L’epoca moderna è costellata da pochi, ma grandi nomi di giovani imprenditori che hanno fatto la differenza nell’economia contemporanea; tutti per lo più sono cresciuti o hanno lavorato in Silicon Valley e tutti hanno investito in idee che si sono poi rivelate essere geniali intuizioni del mondo digitale.
Nei precedenti articoli abbiamo parlato di come accelerare il tuo business e di time management.
Oggi parleremo di un importante personaggio.
Peter Thiel, è stato uno dei primi ad affermarsi sulla scena di San Francisco all’inizio degli anni 2000; nativo di Francoforte, si trasferisce in Silicon Valley a dieci anni con la sua famiglia. Conclude la sua formazione con gli studi in Filosofia e Giurisprudenza presso l’Università di Standford, dove incontra Keith Rabois, David Sacks e Reid Hoffman, giovani che sarebbero diventati presto collaboratori e soci nello sviluppo del suo progetto principale: PayPal.
È grazie a un primo incarico come trader in Credit Swisse Group che Peter Thiel risparmia la cifra necessaria per il lancio della piattaforma bancaria; un investimento ripagato enormemente dal successo di questo strumento di intermediazione finanziaria per gli acquisti online, che ha cambiato la vita di milioni di consumatori nel mondo.
È solo il 2002 e PayPal viene infatti già quotata in borsa e rivenduta per 1,5 miliardi di dollari al colosso digitale EBay.
Thiel Fellowship e gli investimenti nei progetti digitali
Con gli immensi guadagni ottenuti dalla vendita di PayPayl, Peter Thiel nel 2004 decide di finanziare un’idea digitale innovativa in cui vede potenziale. Diventa quindi primo investitore di Facebook destinandovi una cifra di 500.000 dollari.
Ne diventa anche proprietario al 3% ed entra così nel consiglio di amministrazione.
Come prima cosa aiuta il giovane Zuckerberg nel prendere una serie di decisioni di natura prettamente finanziaria, senza però mai entrare direttamente nelle attività gestionali della società.
La storia ci dice che ha investito in maniera oculata i suoi primi risparmi, ma non solo. Con Ken Howry e Luke Nosek, soci fondatori di PayPal, diventa partner di Founders Fund, una società di venture capital californiana dedicata al finanziamento delle start up digitali ad alto potenziale.
Per gli imprenditori moderni in “stile Silicon Valley” quelli sono di certo gli anni migliori per diventare dei business angels.
Da sempre scettico sul valore della formazione universitaria contemporanea, nel 2011 lancia un progetto innovativo quanto provocatorio: Thiel Fellowship, iniziativa che offre due anni di supporto e orientamento al business e un contributo di 100.000 dollari a venti persone, inferiori ai venti anni di età, che scelgono di favorire la propria start-up alla carriera universitaria.
Ad oggi hanno partecipato 104 giovani. Lasciare gli studi, almeno per i due anni previsti dal programma di incubazione, è un requisito indispensabile per partecipare; un gesto importante per dichiarare la propria dedizione al proprio progetto e l’individuale disponibilità al cambiamento che il suo sviluppo può comportare. La risposta da parte dei ragazzi è alta quanto l’entusiasmo che li accompagna.
Fantascienza o intuizioni futuribili? Gli ultimi investimenti di Peter Thiel
Lo sguardo di Peter Thiel si spinge sempre molto avanti nel valutare i nuovi business potenziali, considerando anche realtà societarie che ai più potrebbero sembrare eccessivamente irrealistiche.
Di recente, infatti, ha donato oltre 6 milioni di dollari alla Methuselah Foundation, una società impegnata nello sviluppo di una tecnologia per invertire il processo di invecchiamento (che il film Benjiamin Button diventi realtà?); inoltre si è schierato pubblicamente a favore delle ricerche scientifiche anti-invecchiamento, come quelle svolte dalla SENS Research Foundation.
Si è iscritto al programma dell’azienda di criogenia Alcor, che congela corpi di pazienti malati nella speranza di scongelarli in un futuro dove una cura per le patologie che li affliggono esista.
Certo, alcune di queste sue iniziative fanno sorridere; viene da chiedersi però, considerato il comprovato “fiuto per le innovazioni” che fino ad ora ha avuto se davvero non abbia visto qualcosa che ad altri sfugge.
Le scelte di Peter Thiel sembrano in effetti spesso volte ad alimentare le intuizioni creative a prescindere dal fatto che sembrino più o meno adeguate ai tempi correnti. Che sia questo il segreto di una vera apertura mentale nel mondo di impresa?
Thiel: business angel ma political evil?
Apertura mentale innanzitutto, ma forse non sempre. Almeno, secondo l’opinione pubblica, non per quanto riguarda la visione politica di Thiel, che è stato tra i principali finanziatori della campagna elettorale di Donald Trump e a cui ha destinato una donazione di 1,25 milioni di dollari.
Una scelta che gli ha fatto acquisire la reputazione di “cattivo” della Silicon Valley.
L’amicizia pare si sia protratta nel tempo: Peter Thiel ha organizzato il summit tra il presidente USA e i maggiori esponenti della Silicon Valley e in alcune occasioni televisive hanno manifestato sostegno e stima reciproca; Trump l’ha nominato addirittura consigliere scientifico del suo team.
Un sodalizio contraddittorio considerate le posizioni anti-Silicon Valley di Trump? Forse anche qui si cela una visione di Peter Thiel più lungimirante di quella che può apparire ai più.
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