- In magazzino bisogna stipare solo ciò che serve
- Evitare l’eccesso di produzione applicando il quarto principio del lean thinking: il pull
- No a trasporti inutili. Evitare, inoltre errori che finiscono per scatenare perdite di tempo.
Grazie al pensiero snello, le aziende sono in grado di raggiungere 8 benefici:
- ottenere più spazio, da utilizzare ad esempio per l’inserimento di attrezzature
- velocizzare i tempi di produzione
- ottimizzare la produzione, basandoti su ciò che effettivamente il mercato richiede
- migliorare la qualità del prodotto
- ridurre i tempi di consegna
- il personale non deve aspettare continuamente ordini dai capi perché già sa cosa fare e come muoversi
- gli stessi dipendenti si sentono coinvolti nei vari processi e ragionano da squadra
- migliora il senso di appartenenza all’azienda, perché tutte le singole skills sono utilizzate al meglio
Applicazione
Applicare il lean thinking non è cosa semplice, perché si tratta di un cambiamento radicale delle logiche aziendali. Come arrivare a questa mini-rivoluzione?
- Attraverso il capitale umano: a muovere gli step verso il lean thinking non dovranno essere solo le attività, ma anche la mentalità dei singoli dipendenti e la cultura aziendale in generale. Bisogna, insomma, far crescere le cose, ma prima le persone. (Monozuri e Hitozuri)
- Accettare che vi possano essere dei problemi, ma anche delle soluzioni. Questa è una filosofia orientata al problem solving, attraverso la quale introdurre trasformazioni positive che possano ridurre problemi ed errori nel rispetto del KAIZEN, il miglioramento continuo.
- Utilizza metriche che possano fornire risultati riscontrabili rispetto al miglioramento ottenuto
- Studia a fondo cos’è il lean thinking. Il nostro consiglio è quello di partire dai libri di James P. Womack e Daniel T. Jones
- Prova! Non aver paura di sbagliare. Le incertezze finiranno per ritardare l’ingresso della tua azienda nel lean thinking.
Il lean thinking può essere applicato anche ad una startup? Certo. A tal proposito, ti consigliamo di guardare questo video del mentor e coach Massimo Ciaglia, in cui parla della metodologia lean startup, ispirata ai principi di Eric Ries
The Startup Canvas
Stai strutturando la tua azienda? Oltre all’apprendere i principi del lean thinking, potrebbero esserti utili i 3 video gratuiti che ti aiuteranno a modellare il tuo progetto imprenditoriale.
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