Ogni giorno ognuno di noi ha qualche idea che crede che possa cambiare o migliorare la nostra quotidianità. Ma effettivamente è possibile che la tua business idea sia stata già validata da qualcun altro. Qui la strada da seguire prima di trasformare il tuo progetto in una startup!
Ci siamo. Hai avuto un’idea innovativa, un’idea disruptive come direbbe qualcuno dell’ecosistema startup o più semplicemente hai avuto un’intuizione capace di migliorare un determinato aspetto della propria vita.
Bene! Ora dobbiamo passare al passo successivo, ovvero capire se c’è qualcun altro che abbia avuto la tua stessa idea o che abbia addirittura già creato la sua startup. Prima di tutto, è giusto sapere che ci sono due tipi di idea: disruptive e collaborativa. Quest’ultima viene così definita da Brian Pallas, CEO di Opportunity Network, che valuta in maniera estremamente positiva i cambiamenti basati su infrastrutture preesistenti, che lui appunto chiama forma di innovazione simbiotica o collaborativa.
Questo perché è possibile innovare anche utilizzando canali già esistenti, utilizzando cioè i player che sono già presenti sul mercato per uno sviluppo economico sostenibile. È il caso per intenderci di My Taxi.
Al di là di questa breve digressione che ti può far capire meglio la tua idea in quale direzione si orienta, è giusto capire se effettivamente il tuo modello di business sia unico o se siano già presenti servizi simili o che addirittura combacino quasi nella loro interezza. Servizi simili saranno a loro volta forniti dai tuoi futuri competitor, che verranno analizzati nel business plan.
Startup, i brevetti: la loro duplice utilità per la tua idea di business
Per proteggere quindi la tua business idea, e quindi per iniziare a strutturare la tua startup, bisogna fare riferimento ai brevetti, che sono un titolo giuridico in forza del quale al titolare viene conferito un titolo esclusivo di sfruttamento dell’invenzione in un determinato periodo di tempo e su un determinato territorio. Il brevetto consente di evitare ad altri di riprodurre o riutilizzare la tua stessa invenzione senza averne l’autorizzazione. E’ anche chiamato privativa industriale, proprio perché priva qualsiasi altro soggetto nel mondo, dal diritto di sfruttamento.
Come per le idee, che sono di due tipi e che presentano le caratteristiche sopra citate, in maniera speculare abbiamo due tipi di brevetto:
- Per invenzione, ovvero viene presentata una soluzione nuova ed originale;
- Per modello d’utilità quando si migliora un prodotto già presente.
È giusto sapere che il brevetto ha una validità pari a 20 anni e che è valido solo per il paese in cui è stato concesso. Da qui è possibile richiedere le estensioni per gli altri paesi per evitare che la tua business idea possa essere replicata, importata o venduta all’estero da chiunque.
Bene ora ti chiederai probabilmente, cosa c’entra con il timore che la tua idea sia già stata pensata prima di te e quindi con l’impossibilità di avviare la tua startup. In realtà i due concetti sono strettamente legati, perché non solo hai compreso che se il tuo modello di business è unico, potrai proteggerlo depositando un brevetto, ma che puoi rifarti allo stesso per capire se altri hanno avuto la tua stessa idea.
Due le strade da seguire per capire se la tua idea può diventare una startup
Come? Come risolvere l’arcano?
È semplice, non preoccuparti. Ci sono due diverse strade da percorrere per capire se la tua idea può diventare una startup. La prima è più difficoltosa, richiede tempo, ma più economica. Ovvero, dovrai ricercare tu in prima persona con un’analisi approfondita su tre linee diverse:
- Google: sì proprio lui, Google. Il motore di ricerca più usato in Italia e non solo. Su desktop gode di una quota di mercato dell’80,5% su scala globale, mentre sui device mobili la quota sale al 95,9%. È evidente che detiene quasi il monopolio.
Ma come fare ricerche su Google per soddisfare proprio questo tuo dubbio? Utilizza le parole o in un gergo più tecnico le keyword più attinenti al tuo prodotto o servizio da qui potrai avere già tante informazioni.
- Ministero dello Sviluppo Economico che ha messo a disposizione una banca dati sui brevetti. Si tratta di una collezione documentale di 22.000 brevetti concessi, riferiti a domande depositate a partire dal 1° luglio 2008. Inoltre, la banca dati è stata implementata con nuove funzionalità dal 2017 e sono stati aggiunti nuovi criteri di ricerca.
- Le banche dati fornite dalle organizzazioni internazionali: EUIPO, EPO e WIPO.
In questo modo, potrai finalmente capire se andare avanti con il tuo modello di business e quindi con la tua startup o se sono opportune delle modifiche per dare quel plus in più che ad oggi non è stato ancora pensato e strutturato. Quello che Ash Maurya chiama l’unfair advantage.
Ma qual è la seconda strada più semplice da seguire per la tua idea di startup? Qual è anzi la strada certa che puoi fare senza la preoccupazione di poter sbagliare nella tua analisi di mercato?
La soluzione è sicuramente rivolgerti ad un professionista. Certo sarà sicuramente la strada più costosa, ma è certamente quella che ti permetterà di evitare un dispendio inutile di energie e che ti consentirà di avere la certezza di avere tra le mani un risultato sicuro.
Noi offriamo anche questo tipo di servizio con un’esperienza ormai decennale.
Sta a te scegliere quindi quale strada percorrere anche in base al tuo budget e in base alle tue capacità di esploratore!
Come migliorare la mia idea per la mia startup?
Ora che la tua ricerca è andata a buon fine, o almeno sperando che sia andato tutto bene, probabilmente il tuo nuovo interrogativo è come migliorare la tua idea per la tua futura startup o per il tuo progetto che è già in essere. Una delle strade percorribili è il problem solution fit, cioè verificare sul campo tramite sondaggi e/o interviste se il tuo prodotto può effettivamente essere interessante.
I sondaggi o le interviste sono essenziali per le startup e possono essere fatte di persona o online a seconda della tua preferenza. Se online, devi calcolare che per avere un numero consistente dovrai anche spendere del budget in advertising, come su Facebook, dove sarà sicuramente presente la tua buyer personas.
Noi consigliamo anche il contatto di persona, face to face. Per il semplice fatto che l’utente che verrà intervistato oltre a risponderti avrà una sua mimica e una sua espressività che ti farà capire molto altro ancora. Il silenzio, a volte, può essere più esaustivo di mille parole. Può sembrare una frase già fatta, ma le espressioni facciali dicono molto di più.
Infine, consigliamo di non pilotare l’intervista facendo domande dirette del tipo: ‘Ti piace questa mia idea’, ma fare domande generiche per poi passare al particolare del tipo: ‘Quali strumenti usi per risolvere questo problema?’.
Non resta ora che darti il nostro in bocca al lupo per la tua ricerca, altrimenti puoi affidarti a noi!