Vuoi creare la tua startup di successo, ma non sai da dove partire? The Startup Canvas è la prima guida operativa per le startup in linea con l’approccio Lean.
The Startup Canvas fonda le sue radici in un concetto del tutto nuovo che unisce elementi di diverse teorie, estremamenti interconnessi tra loro, applicandoli ad un processo strutturato per le startup.
Il concetto su cui si basa l’innovativo framework possiamo definirlo come “startup development”, un metodo che prende spunto da sette differenti metodologie e procedimenti quali il product development, il customer development, il marketing, il fund raising, il team building, l’intellectual property e la traction, fondendole assieme e traendo da ciascuna di queste gli elementi fondamentali da riadattare ed applicare allo sviluppo di una startup di successo.
Tutti questi elementi sono processi già conosciuti e testati individualmente che, però, in questo caso, ovvero in The Startup Canvas, vengono condensati e utilizzati in maniera sinergica per sviluppare al meglio il proprio modello di business.
The Startup Canvas: le sue caratteristiche
L’obiettivo primario di The Startup Canvas è aiutare il futuro imprenditore ad individuare il prima possibile il modo giusto per far funzionare la propria azienda.
Fino ad oggi i framework presenti sul mercato, benché estremamente utili per la pianificazione strategica, non possono essere considerati completi e del tutto adatti quando si tratta, invece, di sviluppare una startup.
The Startup Canvas prende spunto dai canvas al momento presenti sul mercato, aggiungendo a quest’ultimi elementi innovativi che lo rendono l’unico framework al momento disponibile ideato proprio per le startup.
È un framework dinamico e circolare, che si basa sul concetto di continuous improvement e di rework.
L’utilizzo che si deve fare The Startup Canvas, quindi, è periodico.
Mediamente si consiglia una review ogni due settimane, dato che usualmente, ogni due settimane si hanno nuovi dati da analizzare relativamente alle metriche di crescita e alla traction, soprattutto nelle prime fasi di sviluppo della startup, dove ogni blocco può subire continui miglioramenti. Le cause possono essere molteplici: la modifica della composizione del team, l’aggiunta di una nuova metrica da analizzare, la modifica di una strategia di marketing, l’ottenimento di un nuovo contatto su cui operare a livello di raccolta fondi, la chiusura di una nuova importante partership o mille altre componenti che ci obbligano a rielaborare il nostro canvas e a rimettere in discussione parte di ciò che è direttamente connesso al quadrante oggetto delle migliorie.
Lavorare sul canvas equivale a modellare un processo, operando su quadranti strettamente correlati tra loro, ove ogni modifica che avviene su un blocco, può impattarne alcuni altri.
The Startup Canvas: i dodici building blocks
The Startup Canvas è strutturato attraverso 12 blocchi (a differenza dei canvas attuali che invece ne contengono solo nove) e si sviluppa fondamentalmente in due passaggi, rappresentati da due cerchi concentrici. Questi due cerchi si suddividono a loro volta in tre aree essenziali. Il cerchio più interno è rappresentato dall’idea di business, mentre i due semicherchi più esterni rappresentano rispettivamente: la strategia e l’execution.
Si parte dal cerchio più interno di The Startup Canvas, ovvero dall’idea di business, con il blocco numero uno, che rappresenta il problema. Il problema, infatti, rappresenta sempre il punto di partenza per ogni startup. L’obiettivo primario per ogni imprenditore diventa capire quale grattacapo stia cercando di risolvere con la sua soluzione, poiché la maggior parte delle startup fallisce non perché costruisca un prodotto poco efficiente ma perché ne crea uno non rispondente alle esigenze del cliente. Non trova perciò mercato, dato che non piace o non interessa a nessuno.
Per capire se il problema individuato sia effettivamente un problema riscontrato nella realtà concreta, è necessario analizzare quelli che sono i potenziali clienti. Nel blocco numero due del Canvas vengono, quindi, analizzati tutti gli elementi che di solito venivano presi in considerazione nella parte destra del Business Model Canvas, come i segmenti di clientela, i canali, e le relazioni con i clienti.
Qui si cerca in primis di capire quale sia il profilo del potenziale cliente e se esista veramente il cosiddetto problem-solution fit, o meglio, se la soluzione pensata per un determinato problema sia effettivamente una soluzione che trova corrispondenza sul mercato. A questo punto, attraverso la creazione di un MVP si procederà verso il secondo step che è quello della validazione del product-market fit, ovvero capire se il prodotto (benchè con features minime) sia di appeal verso il target di clientela e se, quindi, possa avere un riscontro ed essere davvero acquistato.
Il terzo blocco di The Startup Canvas, invece, riguarda la value proposition e consiste nella descrizione del prodotto (o del servizio) vero e proprio, mentre è nel quarto blocco che vengono analizzate le assumption, ovvero le ipotesi fondamentali o ipotesi fiduciarie, su cui si fonda l’idea della startup e senza le quali il progetto non potrebbe esistere. Le assumption sono di estrema importanza e la loro attenta valutazione prima di iniziare il percorso imprenditoriale diventa necessaria al fine di evitare in un secondo momento problemi più grandi, ovvero il fallimento stesso della startup! Infatti, se anche solo una delle ipotesi più rischiose, su cui si fonda l’intero progetto, dovesse rivelarsi errata, il tutto potrebbe portare al fallimento dell’intera startup. Per questo motivo, diventa d’obbligo analizzarle attentamente prima di partire.
Con il blocco numero cinque di The Startup Canvas si entra nella fase della definizione strategica. Il business model è la vera e propria logica tramite cui una startup crea valore, lo distribuisce ai propri clienti e lo trattiene per se’ andando a generare ricavi. Ogni modello di business deve risultare scalabile, ripetibile e sostenibile.
Le strategie di marketing, una volta definito il proprio modello di business, diventano il passaggio successivo su cui è necessario focalizzarsi il meglio possibile per la buona riuscita del progetto. Sia le strategie online che offline, di fatti, hanno bisogno di un’attenta analisi e valutazione, poiché diventano di estrema importanza quando si presenta il prodotto o il servizio sul mercato e quando si tratta di curarne le relazioni.
Per finire la fase della strategia di The Startup Canvas vengono analizzati come ultimi punti il financial plan e la proprietà intellettuale. Non basta, infatti, solo capire i ricavi e i costi ma risulta necessario anche calcolare i flussi di cassa che genererà la nostra startup in futuro per capire l’equity e i capitali necessari al fine di procedere con i finanziamenti. Tutto il discorso della proprietà intellettuale, poi, richiede un capitolo a parte quando si cerca di definire la strategia di una startup, poiché, detenere o no un brevetto per esempio non fa la differenza solo sul mercato a livello di vantaggio competitivo, ma anche quando ci si trova di fronte ad un investitore in termini di potere contrattuale.
Finita la fase della strategia si passa a quella dell’execution e qui si inizia a parlare del team, ovvero delle persone che compongono la startup, che l’hanno fondata, che ci lavorano dentro. Avere all’interno della propria impresa risorse con un track record di tutto rispetto è un valore aggiunto non da poco che aiuta la startup sia nella parte operativa che in fase di ricerca fondi. Le operation, poi, vengono discusse nel blocco numero dieci di The Startup Canvas che, oltre a prendere in considerazione tutta la parte sinistra analizzata nel Business Model Canvas, evidenzia altri punti di fondamentale importanza quando si tratta di creare una startup propria, come ad esempio: in quale paese stabilire legalmente l’azienda? Quali leggi sul lavoro la governano? Che tipo di regime fiscale vige?
Il penultimo blocco di The Startup Canvas è riferito alla traction. Questo è un elemento innovativo di The Startup Canvas che non è mai stato preso in considerazione nei canvas attualmente presenti sul mercato, nonostante sia un concetto chiave nello sviluppo di una startup. Infatti, la traction rappresenta il modello di crescita di una startup, basato su metriche in relazione a delle milestone. L’ultimo blocco, ovvero il numero dodici, descrive le strategie da utilizzare in fase di ricerca fondi. Non basta sapere solo l’ammontare degli investimenti necessari, ma è utile capire anche a quali stakeholder presentarsi e in che lasso di tempo strutturare la strategia di fund raising.
La raccolta fondi è stata posizionata nell’ultimo quadrante di The Startup Canvas, in quanto soltanto dopo aver strutturato i diversi campi sarà possibile presentarsi all’investitore.
Per progettare anche tu la tua startup di successo