Il metodo Lean Startup si basa su un approccio scientifico: solo se esiste un reale bisogno, può e deve esistere una reale offerta.
Era il 2012, quando venne pubblicato per la prima volta in Italia “Partire Leggeri” (titolo originale “Lean Startup”) di Eric Ries.
Il 2012 è un anno di sacrifici per l’economia nazionale; in estate ripetuti interventi bloccano una nuova impennata dello spread e cresce la disoccupazione, arrivando al 35,3%, con un picco del 49,9% per i giovani del Mezzogiorno.
In questo panorama, parlare di startup in Italia è una sfida. Ma parlare invece di una metodologia per innovare, con spese ridotte e una maggiore flessibilità, è una vera iniezione di energia positiva.
A questo si deve il successo di Lean Startup, una lettura quasi obbligata per chiunque voglia fare impresa, anche in tempi incerti.
Ecco che cosa prevede l’approccio Lean Startup e quali sono i punti in comune e le differenze con il metodo The Startup Canvas.
L’approccio Lean Startup per lo sviluppo del prodotto
Fare startup significa anche accettare il rischio e l’incertezza, fattori caratterizzanti qualsiasi ambito di forte innovazione, dal punto di vista tecnologico così come di modello di business.
Seguire l’approccio Lean Startup applicato al Product Development ci permette di procedere per step sequenziali e continui, ovvero ideazione, check, modifica, e di concentrarci sui reali bisogni del cliente, con il Customer Development Approach.
Apportare valore concreto per il cliente, infatti, non solo eliminerà dal processo sprechi di tempo ed economici, ma permetterà di creare un business sostenibile, proficuo e scalabile.
Che cos’è il feedback loop
Come spiegato in Lean Startup, il feedback loop è proprio quel circolo virtuoso dato da un’interazione continua tra l’idea iniziale, il prodotto o servizio realizzato e l’utente finale.
Conosciuto anche come processo Build-Measure-Learn, è una delle colonne portanti della metodologia Lean Startup e implica la validazione continua dell’idea di business, l’analisi del feedback da parte del mercato e dei KPI (Key Performance Indicators).
Lean Startup e The Startup Canvas: affinità e differenze
The Startup Canvas è il frame innovativo nato da oltre 25 anni di esperienza nel campo delle Startup.
Massimo Ciaglia, CEO di Grownnectia e mentor per startup, è il suo ideatore ed è partito dalla considerazione che i modelli precedenti, come il Lean Canvas o il Business Model Canvas, fossero da implementare e modificare sulla base delle reali necessità degli startupper.
Fare impresa necessita – e necessiterà sempre – di un approccio mentale flessibile e fortemente orientato al cliente, proprio come argomentato da Lean Startup. Ma il metodo più efficace per lanciare una startup di successo deve rispecchiare il momento storico che si sta vivendo.
Sotto questo punto di vista, quindi, The Startup Canvas è il primo strumento strategico sviluppato in ottica lean: un modello circolare, dinamico basato sul miglioramento continuo.
Non esiste un modello di business, esiste il tuo modello di business.
In cosa si differenzia dai precedenti modelli
The Startup Canvas è costituito da 12 blocchi, appartenenti a tre macro aree:
- l’idea di business,
- la strategia,
- l’execution.
La differenza principale rispetto ai precedenti modelli è quella di aver aggiunto alcuni blocchi fondamentali per fare Startup al giorno d’oggi. Ci riferiamo quindi, ad esempio, alle strategie di Fund Raising, l’Intellectual Property, la Traction.
L’eredità di Eric Ries e del metodo Lean Startup è un punto di partenza ancora essenziale: non si genera valore costruendo “cattedrali nel deserto”.
E grazie a The Startup Canvas abbiamo una vera e propria guida operativa per perseguire questo obiettivo.
Sei curioso di scoprire di più sul metodo The Startup Canvas?