Startup significato…cosa vuol dire questo termine? L’articolo di oggi è diretto a svelare alcune curiosità su questa parola che per molti rappresenta la speranza in un futuro di successo.
Nei prossimi paragrafi conoscerai etimologia, definizioni più note e la risposta ad alcune delle domande più frequenti sul tema.
Iniziamo subito con il focus su startup significato.
Sommario
Startup significato: l’etimologia
Il termine fa riferimento alla parola inglese Startup, per l’appunto partire, mettersi in moto. E, infatti, indica a un’azienda ad alto tasso di innovazione che si trova nelle prime fasi di attività. Le startup sono fondate da uno o più imprenditori che vogliono sviluppare un prodotto o un servizio non presente sul mercato, ma per il quale credono ci sia domanda, perché rispondente ad un problema irrisolto.
Queste aziende generalmente iniziano con costi elevati e ricavi limitati, motivo per cui cercano capitali da una varietà di fonti come i venture capitalist, i business angel, il crowdfunding etc.
Leggi anche l’articolo su Start up significato: tutto ciò che c’è da sapere ed esempi virtuosi
Le definizioni più note
Continua il nostro focus su startup significato con le definizioni più note.
Il termine startup, pur essendo in uso già da tempo, ha conosciuto popolarità a partire dagli anni ’90, grazie anche all’esplosione delle cosiddette aziende dot.com. Tempo dopo, sono stati Eric Ries e Steve Blank a fornire due delle definizioni più famose di Startup.
Eric Ries è un imprenditore e divulgatore statunitense, autore di The Lean Startup – Partire Leggeri, libro che dal 2012 ha venduto più di un milione di copie ed è stato tradotto in trenta lingue. Secondo Ries Una startup è una istituzione umana progettata per creare un nuovo prodotto o servizio in condizioni di estrema incertezza.
Steve Blank, anche lui imprenditore americano (fondatore di 8 aziende) considerato tra i padri, se non il padre, del metodo lean startup considera la startup un’organizzazione temporanea che ha lo scopo di cercare un business model scalabile e ripetibile.
Una definizione completa potrebbe essere una crasi fra quelle offerte da Ries e Blank. Sono infatti vere entrambe. Chi cerca una risposta a startup significato, deve infatti considerare che aziende di questo tipo, recando con sé un alto tasso di innovazione, operano gioco forza in un terreno incerto (come sottolinea Ries)
È altresì vero che una startup ha bisogno di un business model scalabile (in grado cioè di crescere senza l’impiego di risorse proporzionali) e replicabile facilmente ( si pensi al caso di Netflix, alla quale è bastato tradurre i contenuti per avere successo in buona parte del mondo).
Vale la pena, infine, citare anche la definizione che dà il MISE: La startup innovativa è un’impresa giovane, ad alto contenuto tecnologico, con forti potenzialità di crescita.
Come si fonda una startup?
Una startup può essere fondata in due modi: presso un notaio oppure online, grazie al servizio messo a disposizione dalla Camera di Commercio. Nel primo caso i costi saranno più alti (oltre alle tasse va considerato l’onorario del professionista a cui ci si rivolge), nel secondo caso la domanda è gratuita, ma va considerato il fatto che bisogna attenersi ad un modello costitutivo standard, il quale potrebbe non fare al caso della startup.
Quando una startup è considerata tale?
Il Mise considera startup le aziende che rispondono a 7 requisiti fondamentali:
- è un’impresa nuova o costituita da non più di 5 anni
- ha residenza in Italia, o in un altro Paese dello Spazio Economico Europeo, ma con sede produttiva o filiale in Italia
- ha fatturato annuo inferiore a 5 milioni di euro
- non è quotata in un mercato regolamentato o in una piattaforma multilaterale di negoziazione
- non distribuisce e non ha distribuito utili
- ha come oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di un prodotto o servizio ad alto valore tecnologico
- non è risultato di fusione, scissione o cessione di ramo d’azienda
Inoltre deve essere in possesso, depositaria o licenziataria di almeno un brevetto o titolare di un software registrato o, in alternativa, sostenere spese in R&S pari ad almeno il 15% del maggiore valore tra costo e valore totale della produzione o, ancora, impiegare personale altamente qualificato.
Quante tasse paga una startup?
Un’altra domanda frequente, riguarda la tassazione. Quanto paga allo Stato uno startupper? La buona notizia è che le startup vivono all’interno di un regime agevolato: pagano il 5% di IRPEF.
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